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Screen Contest #90

Kamikun






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Star Wars 7... o forse 10! Il risveglio di OHMMIATIAAAAA!

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#81 Inviato 12 April 2016 - 15:39 PM

Sorprendentemente mi trovo d'accordo con il tuo ultimo post HROT.
Io credo che il lavoro di Lucas nella trilogia prequel sia stato ampiamente sottovalutato. Infatti tutta la politica e i dialoghi, sono volti a mostrare l'ipocrisia, la cecità e l'inadeguatezza dei Jedi. Lo scontro non è fra male e bene, ma lato chiaro e scuro. Il pubblico infantile tende ad assorciali, ma è pieno di esempi che dimostrano alla fine il contrario. Per esempio i Jedi rinnegano l'amore e le emozioni.

Alla fine Anakin ha davvero portato l'equilibrio: lato chiaro e scuro sono bilanciati, e infatti in episodio VI jedi e sith sono in egual numero (anche quando muore Obi-Wan). La profezia è stata quindi compiuta.
Insomma, l'equilibrio nella forza non può essere portato da nessuna delle due fazioni. Solo l'eterna lotta ciclica in cui nessuno dei due deve prevalere lo garantisce.

Infatti ricordo un pezzo dve yoda dice "una profezia che mal interpretata potrebbe essere".

In realtà imho nei prequel ci sono molte, molte idee belle e interessanti, il problema è come sono scritti.

 

E sul post di HROT, si, Star Wars è per bambini.

E allora? Se una cosa è per bambini vuol dire che gli adulti sono stupidi se la seguono e ci si appassionano? Perché dai tuoi post un po' sento un tono da "voi che lo apprezzate siete stupidi, io intelligente". Correggimi se sbaglio.


Progetto in corso: I Cirilli Stias ™, fatto con MV

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    Martin Ginrai
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#82 Inviato 12 April 2016 - 16:15 PM

Star Wars è una storia, come tante, e Yoda è solo un personaggio come tanti:

 

Quando dico che Yoda può essere "maestro di vita" non lo dico per Luke, ovviamente lo dico per chi guardandolo vede che c'è "more than meets the eyes" (per citare un'altro assurdo franchise) ma c'è una cosa che va considerata:

ci sono maestri piuttosto ambigui, ed altri che le cose te le dicono in faccia, ecco, Yoda è della seconda categoria, quindi... non è che sia migliore di altri, è solo più chiaro,

usa la parola più che i simboli, ma il punto è... che

se uno non è capace di capirlo, non lo può capire,

non per arroganza, è solo che non può in quel momento,

forse più tardi,

o forse anche mai.

 

Se la tua vista al mondo fosse preclusa da un muro, se tutto ciò che conosci del mondo si potesse riassumere in quel muro e tu non potessi assolutamente vedere cosa si nasconde al di là del muro, non potresti dire di conoscere quello che si estende al di là dei tuoi sensi;

ma se d'un tratto tu iniziassi a scorgerlo, pure se il muro non si fosse mai spostato, se per istinto iniziassi a capire con certezza matematica cosa c'è al di là di quel muro, allora si potrebbe dire che quel muro è stato il tuo maestro.

 

Il primo passo è quindi, vedere il muro;

se non si crede che quel muro possa diventare un tuo insegnante, perchè si crede di sapere già cosa sia il mondo, o

perchè si sottovaluta le possibilità di quel muro, di persone, o oggetti

allora non importa se anche ti diranno che lui può / loro possono essere un maestro, non li vedresti mai come tali,

loro non sono, in quel momento, il "tuo" maestro.

 

Yoda è uguale, e lo dice "giudichi forse me dalla grandezza?"

se lo riesci a vedere oltre l'aspetto del personaggio, e l'aspetto che gli ha affidato la società, quello di un "maestro jedi" puoi scorgere che dice delle cose che valgono per Luke, quanto anche valgono per te;

ma se non riesci a vederlo in questo modo, e per te, dopo un'analisi che ti fai sulla base di ciò che sai arrivi a concludere che per te è un infame, allora Yoda sarà un infame.

E va bene lo stesso, è giusto lo stesso.

 

Il fatto è che però quando sei in grado di capirlo, non lo fai con un'analisi sul personaggio, anzi, dopo l'analisi la fai su altre cose.

 

Capire... non è "analizzare" è "contenere" contenere quella consapevolezza con la stessa sicurezza con cui contieni la certezza di avere due braccia e due gambe, o che il cielo è in alto e la terra sta in basso.

 

In questo senso Yoda è un maestro, per chi è "pronto" ad essere il suo allievo.

 

Ma ci sono molti aspetti di tutta la storia che possono diventare a loro volta dei maestri, o della nostra vita, e se Star Wars non piace si può sempre trovare altrove ancora nuovi maestri, perfino nel più innocuo dei cartoni animati, o nella pubblicità più martellante.

 

Quel che Yoda insegna, e che Matrix insegna, e che il tredicesimo piano insegna, è di "non dare per scontato"

poi ognuno di loro lo fa a proprio modo e dà certi messaggi anzichè altri, ma è uguale, va bene comunque, esistono tanti maestri anche senza per forza ricorrere a questi tre.

 

Quel che hai messo sotto spoiler non è sbagliato, ma non è neppure corretto:

 

 

Di non credere a quello che ti viene sbattuto sotto il naso, di porti delle domande, di cercare da solo delle risposte, che le risposte potrebbero sorprenderti, fino al ipotesi finale che perfino dio potrebbe non esistere ma che ognuno di noi potrebbe essere la proiezione di un'altra realtà

 

ma è nel finale che ti concedi una strana libertà

 

 

(e qui poi entra in gioco l'interpretazione soggettiva.. non per forza va preso alla lettera)

 

cioè...

hai "analizzato la cosa" con un tuo metro di paragone, stai dicendo "si questa è interessante come chiave di lettura" e poi però la smentisci dicendo "ma però non è da prendersi alla lettera"

 

Ok, ma... e perchè "no?"

Cioè, se lo prendi alla lettera, se qualcuno lo prende alla lettera, cosa succede?

