No, non è così:
sostanzialmente scegli in cosa vuoi credere e nel momento in cui ci credi, lo assimili.. lo fai tuo..
Non funziona in questo modo, se tu credi in qualcosa non è che lo "assimili"
non basta credere a una cosa per farla tua.
E' complicato perchè stiamo usando delle parole per spiegare concetti che non si spiegano con le parole.
Poniamo che c'è qualcosa in cui si può credere, ma in cui ancora non crediamo in questo momento.
Ad esempio, ti poni una domanda... qualunque, a cui non hai una risposta,
senz'altro una domanda così ce l'hanno tutti, trovato la tua?
A questo punto, dove si trova la tua risposta, che non hai?
Per usare il tuo termine, non l'abbiamo ancora "assimilata"
non è una cosa che fa parte di te, meglio ancora, non è una cosa che senti far parte di te;
per cui si può dire che da "qui a qui" ci siamo noi
e da "lì a lì", c'è la tua risposta, che però per ora non posssiedi.
E' sbagliato quel che ti sto dicendo, ma aiuta a farsi un'immagine di come funziona:
tu e la tua risposta futura, siete due elementi distinti che non si compenetrano, occupate spazi differenti.
Quindi, quella cosa è "al di là" di ciò che conosci.
E tutto quel che tu conosci, sei semplicemente tu, perche il mondo per come lo vedi, (come anche tu stesso hai scritto fra le righe)
è soggettivo, niente di ciò che esiste nel tuo mondo è "oggettivo", passa sempre attraverso di te.
Quindi il mondo, la realtà, sono al di qua, del tuo confine, mentre quello che ancora non sai è al di là.
Qui
tu sai come funziona, hai una percezione precisa e fisica delle tue impressioni:
al di là invece del tuo confine quello che vale all'interno dei tuoi confini non conta più, perchè è un altro mondo.
"Come lo so?"
Non dico "credimi" dico "concediti di credere che lo so"
Tu usi le parole per spiegarti nella tua realtà?
Allora "lì" le parole non funzionano più, e per comunicare "al di là" di quel che sei
ti serve qualcosa di diverso delle parole, un linguaggio simbolico un linguaggio emotivo.
Non esiste un concetto unico lì, perchè "tutto" fa parte del "tutto", ed è in pratica lì il "Santa Sanctorum dei jedi,
lì c'è la comprensione de "la forza" di cui parla Yoda,
quella che ci penetra e ci mantiene integri, e che attraversa tutto il cosmo.
Però attento:
se tu dai a lei un nome, (come è stato anche fatto), e dici "è l'energia vitale"
già stai limitando con le parole un concetto talmente "pieno" che non puoi spiegare con le parole
e che è, si, energia vitale, ma anche non lo è.
Però puoi pensare "ok, ma essendo comunque energia vitale, almeno in parte io capisco la forza"
no, perchè non sai in che senso è energia vitale, o perchè lo sia, non sai quale verità si nasconda dietro quella definizione.
Non è che "credi" a una cosa, e allora l'assimili, non assimili nulla, assimili un concetto, una conoscenza, un sapere,
e questo, magari, ti permette di rispondere in modo comprensibile ad altri se ti chiedessero cosa ne pensi.
Vedi che quello che scrivo è molto astratto:
"Dimmi la tua sulla questione"
"eh per me la questione è così e cosà"
Sono congetture però,
io, non posso sapere se chi mi parla lo fa per congetture o perchè capisce, non sempre almeno,
ma lui si, lui può vedere, sentire, e anche capire la differenza di quel che prova in prima persona e che conosce.
Se tu, credi in qualcosa e basta, resti qui, nei tuoi confini, non è che vai "di là" non entri nella selva.
E' un pò come fidarsi di qualcuno perchè senti di poterti fidare, ma non vuol dire che la tua fiducia sia ben riposta, è solo una tua impressione.
Se vai "di là", invece, e torni indietro non devi più "credere" poihè il credere è una conseguenza del fatto che sei stato lì, non la causa, o il senso.
E perchè sei stato lì, puoi capire cose che prima non capivi.
Quello che è nella "selva oscura" dantesca, o nella jungla di Dagobah, o nella foresta di liane di Arlo, che è nella pancia del lupo di capuccetto rosso, nella foresta del libro della jungla, o nel sonno o morte de la bella addormentata, di biancaneve, nella pancia del pescecane di pinocchio o di Jona, non è in questa realtà, non lo puoi trovare in te o intorno a te,
perchè intorno a te,
ci sei sempre te.
Come dicevo negli altri post, quel che permette di capire è l'esperienza, unita alla impreparazione,
tu cambi registro, quando non ti sta bene come sei, quel che hai vedi, o vivi, o senti,
e allora affronti la selva,
non è che la cerchi, la trovi, si presenta lei davanti a te.
L'entrare, (senza interrogarsi adesso su cosa vedrai o dovrai affrontare lì) il solo entrare, causa il cambiamento parziale o totale di ciò che comprendi.
