QUEST IV 0

[Discordia]

capitolo 1: Agrahel


Non una città, non un villaggio. Questa era Agrahel.
Capoluogo del principato omonimo, è la casa di circa trentamila persone, prevalentemente umani ma sono rappresentate un po' tutte le razze. Agrahel fu fondata lungo la riva del fiume Sinton uno dei pochi fiumi navigabili dell’intera Milea, rendendo il paese un centro commerciale di prima importanza, scalo e meta di bastimenti provenienti da ogni dove, crocevia di merci e di razze; questo rende i suoi abitanti persone generalmente cosmopolite e abbastanza tolleranti.
È un posto mediamente ricco e prospero, sebbene resti fondamentalmente una piccola città fuori mano, priva della grandezza imponente di posti come Basilea, la capitale della regione.
Il tiranno notò subito Agrahel ed il suo potenziale, una citta portuale nell’entroterra. Un luogo dove poter scambiare merci per ogni dove, ed allo stesso tempo abbastanza vicina da poterla controllare. Fu per questo motivo che mandò uno dei suoi più fedeli uomini a ispezionare la zona. Il princie Urh, un uomo da sempre fedele al Tirrano, un grande stratega ed allo stesso tempo un grande politico. L’unico in grado di controllare una villaggio in continua espasione come Agrahel.



L’archietettura della città è simile alle città portuali di Milea, costituita principalmente da abitazioni in muratura, essa cresce e si sviluppa lungo i suoi canali. La gente del villaggio vive e prospera lungo la piazza principale di Agrahel sede di uno dei più importanti mercati della regione. Qui si possono trovare merci provenienti da ogni luogo, spezie così rare da spingere le famiglie più agiate di Basilea in un luogo come questo.
Ed è proprio qui che inizia la nostra storia.
Lungo il lato Est della piazza del mercato, si è radunato un cospicuo numero di persone, tutte attorno ad un palco in legno. Sopra il palco in legno, solitamente utilizzato per le esecuzioni, vi è un uomo sulla trentina, vestito con una lunga tunica verde. I suoi corti capelli color pagliericcio fanno da contorno ad un viso molto giovanile. Non un filo di barba deturpa il suo volto.
Quest’uomo dinanzi ad una folla curiosa ha tra le mani una lunga pergamena, e sembra recitare con passione il contenuto della stessa.

Modificato da Discordia, 25 July 2010 - 21:38 PM.

[Impaled Janus]

PENSA: "Quindi questa è Agrahel... pensavo meglio. Me ne avevano parlato come un imponente splendore tra le città di Milea, invece mi sembra molto ordinaria. Speriamo almeno di trovare qualcosa di interessante..."

Arlette si trovava proprio al centro della piazza della cittadina, circondata da bambini, mendicanti e pungenti odori di spezie da ogni dove. Era giunta a Agrahel per via di di strane voci che le avevano assicurato che lì avrebbe trovato sicuramente qualcosa di interessante. Non si fidava troppo ormai.

Non sopportando quel caos di suoni e odori, cercò di coprirsi alla ben'e meglio con il suo cappuccio. Notò quindi che alcune comari la stavano squadrando da capo a piedi. Non che ci volesse molto. Probabilmente non erano abituate a donne in armatura. Sì, era per forza dovuto al suo abbigliamento... strano, aveva sentito che era una località molto aperta e tollerante. Nel suo piccolo la infastidiva. Cercò di abbozzare un sorriso e un piccolo inchino, ma evidentemente i risultati non erano stati soddisfacenti; le povere donne si voltarono atterrite e cambiarono in tutta fretta l'oggetto delle loro attenzioni.

Voltando con noncuranza lo sguardo a est, notò un piccolo tumulto intorno a un palco, probabilmente un patibolo. Decise quindi di avvicinarsi, cercando di nascondere la sua eccitazione per l'evento.

