Lezione 5
Come detto nella scorsa lezione, riprendiamo dalle particelle NI e DE (に e で).
Fin'ora abbiamo visto WA, che identifica l'argomento, e KA che funge da "punto di domanda". Aggiungo un particolare importante: La particella KA viene anche usata per costruire pronomi indefiniti, come qualcosa, qualcuno eccetera. Si parte dai pronomi interrogativi "chi, che cosa" rispettivamente 'dare' e 'nani' e si aggiunge un KA finale.
なにか
Nanika
Qualcosa
だれか
Dareka
Qualcuno
Mi raccomando non leggeteli "nanìka" o "darèka", l'accento va posto sulla prima e la terza sillaba in questo caso, dato che ogni parola, anche se unita ad altre, conserva il proprio accento di partenza. La lettura somiglierà quindi a "nàni ka" e "dàre ka".
NI e DE vengono invece impiegate per esprimere complementi secondari, assieme ad altre particelle che tratteremo più avanti.
に
NI, per certi aspetti, è simile al nostro "a", che introduce il complemento di termine e di moto a luogo: "do qualcosa a Giovanni", "vado a Roma". Con la piccola differenza che in giapponese è usato per il complemento di termine e lo stato in luogo statico! (vedremo tra poco lo stato in luogo dinamico con la posposizione DE). Usando il verbo dare, 'agemasu', avremo la frase seguente:
私 は 田中さん に なにか あげます。
わたし は たなかさん に なにか あげます
Watashi wa Tanakasan ni nanika agemasu.
Io do qualcosa a Tanakasan.
NI ha la duplice valenza di funzionare anche per il verbo "ricevere" dove teoricamente andrebbe una particella che corrisponde al nostro "da". Ma NI si ritaglia uno spazio più grande, che svolge le funzioni di ambedue le particelle a seconda dei casi. Introduciamo il verbo ricevere: 'moraimasu'.
私 は 田中さん に なにか もらいます。
わたし は たなかさん に なにか もらいます。
Watashi wa tanakasan ni nanika moraimasu.
Io ricevo qualcosa da Tanaka.
Ciò non vuol dire che in giapponese non esistano le preposizioni DA e IN (che ricordiamo si usano DOPO il complemento e che quindi vanno chiamate posposizioni, al nostro contrario), semplicemente per i verbi dare e ricevere si usa NI. Ci sono altri due utilizzi di NI: uno è lo stato in luogo statico, come detto poco fa:
私 は ここ に います。
わたし は ここ に います。
Watashi wa koko ni imasu.
Sono qui.
'Koko', come potete intuire, significa 'qui', e a questo proposito vi propino i tre semplicissimi avverbi di luogo:
Koko - Qui
Soko - Lì
Asoko - Là
Così sono semplificati, in ogni caso vanno dal più vicino al più lontano. Mi raccomando non dite "asòko", suona molto asoooko, ed è terribile, piuttosto dite "asokó", con le o chiuse di "close". (Non mi vengono esempi italiani perchè cambiano a seconda della regione |: )
Veniamo a 'imasu'. Abbiamo detto che il verbo essere è 'desu', allora cosa significa questo 'imasu'? E che differenza c'è con 'desu'?
Dove l'italiano associa ai vari tipi di esistenza soltanto il verbo essere, il giapponese individua tre tipi di esistenze. Quella nominale (descrittiva, diciamo), quella di azione statica intrapresa da umani/animali e quella di azione statica (che ovviamente può essere solo statica P: ) intrapresa da oggetti inanimati.
Quella statica intrapresa da umani/animali quindi l'abbiamo appena vista ed è associata al verbo 'imasu'. Si usa dunque per lo stato in luogo o per il presente progressivo, analogo alla versione inglese (i am writing -> kaite imasu), che vedremo più avanti. Mi scoccia dire sempre lo vedremo più avanti ma se lo vediamo ora rischio di far esplodere la testa a qualcuno.
L'altro uso di NI, a cui ho accennato lassù da qualche parte, è quello che si usa col verbo incontrare, (strano, sì) ma direi che ne parlo la prossima volta.
で
DE funziona analogamente a NI, ma serve a esprimere azioni dinamiche, insomma il 99% delle azioni. Ne approfitto per introdurre un nuovo verbo, scrivere, 'kakimasu'.
私 は ここ で 書きます。
わたし は ここ で かきます。
Watashi wa koko de kakimasu.
Scrivo qui.
Modificato da Dragon7, 29 July 2010 - 16:05 PM.