E poi parli per te? O stai parlando per gli altri?

E se parli per gli altri, perchè senti di doverlo fare?

 

Capisci cosa voglio dire?

Non è una critica, ma è un pò come mettersi un paracadute, dire "le cose possono essere così... ma anche no"

Ed è vero!

 

Però quel "ma anche no" usato a quel modo è il tuo istinto di conservazione,

ed emerge quando una parte di te vuole dire "no io so che le cose funzionano così e punto! (PER ME)"

ma perchè ne sei così sicuro? Perchè non sei in grado di metterlo in dubbio? O di mettere alla prova quelle tue certezze?

 

Ecco perchè "senti" Yoda, lo ascolti, sai cosa dice, ma non lo vedi se non come un infame della storia, stai vedendo un personaggio di un racconto,

e non un maestro lì per te.

 

Yoda stava insegnando a Luke (e non solo a lui) di dubitare delle sue certezze,

stava destrutturando quello in cui Luke credeva, perchè Luke è qualcuno che pensa di sapere chi sia, (conosci altri così?)

e per vedere chi è davvero, al di là di quelle sicurezze, deve fare un passo "al di fuori" di queste ultime.

 

Cioè deve "uscire" per girarsi e guardare di cosa sta parlando.

 

così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva.

 

Per questo quando Yoda deve ancora decidere se iniziare l'addestramento risponde che non se la sente perchè Luke "ha ancora paura"

 

Avere paura cosa vuole dire se non l'avere delle certezze che non si è disposti ad abbandonare?

Yoda sta dicendo che la paura "limita" te stesso e la tua possibilità di crescita, (e conseguentemente di una rinnovata comprensione)

 

A Luke, fino a quel momento, hanno insegnato che la paura è sbagliata, ma Yoda invece ti dice "Devi disimparare quel che hai imparato"

 

Poco più avanti Yoda indica a Luke una parte della foresta da cui Luke si sente attratto e gli dice "lì è forte il lato oscuro" 

quello lì è il proseguio della prima frase, "avere paura" vuol dire avere un limite, il tuo compito se vuoi "crescere" è

"capire" cioè "contenere" il tuo limite, e per farlo devi oltrepassarlo, non c'è un altro modo, ed oltre c'è SEMPRE quello che non conosci, quello che ti fa paura, perchè è nuovo e sconosciuto.

 

In quel momento Luke deve andare perchè quello è il momento in cui lui dovrà avere paura.

E quand'è il momento in cui tu dovrai avere paura?

 

La stessa scena è ripresa in "il viaggio di Arlo" ed è praticamente identica, impossibile non fare il parallelo, e anche lì il senso è lo stesso

"vai oltre a quello che sei, perchè tu non lo sei, tu sei di più e devi scoprire quanto di più sei"

 

Questo passaggio è fondamentale per "capire"

perchè non basta, infatti, dubitare di quello che ti viene sbattuto sotto il naso, porti delle domande, e cercare da solo delle risposte,

troverai delle risposte, te le posso scrivere qui per giorni,

e allora "saprai"

ma sapere non è affatto "capire"

 

per la comprensione serve l'esperienza

e quella la vivi solo quando trovi un reale maestro.

 

L'esperienza è quel qualcosa che ti dice "ecco, qui hai superato quel limite"

In Arlo, ma anche in Star Wars questa esperienza è la visione horror a cui assistono nella foresta, come in tante fiabe...

una foresta, sarà un caso? C'è sempre una foresta,

quando Arlo, o Luke riemergono dalle fresche frasche, non sono più sé stessi, sono persone nuove,

per Luke il processo di cambiamento dura di più, ma è solo per ragioni filmiche, il significato è in quei pochi minuti.

 

Potresti davvero arrivare a capire in quel modo che dio non esiste? (Chiedevi)

Yoda diceva a Obi Wan:

"durante tutta la sua vita lui guardato lontano, al futuro, all'orizzonte! Mai la sua mente su dove lui era! Su ciò che faceva!"

Lo diceva di Luke, ma se uno ascolta questa frase nella migliore delle ipotesi ne trae solo che "Yoda ha dei dubbi sul fatto che Luke sia pronto per diventare un Jedi"

capirla è una cosa diversa:

 

Se tu inizi a ipotizzare "che dio non esiste" potresti prenderlo come obiettivo,

e addirittura crederci, magari,

il chè... va bene, è una verità come tante.

 

Ma il tuo credere e la tua supposizione su cosa si baseranno?

Non si basano su nulla se non sulla necessità di affermare nuovamente la tua individualità, la tua indipendenza dal mondo e da dio.

Se ci si pensa, dio... è infatti da sempre una figura scomoda per affermare la propria individualità... è strano eh? Sarà un caso?

 

Per capire, o crescere, non ci si pone obiettivi, se non capire, o crescere.

Cioè non hai obiettivi se non il gesto che compi in quel momento.

L'unica cosa che esiste è il presente, il futuro non è una preoccupazione, non deve esserlo,

se lo è tu non sei pronto, e che tu lo sia o meno, a diventare un Jedi,

tu segui esclusivamente la corrente, o "le correnti della forza".

 

Lo dice Il maestro Oogway in kung fu panda, altro splendido maestro del mondo del cinema:

"Il panda non adempirà mai al suo destino, né tu al tuo, se non rinuncerete all'illusione del controllo."

 

e di nuovo:

"Yesterday is history, tomorrow is a mystery, but today is a gift. That is why it is called the present."

 

E' l'unico istante in cui realmente tu esisti... il resto è un'illusione.

 

E' importante allora, capire se dio esiste?

Capire se dio esiste, vorrebbe dire che dovresti crescere a tal punto da "contenere l'esistenza stessa di dio" per voltarti e guardare se esiste. 

quindi andare "oltre l'estensione di dio" e questi film, volontariamente, e involontariamente, insegnano a guardare un pò più lontano,

ma non "così" lontano.

 

Significa che non esiste?