PENSA: "Un patibolo... da quanto non osservo una bella esecuzione sommaria?"

Facendosi largo tra la gente trovò finalmente il luogo con più respiro possibile. Con suo rammarico capì che non ci sarebbe stata nessuna esecuzione -niente boia-. Immaginò fosse il solito profeta pazzo, di questi tempi ne vedeva sempre di più. Rifiuti della società... buoni a nulla che cercano solo di abbindolare le povere genti. Decise quindi di ascoltare quello che l'uomo aveva da dire. Magari si sarebbe ricreduta. Da dove osservava le sembrava un giovane senza un filo di barba con delle vesti color smeraldo, non il classico stereotipo del ciarlatano.

Modificato da Impaled Janus, 25 July 2010 - 22:17 PM.

[Reno]

Finalmente dopo parecchi giorni di viaggio giunse ad Agrahel. Spinto da una sola notizia Gander imboccò la strada per quella piccola cittadina portuale. Nel suo indagare nei pressi di Salem, il ragazzo aveva scoperto che altri suoi compagni erano sopravvissuti al massacro da parte del suo ex-comandante, alcuni di essi erano stati apparentemente avvistati proprio ad Agrahel.
Camminava a testa china, nascosto nel suo cappuccio, non aveva nessuna intenzione di essere riconosciuto, soprattutto ora che rimetteva piede in posti più civili di Salem e dintorni. Era sicuro che la sua fama non si estendesse sino a quella zona, ma la prudenza non era mai troppa.
Notò che la piazza brulicava di gente, e man mano che si avvicinava aumentava il vociare, Gander vide poi un tizio su un patibolo che leggeva una pergamena, la curiosità gli fece momentaneamente accantonare il suo obiettivo principale e si avvicinò ad esso facendo attenzione a non farsi notare, lui non degnava di uno sguardo le altre persone, sperava di ricevere lo stesso trattamento, anche se un tipo incappucciato non passa poi così tanto inosservato, a meno che non sia una consuetudine in città.

Pensa: "Sono proprio curioso di sentire cosa ha da dire un giovane da sopra un patibolo."

Si disse tra se il guerriero mentra avanzava piano nella piazza.

[VAL]

Non so se capita anche ad altri, ma ci sono dei momenti dove ho l’impressione di aver speso parte della mia vita ad apprendere le cose sbagliate. Guardiamo in faccia la realtà, il mondo è un posto cattivo dove il cane grande si mangia il cane piccolo. Un mondo dove la sopravvivenza è definita da competenze specifiche tipo, che so… Passare inosservati davanti a della gente.

In effetti, pensandoci bene, se fossi stato in grado di fare una cosa del genere mi sarei risparmiato molta fatica per fuggire dal circolo. Tanto per cominciare, non avrei avuto bisogno di sabotare il laboratorio di magia invertendo le etichette delle pozioni. La mia fuga sarebbe stata meno rocambolesca e ora, il mio maestro, non starebbe probabilmente assoldando dei killer per darmi la caccia. Se fossi stato un guerriero, sono convinto che avrei avuto anche meno difficoltà a far valere le mie ragioni in trattative e commercio. Immagino che le mie finanze, da una cifra ben maggiore, ora non sarebbero ridotte ad una decina di monete.

Si, insomma, è un peccato arrivare ad una città commerciale come Agrahel e non avere soldi in tasca per approfittarne. Presumo che l'unica cosa da fare ora sia esplorarla e capire quello che può offrire, chissà che possa servire in un secondo momento.
Il vantaggio di non avere una meta, è che ogni posto vale l’altro e ogni cittadina può essere un perfetto punto di inizio per una bella vacanza.

Mi chiamo Leon Lacart... E finchè dura, questa è anche la mia storia.