Quando io parlo di quel che capisco, sto parlando di quello che ho capito attraverso l'esperienza,
la selva l'ho penetrata, ci sono stato, e sono tornato indietro;
e la mia esperienza è unica perchè com'è intuibile, non è quella degli altri.
Si usa parlare di "un bosco, una caverna, una selva oscura, la pancia di qualche bestia mitologica"... ma alla fine ognuno vedrà dell'altro, che non puoi spiegare a parole, perchè se lo fai suona infinitamente stupido, ti suona sempre incompleto, perchè dai delle etichette a qualcosa che è la pura "comprensione"
è per "spiegarlo" a chi non è stato lì che utilizzi una simbologia,
come una selva, come Dagobah.
Se ci sei stato, basta una volta e automaticamente tu la comprendi, e in tutte le sue forme, tutte le volte che si palesa in una situazione in una opportunità, in una storia finta o un evento reale, la vedi lì.
Ma se non ci sei mai stato, per te il pescecane di pinocchio è solo il pescecane di pinocchio, e vedi solo un aspetto di quella "selva" che puoi analizzare solo con le parole e gli strumenti che hai qui, ma che non lo sai, ma non si può spiegare o descrivere con gli strumenti di cui disponi qui.
Puoi impegnarti quanto vuoi, ma è una perdita di tempo.
Cioè "qui" non la capisci, per quello spessissimo attraverso i racconti si dice "come fare" per arrivarci e visitarla,
perchè è lì, si, ma vuole essere visitata non è una cosa immobile che uno deve ignorare, e lo devi fare da solo.
Prima dell'aspetto di strumentalizzazione delle religioni, è l'obiettivo di tutte le religioni.
Tutte le religioni mirano solo a mostrarti "quello" a farti vedere come ci si arriva.
Non stupisce che quindi Star Wars sia preso così sul serio nella propria religione, e non esclusivamente da pseudo Nerd e fan.
Non vuol dire dover capire un intero film, perchè il film è la fusione di "fantasia" e "immaginazione"
la selva è immaginazione, Merlino che fa le valigie è immaginazione, il tappeto di Aladdin, è immaginazione,
la morte nera è fantasia, gli stormtrooper, i piani della principessa, sono fantasia.
L'ho detto nei post precedenti, separare le due cose non è semplice, ma lo diventa (in parte) quando ottieni l'esperienza nella selva e quindi la comprensione di più cose.
Allora lì ti è chiaro, e lampante che nella bella e la bestia, la teiera della signora in giallo è immaginazione, mentre lo specchio che mostra la bestia è fantasia.
Non capirai "tutto" ma quelle cose stai sicuro che le capisci.
a quel punto non è che tu debba credere per ottenere il consenso di altri, il credere è una conseguenza di quello che puoi comprendere in più di prima,
e il fatto di volerlo esternare, è perchè improvvisamente acquisisce un'importanza sopra tutte le altre, sopra qualunque cosa.
Per la persona che sa, ma non capisce è importante che Star Wars sia un bel film, una figata, con un bell'intreccio, pochi buchi di sceneggiatura, senza jar jar, e con delle belle morali forti, solide, che magari ti insegnano qualcosa.
Per chi capisce, Star Wars è solo uno strumento per mostrare o ribadire, (che non è mai abbastanza) che c'è molto altro "al di là di te" di quel che vedi, e ti dice pure come si fa ad andare lì.
Cinque minuti? si, cinque minuti, poi il resto cerca di introdurti o approfondirti quei cinque minuti, ma basta anche solo la parte su Degobah.
Il resto non ha importanza... probabilmente potrebbe qualora lo si capisse, ma
ci sono cose che basta sapere a altre che serve capire,
l'immaginazione la capisci, la fantasia, ti basta saperla.
Non esiste una "distorsione" del messaggio, niente ti può distrarre, perchè quello che tu vedi del film, è solo quello che puoi vedere del film, o di una storia... se anche uno te la dice per quel che è, cosa che è impossibile, tu non la vedi, non puoi.
Il messaggio non è per tutti, ma solo per quelli che sono abbastanza cresciuti da iniziare ad afferrare il messaggio.
Quando Yoda dice che devi disimparare quel che sai, intende che devi annullare tutto quello che sei,
dimenticare tutto quello che sai,
tu non esisti lì, quindi non puoi prendere e andare lì sapendo che sei lì.
Tu qui hai delle tue idee, sei nei tuoi confini, e vuoi "integrarle" con le conoscenze nuove e le comprensioni che sono nella selva, ma non funziona così, non c'è "tu" non c'è desiderio di capire, non c'è niente di quello che qui conosci, inclusa l'immagine che ti sei fatto di te stesso.
Quando sei qui, sei tu, lì non lo sei, non devi esserlo, perchè se lo sei, non sei lì. XD
Lo vedi quant'è incasinato spiegarlo usando le parole?