Significa che la risposta già la sai, ma sia quella che sia, significa anche che è solo una risposta che ti serve per riaffermare i tuoi confini,

e in questo modo... non si cresce di un centimetro.

 

Quello lì è il lato oscuro di cui tanto parla la saga, e non sembra che sia la strada migliore per vedere dio, per quello, insegna un tale la "ricetta" a base di due ingredienti:

bisogna avere il coraggio di addentrarsi nella selva oscura (uno) e

(due) assicurarsi che " 'l piè fermo" sempre sia " 'l più basso."

 

Toh, ma guarda che coincidenza, una selva oscura, un'altra volta anche qui, e sarà mica un caso?

 

"Il caso non esiste" :fiufiu:

(maestro Oogway)


Modificato da Martin Ginrai, 12 April 2016 - 16:24 PM.

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<<Crede che riuscirà a rispettare un marito che, forse, ha preso la più grossa cantonata scientifica di tutti i tempi?>>

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L'arte é la costruzione del tempio, dove lo Spirito, in virtù del simbolo, del rituale e della geometria sacra, può dimorare costantemente[...]

 

Vitriol

 

 

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#83 Inviato 12 April 2016 - 19:45 PM

E sul post di HROT, si, Star Wars è per bambini.

E allora? Se una cosa è per bambini vuol dire che gli adulti sono stupidi se la seguono e ci si appassionano? Perché dai tuoi post un po' sento un tono da "voi che lo apprezzate siete stupidi, io intelligente". Correggimi se sbaglio.

è un forum, indipendentemente dal tono che uso nella mia testa non c'è modo di farlo trasparire chiaramente

Tu hai scelto di attribuirmi quel tono e dovresti chiedere a te stesso il perchè..

Magari sei proprio tu inconsciamente a pensare che StarWars è per bambini e che ci sia qualcosa di male nel appassionarcisi anche da adulti (non ti sto provocando, è un reale invito alla riflessione)

 

Non hai bisogno della mia approvazione  

Però se vuoi, te la dò XD

..Infatti "ti sbagli" io adoro Star Wars e mi ritengo una persona adulta e matura (il piu delle volte XD)

Purtroppo la conversazione si è fatta un pò più complessa perchè ci siamo addentrati un un campo più astratto e metaforico

 

In realtà il discorso è legato solo in minima parte a StarWars, di cui ho detto che per apprezzarlo bisognerebbe vederlo con gli occhi di un bambino (non necessariamente essere bambini)

E, si.. Consigliavo a "voi"(chi ha problemi ad apprezzarlo) di guardarlo proprio così, non perchè sono "il portatore della conoscenza" ma solo perchè per me così ha funzionato (vi ho condiviso una mia esperienza, quello che poi ne farete è a vostra discrezione)

Per me risulta più godibile se non viene analizzato scientificamente ma se viene semplicemente "percepito"

 

In uno dei post precedenti ho parlato anche di Arte come mezzo di comunicazione per esprimere concetti astratti

La mia tesi, nel caso di StarWars, è che questo canale di comunicazione risulta cosi distorto per via del fanservice da generare dei controsensi o addirittura dei paradossi nella trama e nella caratterizzazione dei personaggi

Queste incongruenze possono portare a interpretazioni, non sbagliate, ma soggettive.. e quindi a svalorizzare StarWars in quanto opera d'arte (sempre basandomi sull'assunto che l'arte sia una forma di comunicazione)

Le mie osservazioni si limitavano a questo aspetto dell'opera a cui ho aggiunto alcuni esempi

 

Poi in realtà non c'è un vero dibattito aperto tra me e Martin perchè, se leggi con attenzione, non ci sono reali punti di disaccordo (o almeno da parte mia, non posso permettermi di parlare per lui), in misura diversa sosteniamo più o meno le stesse cose.. è un pò come guardare uno stesso oggetto da tante prospettive diverse, a volte può trarti in inganno ma se ne comprendi la natura saprai esattamente che forma ha anche a occhi chiusi 

 

Infatti (nel mio immaginario metaforico) lui basa le sue affermazioni sulle sue percezioni e io (da ignorante) mi contrappongo interrogandolo su come fa combaciare le diverse prospettive, che non rappresentano l'opera nella sua interezza ma che sono solo illusioni soggettive (a volte anche molto discordanti tra loro)


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#84 Inviato 13 April 2016 - 14:55 PM

Infatti (nel mio immaginario metaforico) lui basa le sue affermazioni sulle sue percezioni e io (da ignorante) mi contrappongo interrogandolo su come fa combaciare le diverse prospettive, che non rappresentano l'opera nella sua interezza ma che sono solo illusioni soggettive (a volte anche molto discordanti tra loro)

 

prego?


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#85 Inviato 13 April 2016 - 18:06 PM

In tutti i miei post ho sempre sostenuto che per me il modo migliore di godere dell'opera non è analizzandola

Ma poi, a te, ho proposto un analisi del personaggio di Yoda

L'analisi proposta nel precedente post è un esempio di un interpretazione solo apparentemente oggettiva.. (è un illusione.. in realtà è soggettiva)

Ho volontariamente usato gli errori dell'opera per distorcere il messaggio (da qui "ignorante".. ho dovuto ignorare cose che io stesso ho detto per proportela)

 

Un personaggio saggio che non segue i suoi stessi insegnamenti non può essere preso come esempio per trarne un insegnamento (o se non altro per divulgarlo), non sarebbe saggio

Ma allo stesso tempo la sensazione che trasmette è, che quello che dice, abbia un fondamento, quindi sarebbe saggio non ignorarlo 

 

La domanda (interrogazione) è: 

Si può trarre un insegnamento da qualcosa di cosi paradossale?.. Qualcosa che contraddice se stessa?

E la risposta è: SI, certo che si può

Ma non lo fai affidandoti a un analisi logica, lo fai basandoti sulle tue sensazioni.. sostanzialmente scegli in cosa vuoi credere e nel momento in cui ci credi, lo assimili.. lo fai tuo.. 