Non avendo i soldi per acquistare un diario, Leon prese appunti mentali al fine di riportarli su carta nel momento che avrebbe avuto sottomano qualcosa su cui scrive. Prima d’ora non si era mai spinto così lontano dalla torre magica di Basilea, e sebbene il suo viaggio non fosse iniziato in modo tranquillo, percepiva una certa eccitazione ad essere finalmente libero di definire il suo destino da solo.
Curioso per ciò che avveniva attorno a lui, il ragazzo si avvicinò alla folla intenzionato a sentire cosa lo strillone avesse da recitare con così tanta enfasi. Fosse stata anche la lista della spesa reale, Leon l’avrebbe ascoltata con interesse.

Le cose sono sempre più belle, quando c’è la libertà.

[fanton95]

"Chissà se quei vecchi contadini avevano ragione, in effetti se Agrahel fosse così ricca e prosperosa come me l'hanno descritta sarebbe il posto perfetto per rifarsi una vita... Infondo non ho mica tante altre alternative, non mi resta che visitarla e vedere se c'è qualcosa che possa interessarmi."

Si avviò dalle colline verso la città a passo svelto, non aveva più voglia di girovagare senza una meta ben precisa e poi non visitava un centro abitato da un po'. Dopo circa dieci minuti varcò la soglia del grande portone di Agrahel, non c'era nessuno per strada.

"Strano, queste strade dovrebbero pullulare di gente indaffarata, bambini che giocano e negozianti intenti a vendere la propria merce e invece vedo solo qualche cane randagio."

Girò il vicolo ed entrò nella piazza principale, in un angolo verso est sembrava essersi riunita gran parte della popolazione. In quella confusione scorse un ragazzo su una sorta di palchetto con una lunga pergamena, probabilmente avrebbe dovuto dare qualche annuncio ufficiale. Si avvicinò ma non troppo, l'indispensabile per sentire bene le parole del ragazzo, odiava mischiarsi tra la folla.

"Ecco dove erano finiti tutti. Beh sentiamo cosa ha da dire questo messaggero."

[Discordia]

La gente presente nel mercato, abbandona completamente gli acquisti e le faccende giornaliere per dirigersi con curiosità verso il palco in legno. Era infatti insolito quello ste stava accadendo, e la gente tutta intorno a voi comincia a farfugliare parole, che per ora a voi risultano prive di senso.
Sentite distintamente dire Era evidente…… Non è possibile, pensavo fossero solo le solite voci; ed altri farfugliamenti del genere.

Man mano che vi avvicinate al palco in legno, la figura dello strillone vi diventa sempre più chiara; nonostante la folla che si sta radunando attorno. Iil suo sguardo è molto serioso, quasi preoccupato.

Lo strillone continua incessantemente la lettura della pergamena.

Il principe Uhr convoca nel suo palazzo… avventurieri, maghi, esploratori, Elfi, Elvaan e guerrieri. Qualsiasi persona dotata di grande coraggio ed in cerca di fama e denaro. Qualsiasi persona che possa in questo periodo di crisi, aiutare e difendere il principato di Agrahel.


Alcuni paesani alle parole dello strillone, si portano in segno di disperazione le mani al volto… è evidente che quella breve e concisa notizia ha provocato forti turbamenti nella massa.

Le parole e le voci si sovrappongono alla voce dello strillone Erano giorni che non si vedeva ed ancora è una notizia terribile… la principessa il brusio di sottofondo sale di intensità, ma riuscite comunque a capire che il Principe aprirà da questo momento le porte del palazzo.

Dopo alcuni istanti, lo strillone ripone con cura la pergamena all’interno di una sacca, e scortato da due militi, vestiti con pesanti armature in bronzo, si avvia verso il palazzo del principe, seguito da un esiguo numero di cittadini. Perlopiù curiosi… è infatti evidente che tra il corteo di persone non vi sono altri che contadini e massaie.
Le altre persone invece, tornano alle loro faccende quotidiane, continuando a commentare tra di loro la notizia.

