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Vorrei dare inizio a questa rubrica, L'Ora del Tè, parlando delle curiose particolarità della lingua giapponese, aldilà della sua abbagliante, apparente diversità.
Essa non è poi così distante da noi: esistono TANTISSIMI vocaboli ormai del tutto giapponesi che derivano dall’inglese, dal portoghese, dall’olandese o dall’italiano.
Dal portoghese e dall’olandese per via della corsa alle risorse che ci fu dal diciottesimo secolo in poi, da parte delle potenze europee. Il portogallo specialmente si infiltrò per bene nella cultura giapponese, oltre che nel commercio, portando anche nuovi vocaboli. Per esempio, pane, in giapponese, si dice Pan, scritto パン.
Le parole inglesi straripano dalla lingua: スプーン Supuun – Cucchiaio; フォーク Fooku – Forchetta; コーヒーKoohii – Caffè (che probabilmente è invece preso dall’olandese); プレゼント Purezento – Regalo; スーパーマーケット, Suupaamaaketto – Supermercato (sì, fa ridere), eccetera eccetera. Tutte rigorosamente in alfabeto Katakana, usato per le parole straniere o di origine straniera.
Ci sono invece delle bizzarre coincidenze che hanno attirato la mia attenzione.
Forse qualcuno di voi abita o è stato nel nord Italia, dove si fa un frequente utilizzo dell’intercalare “Ne’” per dare maggior enfasi a un proprio pensiero o a una raccomandazione. Per esempio, “studia, ne’?” oppure “oggi il tempo è davvero bello, ne’?”
Bene, in giappone la particella è la medesima.
いい天気ですね。
いいてんきですね。
ii tenki desu ne.
Fa bel tempo, nevvero?
La particella enfatica 'ne' viene usata veramente, ma veramente spesso, fra l’altro. È quindi per almeno due motivi molto semplice da memorizzare.
Ma forse la coincidenza fonetica più evidente è la parola “donna”, intesa proprio come femmina.
女
おんな
Onna
Donna
E così anche “nome”
名前
なまえ
Namae
Nome
E ancora, un tipo particolare di aggettivo, usato per indicare la scarsa capacità in qualcosa.
苦手
にがて
Nigate
Incapace
La traduzione più idonea è forse “Incapace”, ma non dimentichiamo che un sinonimo di incapace è “negato”, che assomiglia in modo evidente a 'nigate'.
Infine, c’è il caso di “desiderare”. In giapponese è uno di quei verbi usato in qualità di aggettivo: una sorta di participio passato. Vado a spiegare.
自動車 が ほしい です。
じどうしゃ が ほしい です。
Jidousha ga hoshii desu.
Desidero un’automobile. (lett. Una macchina desiderata è, "io" soggetto sottinteso)
Come forse saprete, "desiderare" deriva dal latino ‘siderare’, fissare le stelle, volere le stelle; in breve, appetire qualcosa di molto bello che si vorrebbe possedere. Abbiamo detto, quindi, che si dice “hoshii desu”. Per un curioso caso, stella, si dice “hoshi”. Questa coincidenza, accaduta tra due lingue con storie e differenze abissali, ci insegna forse che ciò che gli uomini vogliono maggiormente sono le stelle?
Alcune di queste coincidenze sono casuali, altre no, altre non ne ho idea, ma per ora il loro scopo principale dovrebbe essere quello di aiutarvi a ricordare le cose. Ce ne sono altre, spero di riproporvele in qualche altra Ora del Tè!
Modificato da Dragon7, 05 June 2010 - 16:32 PM.