(Per questo non posso essere in disaccordo con quello che dici)

Ma non essendoci un interpretazione univoca non si può dire che tu abbia realmente compreso il messaggio dell'opera, perchè ci sarà sempre qualcosa che continuerà a sfuggirti.. ovvero quella parte che hai deliberatamente scelto di ignorare.. (che è quella che io ho chiamato "distorsione" del messaggio)

 

..Dal mio punto di vista questo non dipende da una tua mancanza (io in realtà sono incline a condividere al tua visione) ma da una mancanza dell'opera stessa

Questo a mio avviso è causato da un eccessivo fanservice e per questo motivo non posso far a meno di sottolineare che l'opera, per quanto possa essere istruttiva, non è ottimale per il dibattito (cosa che mi sembra che condividi ma di cui non sono certo) 


Modificato da HROT, 13 April 2016 - 18:09 PM.

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#86 Inviato 13 April 2016 - 22:05 PM

No, non è così:

 

 

sostanzialmente scegli in cosa vuoi credere e nel momento in cui ci credi, lo assimili.. lo fai tuo..

 

Non funziona in questo modo, se tu credi in qualcosa non è che lo "assimili"

non basta credere a una cosa per farla tua.

E' complicato perchè stiamo usando delle parole per spiegare concetti che non si spiegano con le parole.

 

 

Poniamo che c'è qualcosa in cui si può credere, ma in cui ancora non crediamo in questo momento.

Ad esempio, ti poni una domanda... qualunque, a cui non hai una risposta,

senz'altro una domanda così ce l'hanno tutti, trovato la tua?

 

A questo punto, dove si trova la tua risposta, che non hai?

 

 

 

Per usare il tuo termine, non l'abbiamo ancora "assimilata"

non è una cosa che fa parte di te, meglio ancora, non è una cosa che senti far parte di te;

per cui si può dire che da "qui a qui" ci siamo noi

e da "lì a lì", c'è la tua risposta, che però per ora non posssiedi.

 

 

E' sbagliato quel che ti sto dicendo, ma aiuta a farsi un'immagine di come funziona:

 

tu e la tua risposta futura, siete due elementi distinti che non si compenetrano, occupate spazi differenti.

Quindi, quella cosa è "al di là" di ciò che conosci.

E tutto quel che tu conosci, sei semplicemente tu, perche il mondo per come lo vedi, (come anche tu stesso hai scritto fra le righe)

è soggettivo, niente di ciò che esiste nel tuo mondo è "oggettivo", passa sempre attraverso di te.

 

Quindi il mondo, la realtà, sono al di qua, del tuo confine, mentre quello che ancora non sai è al di là.

 

Qui

tu sai come funziona, hai una percezione precisa e fisica delle tue impressioni:

al di là invece del tuo confine quello che vale all'interno dei tuoi confini non conta più, perchè è un altro mondo.

 

"Come lo so?"

Non dico "credimi" dico "concediti di credere che lo so"

 

Tu usi le parole per spiegarti nella tua realtà?

Allora "lì" le parole non funzionano più, e per comunicare "al di là" di quel che sei

ti serve qualcosa di diverso delle parole, un linguaggio simbolico un linguaggio emotivo.

 

Non esiste un concetto unico lì, perchè "tutto" fa parte del "tutto", ed è in pratica lì il "Santa Sanctorum dei jedi,

lì c'è la comprensione de "la forza" di cui parla Yoda,

quella che ci penetra e ci mantiene integri, e che attraversa tutto il cosmo.

 

Però attento:

se tu dai a lei un nome, (come è stato anche fatto), e dici "è l'energia vitale"

già stai limitando con le parole un concetto talmente "pieno" che non puoi spiegare con le parole

e che è, si, energia vitale, ma anche non lo è.

 

Però puoi pensare "ok, ma essendo comunque energia vitale, almeno in parte io capisco la forza"

no, perchè non sai in che senso è energia vitale, o perchè lo sia, non sai quale verità si nasconda dietro quella definizione.

 

Non è che "credi" a una cosa, e allora l'assimili, non assimili nulla, assimili un concetto, una conoscenza, un sapere,

e questo, magari, ti permette di rispondere in modo comprensibile ad altri se ti chiedessero cosa ne pensi.

Vedi che quello che scrivo è molto astratto:

 

"Dimmi la tua sulla questione"

"eh per me la questione è così e cosà"

 

Sono congetture però,

io, non posso sapere se chi mi parla lo fa per congetture o perchè capisce, non sempre almeno,

ma lui si, lui può vedere, sentire, e anche capire la differenza di quel che prova in prima persona e che conosce.

 

Se tu, credi in qualcosa e basta, resti qui, nei tuoi confini, non è che vai "di là" non entri nella selva.

 

E' un pò come fidarsi di qualcuno perchè senti di poterti fidare, ma non vuol dire che la tua fiducia sia ben riposta, è solo una tua impressione.

 

Se vai "di là", invece, e torni indietro non devi più "credere" poihè il credere è una conseguenza del fatto che sei stato lì, non la causa, o il senso.

E perchè sei stato lì, puoi capire cose che prima non capivi.

 

Quello che è nella "selva oscura" dantesca, o nella jungla di  Dagobah, o nella foresta di liane di Arlo, che è nella pancia del lupo di capuccetto rosso, nella foresta del libro della jungla, o nel sonno o morte de la bella addormentata, di biancaneve, nella pancia del pescecane di pinocchio o di Jona, non è in questa realtà, non lo puoi trovare in te o intorno a te,

perchè intorno a te,

ci sei sempre te.

 

Come dicevo negli altri post, quel che permette di capire è l'esperienza, unita alla impreparazione,

tu cambi registro, quando non ti sta bene come sei, quel che hai vedi, o vivi, o senti,

e allora affronti la selva,

non è che la cerchi, la trovi, si presenta lei davanti a te.

 

L'entrare, (senza interrogarsi adesso su cosa vedrai o dovrai affrontare lì) il solo entrare, causa il cambiamento parziale o totale di ciò che comprendi.

 

Quando io parlo di quel che capisco, sto parlando di quello che ho capito attraverso l'esperienza,

la selva l'ho penetrata, ci sono stato, e sono tornato indietro;

e la mia esperienza è unica perchè com'è intuibile, non è quella degli altri.