@Per i PG

Anche se siete appena giunti ad Agrahel e non conoscete le usanze del luogo, è evidente che la notizia ha portato grande inquietudine e preoccupazione.

Nel primo posto non ho specificato che ci si sta per avviare a mezzogiorno, il sole è alto e caldo sopra di voi.

Modificato da Discordia, 26 July 2010 - 23:13 PM.

[VAL]

PENSA:(.................)

Leon non fece neppure lo sforzo di ipotizzare un motivo per tanto nervosimo. Anche perchè non è che ci fosse poi tanto da pensare. La città è vittima di una sciagura. L'unica incognita è capirne l'entità.
Si mise le mani in tasca e sfoderano una faccia ingenua e frastornata, si avvicinò alla prima persona che gli parve ben disposta a parlare di quanto appena avvenuto. In mezzo ad una vasta scelta di soggetti , Leon scelse una massaia di mezza età sperando che fosse un tipo chiacchierino.

PARLA A MASSAIA: Scusi. Perdonate la domanda ingenua, ma cosa sta succedendo qui di così grave da richiedere l'intervento di volontari per la salvezza di Agrahel? Anche perchè, presumo che non sia la prima volta che succede. Cercò di fare una domanda facile e diretta, sperando che la massaia rispondesse in ugual modo.


Pensa: Draghi? Golem? briganti? Cavallette? Siccità? No davvero... Avanti, stupitemi.

Modificato da VAL, 26 July 2010 - 23:22 PM.

[Discordia]

@VAL

La persona che fermi, è una giovane ragazza dal viso paffuto. Un lunga treccia color biondo gli cade giù lungo la schiena arrivando quasi all'altezza del gionocchio.
Il suo sguardo è colmo di preoccupazione per i recenti avvenimenti che stanno attanagliando il principato, ed anche la sua fiebile voce lascia trasparire tutta la sua preoccupazione.

Oh.. per Chronos... per Chronos. Come è possibile che voi non sappiate nulla... la principessa... dicono sia scomparsa. Sono giorni che non si mostra in pubblico... sono giorni... una lacrima di tristezza bagna il volto della giovane, lasciando trasparire quanto questa Principessa sia ben voluto in tutta Agrahel... prima i raccolti distrutti.. gli animali che si ammalano... ed ora questo..
La ragazza man mano che continua con il suo racconto, mostra sempre più inquietudine...

[fanton95]

"Non sono riuscito a capire bene cosa aveva da dire quel messaggero, maledetta folla. Mi sa che dovrò chiedere in giro cosa sia successo di tanto grave."

Ad Erech non era mai piaciuto relazionarsi con gli estranei quindi cercò un modo alternativo per avere le notizie che desiderava; più in là, verso destra, scorse un ragazzo che sembrava chiedere informazioni ad una persona del luogo, aveva una camicia bianca ed una giacca nera finemente decorata, doveva essere uno straniero anche lui. Si avvicinò con discrezione finché riuscì a sentire chiaramente le parole del cittadino.

...

"Ebbene è scoparsa la principessa, c'è un periodo di siccità e moria del bestiame, deve essere opera di magia ne sono quasi certo. Chissà cosa avrà da dire il principe a proposito, forse dovrei dare una mano una volta tanto."

Si avviò verso le porte del castello con disinvoltura.

[Impaled Janus]

Non riuscì a capire molto di quello che aveva detto lo strillone, un po' per il rumore, un po' per il ritardo, un po' perchè era ancora stizzita per non aver capito che era un vero strillone, non feccia da quattro soldi. Quello che aveva sentito non le piaceva. Voleva saperne di più, tanto era ormai sicura che non avrebbe mai trovato quello che le avevano promesso.
Se lo riappuntò mentalmente:
PENSA: Non fidarti troppo. Non puoi passare da un estremo all'altro così.

Vide quindi che un gruppetto di cittadini stava seguendo lo strillone all'interno del palazzo del principe. Sembravano dei semplici ficcanaso, dei perdigiorno, qualcuno che cerca l'attenzione.

