MASTER (userò master e Darth all'inizio del messaggio per distinguere)
Una steppa infinita. Caratterizzata da un terreno irregolare che forma dolci dislivelli, così lievi da non poter esser chiamati colline. L'erba è di un verde scuro tendente al grigio come le pianure nella stagione fredda ed infatti il clima è abbastanza rigido, non c'è molto vento e la zona non è umida. Così il freddo non penetra nelle ossa, ma è abbastanza pungente da scoraggiare un avventuriero a dormire nella piana senza un adeguato riparo. Gli alberi infatti sono quasi del tutto assenti. Solo in alcuni punti lontani si scorge qualche pino solitario che spezza la monotonia della prateria. Il resto sono arbusti più simili ad ammassi di erba che a cespugli. Il terreno sembra essere stato più volte sfruttato per la pastorizia. A rimarcarlo il forte odore di ovini che si mischia ad un lieve profumo di fiori che proviene da nord sospinto ed alimentato dal vento leggero. Un sentiero di terra grigia e polverosa, data la pioggia poco generosa in quel periodo, taglia la piana dirigendosi verso il delicato profumo ed è l'unico alleato che permette di evitare la parte battuta e sporcata dagli animali.
La piana sembra immersa nel nulla. La nebbia ne sporca i confini, ma è così leggera che l'occhio uimano può vedere quasi tutta la sua estensione fino all'orizzonte tanto che solo monti lontani risulterebbero velati. L'occhio più allenato di un falconiano o di un elfo, tuttavia, può facilmente negare l'esistenza di montagne oltre la nebbia e di qualsiasi altra cosa se non un cielo limpido ma di un azzurro tenue tradendo la vera natura di vasto altopiano e giustificando quel clima rigido nonostante il debole vento.
Per Darth, Heuru, Lyriel e Nono:
dall'ultima avventura le vostre strade non si sono più separate, diretti a Nord controvento per l'unico sentiero disponibile. E' pomeriggio inoltrato e dopo aver attraversato gran parte di quella steppa avete deciso di riposarvi dalla stachezza e dal freddo. Un vecchio casolare abbandonato vi fa da riparo. Le mura sono ancora solide, ma tutta la parte in legno è degradata e consumata. Dell'edera purpurea ha invaso completamente la facciata dell'edificio ricoprendo anche porte e finestre ed estendendosi fino al tetto. Non è una pianta tipica di quella zona, ma è molto famosa seppur rara e non ci vuole un esperto erborista per capire che è velenosa anche se non letale. Causa dolori lancinanti se viene a contatto con la pelle ed è quindi spesso usata sui fili delle lame per debilitare il nemico anche con un piccolo taglio. Il veleno è contenuto in tutte le parti della pianta ed agisce anche quando è ormai secca, quindi può essere lanciata contro i nemici. Se trattata è utile per creare pozioni lenitive, ma sono pochi coloro in grado di crearle.
L'interno del casolare presenta una grande stanza al piano terra, è completamente vuota, coloro che l'abitavano devono aver deciso di trasferirsi con tutta la loro robba. Il pavimento presenta grossi mattoni marroni di pietra smussata ed è molto irregolare, ma più per difetto di costruzione che per il tempo e l'incuria. C'è un altro piano, ma l'unico accesso ad esso è una scala di legno marcita e collassata ormai inutilizzabile; il soffitto è alto, ma un individuo abbastanza agile non dovrebbe aver problemi a raggiungere l'apertura superiore con un salto.
Darth e Nono si trovano vicino ad un grosso camino che sembra ancora in buone condizioni. Il primo è riuscito ad accendere un po' di vecchia legna e paglia, la seconda è intenta a scaldarsi le mani più per piacere che per necessità, il suo abbigliamento non è adatto a quella zona, ma il suo generoso e nudo corpo è abbastanza temprato da viaggi e battaglie.
Lyriel invece è vicino ad una delle quattro finestre e socchiude gli occhi agli spifferi che colpiscono il suo volto osservando il falconiano. Anche il legno di infissi e finestre è logorato e queste, insieme alla porta, paion più reggersi grazie ai più robusti rami bassi dell'edera che ai cardini arruginiti.
Heuru è fuori intento a raccogliere la vecchia legna ammassata sull'angolo esterno della costruzione. Rinfusa ed incastrata, il falconiano deve aiutarsi con una zampa per tirar fuori la legna migliore. Muove un grosso pezzo e una miriade di piccoli ragni bluastri spunta fuori da sotto invadendo in parte la sua zampa di appoggio.
Per Zenobia:
la falconiana ha appena percorso la stessa strada del vecchio gruppo. Anche lei è stanca ed infreddolita. Il casolare non è molto lontano dal sentiero. L'aspetto non è dei migliori, ma del fumo esce dal comignolo, anche solo guardandolo una parvenza di calore assale il corpo. E poi c'è lui, un altro bianco falconiano, Zenobia lo nota subito, il suo piumaggio candido spicca in contrasto con la facciata purpurea del casolare. E' intento a raccogliere legna, non sembra scontroso, anzi affabile e spensierato, non dovrebbe aver problemi ad ospitare un altro individuo della sua stessa razza anche solo per poche ore.