I Maestri, usano storie, simboli per dirti queste cose, perchè non funziona con quello che sai, devi arrivarci tu, prima per intuizione, e poi lasciare indietro anche quella, e dopo... se ne riparla. Tanto non c'è fretta la selva non scappa.
E' sempre lì, è come Paperopoli.
C'è un maestro che me ne parlò così, sebbene io ci fossi già stato al tempo, ma stavo cercando di approfondire la mia esperienza, mi fece questa domanda, che è a metà fra una prefazione di Vincenzo Mollica, e un adagio zen.
"Che ore sono, adesso... a Paperopoli?"
E' sempre la stessa ora, perchè Paperopoli è una città immaginaria, è sempre lì, ed è sempre alla stessa benedetta ora,
anche quando è notte, anche quando c'è la didascalia "cinque minuti prima..."
quando la vedi, è lì,
non la vedi? E' ancora lì
La selva è uguale, che sia quella di Dante, che sia il Pescecane di collodi, che sia la foresta di Dagobah, è immaginata.
Ma le persone tendono a dire "beh se è immaginata allora non esiste"
no, è qui il casino, esiste, esiste eccome, ma non esiste "qui".
Questo, risponde, o vorrebbe rispondere anche alla domanda del "come fai a far combaciare le diverse prospettive"
il fatto è che combaciano perchè a me è dato modo di vedere la MIA verità, e non quella degli altri.
Ma gli altri la possono pensare diversamente e quindi la loro verità è diversa,
però non è che dico "si, e la rispetto" perchè non voglio interferire o "ferire" la sensibilità altrui, com'è uso comune fare.
E' perchè so che non esiste un'unica univoca verità.
In tempi antichi si erano già resi conto che nonostante ne si possa vedere solo una alla volta, le verità sono molte più di una, ed è sapendolo che puoi permetterti di "non dare per scontato" quello che conosci; il tredicesimo piano magari ti dice di non dare per scontata la realtà, ma se davvero è così o se non è così, dipende da quanto tu sei sensibile a quell'informazione, non da come te lo dicono, sei tu che fai la differenza, non il mezzo, o l'informazione.
C'è una vecchia leggenda che parla di un principe, il quale semplificò questo "universo" di verità raccogliendone settantadue aspetti, e chi è venuto dopo ha adottato queste settantadue chiavi di lettura della realtà, come dire che esistono settantadue modi di intendere la realtà.
Ma non è vero, lui ha semplificato un modello più complesso e anche quello precedente era frutto di studi e ricerche,
quante siano le verità possibili, cioè, i modi di vedere la realtà che possiamo conoscere, non ha una reale importanza:
saranno migliaia?
milioni?
saranno infinite chiavi di interpretazione?
Fossero anche solo una manciata, questo qui te ne porta fuori settantadue... ma tu vedi solo la tua, e vuoi vedere solo quella, e non la vuoi abbandonare perchè è quello che ti permette di definire quello che sei.
Se anche fossero solo due, non ti interessa di mutare la tua verità, perchè farlo vorrebbe dire che allora tutto è possibile e quello che credevi vero non è mai stato vero.
Questa è un'illusione, molto diffusa perchè viviamo in una società materialista:
è il contrario, quello che era vero è vero lo stesso, anche se non lo puoi più interpretare con la nuova verità e ti rimane il punto interrogativo sul suo senso.
Io so che sono "tante" per questo, anche se i pezzi a volte sembrano non combaciare, non importa,
perchè ci saranno sempre cose che non comprenderò e altri modi di percepire la verità che non ho ancora esplorato,
Non avrò mai il dominio su tutte le verità o sulla verità assoluta, questo è quello che vorrebbe Palpatine, una galassia ai suoi piedi, sotto il suo controllo.
Ma non puoi affrontare queste faccende se prima non abbandoni l'illusione che hai imparato qui di avere il controllo.
In Star Wars queste "verità" sono le "vie della forza" lo scopo dei Jedi è introspettivo, non cercano il potere, o l' avventura, "a queste cose un jedi non ambisce" dice Yoda, ma...
...
Le hanno.
Indubbiamente, le hanno, perchè se perdi l'illusione del controllo sul tuo destino, il tuo potere cresce in modo esponenziale, è enorme e te ne accorgi, non puoi non accorgertene.
Ma il potere è solo un effetto collaterale dell'aver lasciato la cloche del controllo, non è un tuo merito, è che ti stai affidando a qualcos'altro che inizi a percepire e che non sai spiegare, ma che cambia totalmente le tue percezioni e le tue sicurezze.
Io la chiamo "l'universo" altri la chiamano "dio"
si,
boh,
no....
è che alla fine anche queste sono solo etichette, e per questo generano sempre solo confusione e incomprensioni, e se si nomina quel nomignolo di tre lettere lassopra... andrebbe sempre tenuto a mente, per non rischiare di prenderlo troppo sul serio per qualcosa che non è.