 

Si usa parlare di "un bosco, una caverna, una selva oscura, la pancia di qualche bestia mitologica"... ma alla fine ognuno vedrà dell'altro, che non puoi spiegare a parole, perchè se lo fai suona infinitamente stupido, ti suona sempre incompleto, perchè dai delle etichette a qualcosa che è la pura "comprensione"

è per "spiegarlo" a chi non è stato lì che utilizzi una simbologia,

come una selva, come Dagobah.

 

Se ci sei stato, basta una volta e automaticamente tu la comprendi, e in tutte le sue forme, tutte le volte che si palesa in una situazione in una opportunità, in una storia finta o un evento reale, la vedi lì.

 

Ma se non ci sei mai stato, per te il pescecane di pinocchio è solo il pescecane di pinocchio, e vedi solo un aspetto di quella "selva" che puoi analizzare solo con le parole e gli strumenti che hai qui, ma che non lo sai, ma non si può spiegare o descrivere con gli strumenti di cui disponi qui.

Puoi impegnarti quanto vuoi, ma è una perdita di tempo.

 

Cioè "qui" non la capisci, per quello spessissimo attraverso i racconti si dice "come fare" per arrivarci e visitarla,

perchè è lì, si, ma vuole essere visitata non è una cosa immobile che uno deve ignorare, e lo devi fare da solo.

Prima dell'aspetto di strumentalizzazione delle religioni, è l'obiettivo di tutte le religioni.

Tutte le religioni mirano solo a mostrarti "quello" a farti vedere come ci si arriva.

 

Non stupisce che quindi Star Wars sia preso così sul serio nella propria religione, e non esclusivamente da pseudo Nerd e fan.

 

Non vuol dire dover capire un intero film, perchè il film è la fusione di "fantasia" e "immaginazione"

la selva è immaginazione, Merlino che fa le valigie è immaginazione, il tappeto di Aladdin, è immaginazione,

la morte nera è fantasia, gli stormtrooper, i piani della principessa, sono fantasia.

 

L'ho detto nei post precedenti, separare le due cose non è semplice, ma lo diventa (in parte) quando ottieni l'esperienza nella selva e quindi la comprensione di più cose.

Allora lì ti è chiaro, e lampante che nella bella e la bestia, la teiera della signora in giallo è immaginazione, mentre lo specchio che mostra la bestia è fantasia.

Non capirai "tutto" ma quelle cose stai sicuro che le capisci.

 

a quel punto non è che tu debba credere per ottenere il consenso di altri, il credere è una conseguenza di quello che puoi comprendere in più di prima,

e il fatto di volerlo esternare, è perchè improvvisamente acquisisce un'importanza sopra tutte le altre, sopra qualunque cosa.

 

Per la persona che sa, ma non capisce è importante che Star Wars sia un bel film, una figata, con un bell'intreccio, pochi buchi di sceneggiatura, senza jar jar, e con delle belle morali forti, solide, che magari ti insegnano qualcosa.

 

Per chi capisce, Star Wars è solo uno strumento per mostrare o ribadire, (che non è mai abbastanza) che c'è molto altro "al di là di te" di quel che vedi, e ti dice pure come si fa ad andare lì.

 

Cinque minuti? si, cinque minuti, poi il resto cerca di introdurti o approfondirti quei cinque minuti, ma basta anche solo la parte su Degobah.

Il resto non ha importanza... probabilmente potrebbe qualora lo si capisse, ma

ci sono cose che basta sapere a altre che serve capire,

l'immaginazione la capisci, la fantasia, ti basta saperla.

 

 

Non esiste una "distorsione" del messaggio, niente ti può distrarre, perchè quello che tu vedi del film, è solo quello che puoi vedere del film, o di una storia... se anche uno te la dice per quel che è, cosa che è impossibile, tu non la vedi, non puoi.

 

Il messaggio non è per tutti, ma solo per quelli che sono abbastanza cresciuti da iniziare ad afferrare il messaggio.

 

Quando Yoda dice che devi disimparare quel che sai, intende che devi annullare tutto quello che sei,

dimenticare tutto quello che sai,

tu non esisti lì, quindi non puoi prendere e andare lì sapendo che sei lì.

 

Tu qui hai delle tue idee, sei nei tuoi confini, e vuoi "integrarle" con le conoscenze nuove e le comprensioni che sono nella selva, ma non funziona così, non c'è "tu" non c'è desiderio di capire, non c'è niente di quello che qui conosci, inclusa l'immagine che ti sei fatto di te stesso.

 

Quando sei qui, sei tu, lì non lo sei, non devi esserlo, perchè se lo sei, non sei lì. XD

 

Lo vedi quant'è incasinato spiegarlo usando le parole?

 

I Maestri, usano storie, simboli per dirti queste cose, perchè non funziona con quello che sai, devi arrivarci tu, prima per intuizione, e poi lasciare indietro anche quella, e dopo... se ne riparla. Tanto non c'è fretta la selva non scappa.

 

E' sempre lì, è come Paperopoli.

C'è un maestro che me ne parlò così, sebbene io ci fossi già stato al tempo, ma stavo cercando di approfondire la mia esperienza, mi fece questa domanda, che è a metà fra una prefazione di Vincenzo Mollica, e un adagio zen.

 

"Che ore sono, adesso... a Paperopoli?"

 

E' sempre la stessa ora, perchè Paperopoli è una città immaginaria, è sempre lì, ed è sempre alla stessa benedetta ora,

anche quando è notte, anche quando c'è la didascalia "cinque minuti prima..."

quando la vedi, è lì,

non la vedi? E' ancora lì

 

La selva è uguale, che sia quella di Dante, che sia il Pescecane di collodi, che sia la foresta di Dagobah, è immaginata.

Ma le persone tendono a dire "beh se è immaginata allora non esiste"

no, è qui il casino, esiste, esiste eccome, ma non esiste "qui".