PENSA: Meglio seguirli. Non vorrei che qualcuno avesse davvero idea di immischiarsi in faccende più grandi di lui solo per denaro e fama. Questo mi pare un lavoro serio, per esperti. I civili devono rimanere al loro posto. Dannazione, possono stare al sicuro e si cacciano sempre nei guai.

Si tolse il cappuccio per cercare di capire da qualcuno quale fosse il problema, ma la folla continuava a parlare incessantemente. Riuscì solo a origliare dei discorsi da qualcuno vicino a lui, roba come malattie tra animali, campi in malora e principesse rapite. Malattie tra animali. Campi in malora.

PARLA A BASSA VOCE: Dannazione... non mi piace, non mi piace.

Continuò quindi a seguire il fiume di gente.

Modificato da Impaled Janus, 26 July 2010 - 23:43 PM.

[VAL]

PARLA: Va bene, grazie... Ho capito.

PENSA: Non è vero. Non ho capito poi gran chè, ma da come parla scommetto che se le chiedessi di rispiegarmelo, continuerebbe a farfugliare cose in modo distorto.


PARLA ALLA MASSAIA: Solo un'ultima domanda, se non le spiace. Che cosa potete dirmi della principessa?

Intanto una massa di gente aveva preso una direzione precisa. Leon non aveva ancora deciso se valesse la pena interessarsi e seguire il fiume di gente o lasciar perdere.

[Discordia]

La donna cerca di ricomporsi... è evidente che mostrare la sua fragilità ad un perfetto estraneo la mette parecchio a disagio. Con i palmi delle mani, si asciuga le lacrime che stavano bagnando le sue paffute guancie.
Con un filo di voce... cerca di spiegarti la situazione... o per lo meno, quello che conosce.

La principessa... è sempre stata gentile con noi. E' grazie a lei se Agrahel si sta sviluppando... prima che sposasse Urh... beh Agrahel era un altra cosa. la sua voce viene nuovamente interrotta dal singhiozzare... la donna sembra proprio non riuscire a trattenere le lacrime. Si sentivano voci in questi giorni... voci che dicevano che alla principessa era succeso qualcosa....noi non volevamo crederci; ma questa notizia ne è la conferma.

La ragazza ti guarda, sperando di interrompere qui il discorso... è visibilmente in imbarazzo e non vuole continuare la discussione.

[Reno]

Le parole dello strillone, le parole della gente, il vociare di carestie, di animali, di problemi, di principesse, assurdo, stava per rimpiangere la vita a Salem, almeno lì problemi del genere venivano vissuti con più spensieratezza.
Nonostante tutto aveva colto dallo strillone che il Principe cercava qualunque persona fosse disposto ad aiutarlo, Gander intravide in ciò la speranza di ritrovare i compagni che stava cercando, era probabile che sentito il messaggio si sarebbero recati a palazzo, non fu difficile per il guerriero prendere una decisione.

Pensa: Spero solo che il principe non pretenda di sapere la mia identità, altrimenti sarò costretto a mentire, ma la ricerca dei miei compagni ha la priorità.

Tirò fuori dalla borsa il suo diario e annotò qualche appunto su quello che aveva sentito dallo strillone e dal brusio della gente (tutta roba molto confusa). [Cultura Gr 2]
Si incamminò quindi verso il palazzo, seguendo la piccola folla che si era formata ma tenendosi a distanza, sempre coperto col suo cappuccio, che tra l'altro aveva anche l'utile funzione di ripararlo dal sole, sfortunatamente per il caldo non c'era niente da fare, e lui soffriva maledettamente il caldo.

[VAL]

Non trovando la conversazione ulteriormente utile, Leon scrollò le spalle e si accodò alle altre persone in fila per vedere come le cose si sarebbero poi evolute.