 

Questo, risponde, o vorrebbe rispondere anche alla domanda del "come fai a far combaciare le diverse prospettive"

il fatto è che combaciano perchè a me è dato modo di vedere la MIA verità, e non quella degli altri.

Ma gli altri la possono pensare diversamente e quindi la loro verità è diversa,

però non è che dico "si, e la rispetto" perchè non voglio interferire o "ferire" la sensibilità altrui, com'è uso comune fare.

E' perchè so che non esiste un'unica univoca verità.

 

In tempi antichi si erano già resi conto che nonostante ne si possa vedere solo una alla volta, le verità sono molte più di una, ed è sapendolo che puoi permetterti di "non dare per scontato" quello che conosci; il tredicesimo piano magari ti dice di non dare per scontata la realtà, ma se davvero è così o se non è così, dipende da quanto tu sei sensibile a quell'informazione, non da come te lo dicono, sei tu che fai la differenza, non il mezzo, o l'informazione.

 

C'è una vecchia leggenda che parla di un principe, il quale semplificò questo "universo" di verità raccogliendone settantadue aspetti, e chi è venuto dopo ha adottato queste settantadue chiavi di lettura della realtà, come dire che esistono settantadue modi di intendere la realtà.

 

Ma non è vero, lui ha semplificato un modello più complesso e anche quello precedente era frutto di studi e ricerche,

quante siano le verità possibili, cioè, i modi di vedere la realtà che possiamo conoscere, non ha una reale importanza:

saranno migliaia?

milioni?

saranno infinite chiavi di interpretazione?

 

Fossero anche solo una manciata, questo qui te ne porta fuori settantadue... ma tu vedi solo la tua, e vuoi vedere solo quella, e non la vuoi abbandonare perchè è quello che ti permette di definire quello che sei.

 

Se anche fossero solo due, non ti interessa di mutare la tua verità, perchè farlo vorrebbe dire che allora tutto è possibile e quello che credevi vero non è mai stato vero.

 

Questa è un'illusione, molto diffusa perchè viviamo in una società materialista:

è il contrario, quello che era vero è vero lo stesso, anche se non lo puoi più interpretare con la nuova verità e ti rimane il punto interrogativo sul suo senso.

 

Io so che sono "tante" per questo, anche se i pezzi a volte sembrano non combaciare, non importa,

perchè ci saranno sempre cose che non comprenderò e altri modi di percepire la verità che non ho ancora esplorato,

 

Non avrò mai il dominio su tutte le verità o sulla verità assoluta, questo è quello che vorrebbe Palpatine, una galassia ai suoi piedi, sotto il suo controllo.

Ma non puoi affrontare queste faccende se prima non abbandoni l'illusione che hai imparato qui di avere il controllo.

 

In Star Wars queste "verità" sono le "vie della forza" lo scopo dei Jedi è introspettivo, non cercano il potere, o l' avventura, "a queste cose un jedi non ambisce" dice Yoda, ma...

...

Le hanno.

 

Indubbiamente, le hanno, perchè se perdi l'illusione del controllo sul tuo destino, il tuo potere cresce in modo esponenziale, è enorme e te ne accorgi, non puoi non accorgertene.

Ma il potere è solo un effetto collaterale dell'aver lasciato la cloche del controllo, non è un tuo merito, è che ti stai affidando a qualcos'altro che inizi a percepire e che non sai spiegare, ma che cambia totalmente le tue percezioni e le tue sicurezze.

 

Io la chiamo "l'universo" altri la chiamano "dio"

si,

boh,

no....

è che alla fine anche queste sono solo etichette, e per questo generano sempre solo confusione e incomprensioni, e se si nomina quel nomignolo di tre lettere lassopra... andrebbe sempre tenuto a mente, per non rischiare di prenderlo troppo sul serio per qualcosa che non è.

 

 


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<<Crede che riuscirà a rispettare un marito che, forse, ha preso la più grossa cantonata scientifica di tutti i tempi?>>

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#87 Inviato 14 April 2016 - 19:24 PM

"B.. Buon.. per.. te?"
*Indietreggia lentamente con sospetto misto a preoccupazione nello sguardo*
 
Scherzi a parte.. Apprezzo che tu abbia voluto condividere la tua epifania (non credo che ti sia riuscito molto bene ma capisco la difficoltà e lo sforzo) purtroppo hai fatto un passo di troppo
Mi piace come hai descritto "il messaggio" quasi come una mappa
Non ho mai avuto l'ardire di spingere così "oltre" la conversazione 
Io fin'ora mi sono limitato a parlare SOLO del "messaggio" che già di per se richiede una bella dose di astrazione
E continuo a sostenere che ci sono "mappe" più pulite che permettono più facilmente di raggiungere questa "porta mentale"
 
 
Se proprio mi devo sbilanciare a dare un opinione anche sul "viaggio" e il "cambiamento"..
Ritornando in tema Star Wars non sono pienamente d'accordo sul fatto che "disimparare" significhi "annullare se stessi" infondo Luck ne esce, si, come una persona nuova ma rimanendo fedele a se stesso 
La stessa cosa vale anche per Dante, Pinocchio o qualunque altro personaggio abbia varcato quella soglia.. quel "disimparare" lo interpreterei esclusivamente come un "accettare il cambiamento"..o anche "mettersi in discussione"..
..e, si, si può anche dover arrivare ad annullare se stessi se la nostra natura è tale da dover affrontare un cambiamento cosi drastico (vedi persone pesantemente indottrinate in america negli anni 60'70'), ma al giorno d'oggi, il più delle volte, non è cosi traumatico 
 
Non avrei dedicato un wall of text per sottolineare che l'ignoto (entità astratta) viene rappresentato con "la selva"..
Ma in questo caso, anche se viene metaforizzato con un luogo, ti sbagli, "ignoto" significa sconosciuto NON incompreso
 
Paragonandolo a un viaggio in un altra dimensione credo che tu abbia descritto impropriamente questa "esperienza mistica" .. è, si, "un viaggio" ma introspettivo, dove non c'è bisogno di sapere nulla di più di quello che già sappiamo  
..perchè quello che cerchiamo lo dobbiamo trovare dentro noi stessi
 
Quando facciamo autoanalisi si ha spesso quest'impressione di "grandezza incontenibile" che "va al di là" della nostra comprensione.. ma è un illusione, non è "perchè non la comprendiamo" (è compresa in noi.. la "conteniamo"), è solo che non riusciamo ad analizzarla.. la comprendiamo (conteniamo) senza capirla, senza conoscerla
 
Mi spiego meglio:
Nell'analisi c'è una parte osservatrice e una parte osservata.. nella vita quotidiana noi siamo gli osservatori e il mondo è la parte osservata
 
Quando ci auto analizziamo diventa più complesso, la mente si scinde in 2 entità, osservatrice e osservata..
Finita l'analisi però arriviamo a chiederci
Se l'osservatrice osserva l'osservata chi osserva l'osservatrice? (magari rileggetela un paio di volte, non è uno stupido scioglilingua, è importante)
..E allora dividiamo in due l'osservatrice e continuiamo l'analisi, approfondendo cosi quali criteri di giudizio ha adottato l'osservatrice per analizzare l'osservata
 
Virtualmente puoi andare avanti in questa spirale all'infinito.. l'osservatrice per via della sua stessa natura sfuggirà sempre in parte all'osservazione
Nella realtà le continue suddivisioni, prima o poi, conducono la mente a un punto in cui le funzioni cognitive, dedicate alla parte osservatrice, non sono più sufficienti ad analizzare l'osservata
..e si resta quindi con questo senso di incompiutezza
Ma non significa che quella parte non ci appartenga.. è sempre parte di noi e va accettata 
 
Questo è il nostro "lato oscuro" e pur non capendolo DOBBIAMO dominarlo (tanto è vero che Luck vede se stesso sotto il casco di Dart Fener  dopo averlo decapitato) 
Questa è una transizione che in genere avviene durante l'adolescenza (poi, che nel mondo moderno, per alcune persone, l'adolescenza duri una vita intera è un altro discorso) 
 
Però condivido pienamente che non siano concetti facili da esprimere con le parole (soprattutto se non si conoscono le parole giuste) e proprio per questa ragione fino ora non mi sono spinto oltre al "messaggio"
il resto essendo un esperienza introspettiva individuale, per quanto possa essere interessante, credo che ognuno debba sperimentarla autonomamente.. parlarne ha poco senso

Modificato da HROT, 15 April 2016 - 05:47 AM.

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#88 Inviato 15 April 2016 - 19:04 PM

Fammi capire, le tue sono supposizioni del "io penso che sia così perchè credo abbia più senso così..."

o nascono dall'esperienza personale? Perchè è molto confuso quel che hai scritto e troppo spesso esce dal seminato.

 

Cioè:

Questo genere di "percorsi" sono il mio pane quotidiano da anni, e

con ciò non sto dicendo di essere "migliore" degli altri, sto dicendo che però sono parte di un' "esperienza" ben precisa, esperienza che la gente che vive da "Mr Anderson" per intendersi, non ha la più pallida idea di cosa voglia dire.

 

Sulla condivisione:

Io non ho condiviso mica niente della mia esperienza, non l'ho descritta, non ho detto nulla che facesse supporre come sia stata o quando o dove, cosa ci abbia guadagnato e cosa ci abbia perso, ma...

ho voluto mettere in chiaro che è una cosa che non so per "sentito dire" ma per esperienza diretta, il problema è che queste esperienze non si possono raccontare senza scadere nel ridicolo, si vivono e basta,

Certo le puoi raccontare se uno è curioso di sentirle, ma non esiste un testo tanto lungo o dettagliato per trasmetterle a chi legge, non esistono parole che racchiudano la totalità dell'esperienza, chi ascolta deve avere la mente molto aperta, e non giudicarti... altrimenti di norma Indietreggia lentamente con sospetto misto a preoccupazione nello sguardo.

 

Un conto è leggerne, e un conto è farle, ma una cosa posso assicurartela senza andare troppo a fondo in quella che tu chiami auto-analisi, se inizi a mettere alla prova le cose in cui credi a un certo punto vedi che iniziano a cadere una dietro l'altra come fossero un castello di carte.

 

Non dico Ignoto se devo dire Incompreso, se dico "incompreso" è perchè uso il linguaggio migliore per illustrare la cosa, la cosa che, ricordo, non si può spiegare con parole, non perchè "è difficile" ma perchè "non si può" nessuno l'ha mai spiegata a parole.

 

 

Sulla bontà di certe "mappe"

Non esiste l'idea che "la mappa è confusa rispetto ad altre" l'ho detto, la mappa è così perchè deve essere così;

se la si vede, allora significa che quel "film" (nel nostro caso) potrebbe essere un buon maestro,

se non la si vede, la colpa non è della "mappa" nè del "maestro" è solo che noi non siamo pronti o che quel maestro non è quello più adatto a noi.

 

Non è una questione di mappe più pulite o meno pulite per raggiungere questa "porta mentale" (come tu l'hai chiamata)

è come ti ho spiegato sopra parlando delle "vie della forza" tu hai settantadue modi differenti di muoverti sulla mappa,

(e solo perchè qualcuno un giorno ne ha redatti 72, prima erano infatti 360)

360 vie erano troppe, facciamo meno, facciamone 72, ok...

ne hai 72, ma non ti schiodi dalla tua.

 

Capisci qual'è la questione?

La questione non è che la mappa è sporca, ma che seguire il percorso non è contemplato...

pensiamo, anzi, la gente pensa che basti "sapere" quella cosa perchè... c'è una necessità di conoscere, la gente vuole conoscere per sapere più di te, per essere migliore di te, e non dover indietreggiare sulle proprie scelte o le proprie credenze.

 

Così non possono vedere nulla al di là della loro realtà, e nemmeno prendere in considerazione l'idea che le cose non siano così scontate.

Magari saranno in grado di esprimere l'idea che "beh la realtà in fondo è soggettiva" ma nonostante tutto dentro di loro sosterranno sempre che la loro realtà è migliore di quella che gli altri vedono, non sono disposti a lasciarla senza una garanzia... ma non c'è una garanzia:

Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò

 

Non è la mappa ad essere sporca, sono i loro occhi.