[Discordia]

Il corteo prosegue tra continui brusii e schiamazzi per pochi minuti, mentre camminate tra le vie vi rendete conto del tenore di vita della popolazione di Agrahel. Non sembra esserci infatti spazio tra quelle vie per la miseria e la sporcizia, il villaggio sembra un luogo utopico. Pareti delle case perfettamente liscie, tutte bianche. Viali ciottolati senza escrementi di cavalli... è decisamente un luogo differente da qualsiasi altro paese visitato in precedenza.
Forse solo Basilea con i suoi quartieri altolocati si può definire simile ad Agrahel.

Il palazzo del Principe sorge su di una piccola collina che, permette una completa visione su paese.
Esso è raggiungibile da una lunga scalinata in pietra, controllata a vista da numerosi militi.



Arrivati alla soglia della lunga scalinata, lo strillone si avvia lungo di essa, mentre le due guardie che lo seguivano si fermano ai suoi piedi. Essi iniziano a scrutare tra la folla, senza permettere ai contadini e villici di oltrepassare quella soglia. Evidentemente il Principe non gradisce curiosi....
Anche se è un compito difficile, le guardie iniziano pian piano a scartare le persone conosciute, e le persone che dall'aspetto sembrano essere contadini o semplici mercanti.

Arlette, dato il suo abbigliamento e la sua spada viene fatta passare senza alcun tipo di problemi, la stessa cosa viene fatta per Gander.
Quando arriva il momento per Erech e Leon i duei militi sembrano essere inizialmente titubanti, ma essi non assomigliano a normali paesani... e dopo alcuni secondi vengono fatti passare.

Lungo le scale ora vi sono circa una ventina di persona... tra cui vi sono alcuni guerrieri ed Elfi.

NOTA:Ovviamente potete decidere anche di non salire lungo le scale, ma soffermarvi un attimo tra la folla

Modificato da Discordia, 27 July 2010 - 17:59 PM.

[fanton95]

"Confondermi per un lercio contadino o un mercante, che offesa."

Continuò a salire le scale quando la sua attenzione fu rapita per la seconda volta dal ragazzo da cui qualche minuto prima aveva recepito le informazioni che cercava.

"Sembra di classe, ben vestito e con un atteggiamento poco rozzo e contadinesco... Hey ma quel ciondolo... No non ci credo..."

Il simbolo sul cimelio del ragazzo attirò decisamente l'attenzione di Erech, aspettò prima che la maggior parte del gruppo affluisse verso l'entrata e poi lo fermò trattenendolo per un braccio.

Parla: "Scusa il disturbo straniero ma non ho potuto fare a meno di notare il simbolo sul tuo ciondolo, riconoscerei ovunque quel marchio, appartiene ad una delle famiglie di maghi di Basilea. Beh ti chiederai come faccio a saperlo, in effetti farei meglio a presentarmi: sono Erech Elios figlio di Artius Elios, membro del consiglio della città di Basilea."

Erech non credeva di trovare un conciddatino lì ad Agrahel, anche perché quasi nessuno lascia la ricca Basilea per andare altrove. Lasciò il braccio del ragazzo e guardandolo negli occhi attendeva una sua risposta.

[Impaled Janus]

Prima di entrare nel palazzo fu ispezionata da due guardie sulla soglia del palazzo. Gli bastò un'occhiata per ammetterla nell'edificio. Non era armata di tutto punto per niente. E sii guardarono bene dal perquisirla. Non che avesse niente di pericoloso.
Almeno i civili erano tornati alle loro case. Qualcuno allora aveva del senno in questo posto! Ma non potevano dirlo all'inizio invece di farli venire fino a qui?

PENSA: Mmm, il paese non era granchè, ma almeno il palazzo è degno del suo nome.

Entrata nel palazzo si girò intorno ammirando gli splendidi interni per poi soffermarsi sugli uomini che avevano passato "l'esame". Sinceramente non le sembravano granchè. C'erano anche Elfi... oddio, c'erano anche Elfi. Sì certo, abili guerrieri e arcieri quanto volete, ma non le erano mai piaciuti. Le sembravano troppo... diversi, ecco. Non adatti a una vita d'arme.

Uscì un attimo dal palazzo (diavolo, i guerrieri puzzano sempre!) e incrociò lo sguardo con il ragazzo incappucciato che era stato ispezionato poco dopo di lei. Ecco, le sembrava una persona interessante in mezzo a quella marmaglia. Soltanto qualcuno di ostinato continuerebbe a tenere il cappuccio sotto il sole a mezzogiorno in fondo. Decise di provare a parlargli, se doveva unirsi a questa compagnia tanto valeva iniziare a, non dico fare amicizia con qualcuno, ma almeno tentare un minimo di conversazione. Sfoggiando il suo sorriso migliore si avvicinò all'incappucciato:

PARLA A GANDER: Buongiorno, futuro collega. Non lo prenda come un assalto se la chiamo in questo modo, ma, senza parlar male, i presenti non mi sembrano i migliori sulla piazza. Un mio "sesto senso" diciamo. Lei mi pare diverso. Guardi quei due lì ad esempio: non le sembrano due civili? Hanno anche avuto difficoltà a passare *scuote la testa* O mi perdoni non mi sono presentata *accenna una piccola flessione del busto a mo' di inchino* Arlette Smierc, soldato di ventura. Piacere di fare la sua conoscenza...

Non conoscendo il nome del guerriero, la frase le rimase a metà. Odiava fare brutta impressione.

[VAL]

Le guardie eseguirono un'attenta selezione impedendo a buona parte della gente di salire le scale. Anche Leon fu messo in dubbio per un momento. Il ragazzo attese paziente la decisione dei soldati, dopo di chè, quando finalmente acconsentirono a lasciarlo passare, salì le scale senza darsi troppa pena per l'inconveniente.

Salendo la gradinata, Leon si tolse educatamente il cappello anticipando una sua eventuale entrata nel palazzo. Quella salita diede al giovane novizio l'occasione di scrutare leggermente gli altri avventurieri lasciati passare, una ventina circa di cui la prevalenza guerrieri. Appena ebbe davanti a se tutti gli altri avventurieri, Leon esegui sottovoce un incantesimo di individuazione del magico per analizzare il loro equipaggiamento (quanto meno quello possibile da vedere) e farsi così un'idea di questi venti contendenti.

[Individuazione del magico] Leon si guarda attorno cercando di farsi un'idea degli altri avventurieri.
(Non sto chiedendo una descrizione generale di ogni presente, vorrei solo che il gamemaster mi dicesse in generale se tra di loro ce ne sono alcuni che per un motivo o per l'altro spiccano tra la massa per una caratteristica fisica o perchè hanno qualcosa di poco comune, come appunto un'arma magica. )

PENSA: Non so se sto facendo bene ad imboscarmi in questa storia, ma vorrei tanto sapere che collegamento ha la principessa locale con questa ipotetica piaga.


Mentre il giovane apprendista dava vita alla sua personalissa analisi del contesto, un altro ragazzo gli si affiancò afferrandolo per un braccio. Un gesto che spiazzò leggermente il ragazzo dai capelli argentati. Non si aspettava che qualcuno si interessasse a lui.

PARLA A ERECH: Ehm... Si. C'hai quasi azzeccato, tranne per quello che riguarda i miei pensieri. Non mi sto chiedendo come tu abbia fatto a riconoscermi, mi sto chiedendo cosa tu voglia da me.

Disse la frase con un tono vagamente perplesso. Poi, intuendo che il suo atteggiamento potesse dar vita ad inutili incomprensioni o equivoci, continuò la frase quasi subito.