 

 

Sul disimparare

Disimparare, significa due cose:

la prima è "non dare per scontato"

cosa?

Tutto, per iniziare a dubitare di quel che si è sempre creduto valido,

non serve "credere ciecamente al dubbio"

basta lasciare che in noi vi sia, una vocina che ci dica "si ma se invece...?"

 

 

La seconda è annullare quel che si è, ovvero il contatto con i propri ego (dò per scontato che si sappia che noi non abbiamo un ego, ma molteplici).

 

Non vuol dire "dimenticare" ad vitam, vuol dire dimenticare chi si è fin tanto che si attraversa quella "soglia" e...

non è che ci sia una scelta, in realtà, quando si riesce ad escludere gli ego in noi quella soglia si apre all'istante,

emerge solo allora quello che siamo, e non quello che abbiamo appreso nella vita, o che ci hanno insegnato o che abbiamo imparato ad attuare come comportamento, quelli sono solo ego, tu che leggi... sei un ego.

il vero te, è il te con la T maiuscola, non è "filippo" "mario" "angelo" "rebecca" è semplicemente "Tu" ed è di gran lunga più scaltro e onesto di qualunque ego tu abbia.

 

Quando poi si "esce" tutto torna come prima (tranne eventualmente quella che è la tua percezione del mondo)

quindi disimparare non significa che

"oggi ho fatto così, da domani cambio tutto"

no,

è "oggi ho fatto così, domani potrei ancora fare così, oppure concedermi di fare dell'altro" però guarderai le cose in maniera molto diversa, anche attuare gli stessi comportamenti diventa tutta un'altra esperienza, è come se qualcuno riavvolgesse il nastro (come sono vintage) e tu ripartissi dall'inizio.

 

 

Sull'autoanalisi

L'auto-analisi, come tu l'hai definita, in questo senso non è un gioco di scatole cinesi come quello che hai descritto.

Esiste solo il mondo osservato e l'osservatore, se sostituisci il "mondo" con te stesso, tu diventi l'osservato E l'osservatore.

 

L'osservatore si chiama intelletto... ma c'è un ma, l'intelletto NON è una funzione della psiche, e dal momento che noi siamo la nostra psiche, non sono ancora riusciti a spiegare scientificamente cosa sia l'intelletto, o a chi appartenga.

 

l'intelletto è, per usare una simbologia, un'area di confine fra "l'aldiquà" e "l'aldilà che non conosci e non comprendi."

 

Molto spesso nell'autoanalisi si resta fermi nell'area dell'intelletto, la si può esplorare e si possono anche ottenere dei vantaggi significativi, attraverso la Pnl, ad esempio, creando un laboratorio mentale, per auto-riprogrammarsi.

 

Non si esce però dal giogo dell'intelletto, vedi che se esistono delle "mappe" vuol dire che ci sono dei percorsi ben precisi per attraversare quel confine, non è che può capitare sempre per caso... può capitare si, se sei pronto capita anche... ma non è così scontato.

 

Questi percorsi sono scritti un pò ovunque in realtà, ma ognuno trova il proprio, oppure non lo trova affatto, non è una gara, ma è un pò lo scopo per cui si esiste, diciamo lo scopo di base, poi magari ce ne saranno degli altri.

 

Uno dice "come si fa a dirlo così? Sembra chiaramente una strunzata!"

E io dico "fate quell'esperienza e poi se ne riparla" so che dire così "taglia un pò le gambe" ma... bisogna provare, non limitarsi a leggere, studiare, informarsi sulle esperienze altrui, scorrere post, bisogna "fare" solo dopo se ne capisce il senso.

 

 

Su questi filmSsss

Questi film sono importanti proprio per questo,

non tanto per quel che il regista voleva o sapeva di...

o non sapeva e l'ha fatto uguale... sentieri da percorrere o meno,

il fatto di usare dei simboli è altamente sottovalutato, ma in verità il simbolo è qualcosa che in qualche modo inizia già a sintonizzarci in una certa direzione anzichè un'altra.

 

Il simbolo da solo porta ispirazione a chi lo guarda, trasmette a livello sottile, ha infinitamente più potere dell'uso delle parole, purtroppo però,

di qua dello specchio, noi usiamo le parole per comunicare, allora serve che se non si dispone di un simbolo, la stessa parola possa costituire una simbologia.

 

Non è che perchè Lucas ha aggiunto la CG la gente si sia ricordata di Star Wars, se ne parlerebbe ancora e comunque perchè

la simbologia di Star Wars, così come in Matrix, è molto diffusa, ed è questo a rendere il film così speciale o unico nel suo genere.

 

Un tale diceva "il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" anche lui era un pò come Star Wars, aveva ben intuito la forza dei simboli.

 

 

Infine:

prima che Flame venga a irrompere dicendomi che non devo parlare di esoterismo, chiudo la questione dato che l'OT è durato molto a lungo, e che qui si parlava di Star Wars.

Il fatto è che non parlo perchè "uno mi ha detto che" la mia esperienza è mia, si... e proprio per questo la mia esperienza è anche vostra, questo probabilmente lo capiscono pochi.

Ma quando si inizia ad affrontare temi di un certo tipo, avendo esperienza diretta, non voglio che si esca dal seminato, i...

uhmm...

fraintendimenti, sono dietro l'angolo, e se si iniziano a dare per scontate cose che non si sanno

si rischia di trasmettere un messaggio del tutto fuorviante e interpretato a cazzo.

 

In questo caso, non è buona cosa discutere sul "la mia impressione è..." non sono temi da affrontare senza una preparazione in merito, o

ancora meglio, un'esperienza diretta.

 

Ne convengo, poi, quello di dover reindirizzare i binari sulla strada giusta è un difetto mio, ma quello...

è un ego di cui non sono ancora riuscito a sbarazzarmi, diciamo che ci sto ancora lavorando su.

 

Fine Off Topic


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