PARLA A ERECH: Non prenderla male. E' solo che sto cercando di lasciarmi alle spalle Basilea e tutti i suoi abitanti. Beccarne uno qui non è proprio ciò che auspicavo. Leon è il mio nome. Che cosa possa fare per te... Erech?

Modificato da VAL, 27 July 2010 - 23:12 PM.

[Reno]

Presentatosi alle guardie, Gander venne subito fatto passare, d'altronde il suo armamentario e la sua stazza non erano quelle di un villico qualunque, come quelli che vennero rifiutati dalle stesse guardie e spediti indietro.
Se la prese con calma, diede prima un'occhiata la palazzo che aveva dinanzi e invece di di dirigersi subito dentro di esso si avvicinò leggermente al gruppo di persone, fece vagare lo sguardo su di esse alla ricerca dei suoi vecchi compagni, sperava di riconoscerne qualcuno, scartati gli elfi si mise dunque ad esaminare gli umani, era sicuro che se tra essi ci fossero suoi conoscenti ne avrebbe riconosciuto le facce. Inclinò la testa un pò verso il basso in modo che il cappuccio gli nascondesse gli occhi e potesse quindi fissare anche a lungo le persone.
Dopo poco venne però interrotto da una persona che gli parlò.

Pensa: Bè questo cappuccio non può tenere chiunque alla larga.

Un pò spiazzato ascoltò le parole della ragazza, Arlette Smierc, pareva un tipino interessante, quando lei si fermò per le presentazioni Gander ebbe un'attimo di esitazione, forse anche due attimi.

Parla ad Arlette: Ehm...sono...William...William Gladstone. (Il nome del padre fu il primo a venirgli in mente, sul cognome invece non era riuscito a mentire, la spada l'avrebbe tradito, inoltre teneva troppo ad essa e alla sua famiglia per mentirci su, poteva omettere solo il suo stesso nome). Bè come dire, la maggior parte delle persone qui sembrano guerrieri, quei due che mi fa notare non ne hanno l'aria, ma non mi paiono nemmeno alla stregua dei villici che le guardie hanno fatto allontanare, indubbiamente sono, come dire...curiosi??? Per quanto riguarda il futuro, ci andrei piano col definirci colleghi, l'offerta deve prima allettarmi.

La sua voce inizialmente impacciata e timida, prima di sciogliersi un pò, assolutamente in contrasto con una persona che fa di tutto per stare nell'ombra come Gander. Inoltre si sentiva un pò in colpa a mentire, ma per ora non aveva scelta.

Parla ad Arlette: Mi dica, cosa pensa che stia succedendo qui di tanto grave da costringere il principe a chiedere un'aiuto esterno, al villaggio ho colto solo parole confuse

Si soffermò quindi accanto alla ragazza, questa volta però non perse di vista il suo obiettivo principale e continuò a dare qualche occhiata intorno, il palazzo poteva aspettare ancora qualche minuto.

Modificato da Reno, 28 July 2010 - 00:48 AM.

[fanton95]

"Forse sono stato impulsivo, forse non dovevo importunare questo straniero in quel modo, ma è di Basilea e potrebbe sapere qualcosa utile ai fini della mia ricerca. Credo sia meglio allontanarmi adesso ma lo terrò d'occhio, non posso lasciarmi sfuggire un occasione del genere..."

Rifletté qualche attimo alle parole di Leon poi gli rispose, con tono freddo e distaccato.

Parla a Leon: "Scusami per averti importunato ragazzo anzi Leon, ero solo curioso di sapere chi fossi e se provenissi realmente da Basilea. Spero ci rivedremo presto."

Erech si allontanò da Leon accennando un saluto ma sempre osservandolo con la coda dell'occhio.
Poi entrò nel castello e diede un'occhiata sommaria all'ambiente, lesse delle scritte [Cultura Gr1] incise nel marmo sotto le numerose statue e poi si fermò aspettando una eventuale chiamata da parte del principe o chi per lui.