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Screen Contest #90

Kamikun






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Fotogrammi viventi - Micro Racconto

    Zuppo
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#1 Inviato 05 July 2016 - 10:17 AM

Una para proto scientifica venutami in mente a caso. Ed un racconto buttato giù ad istinto.

 

 

Fotogrammi Viventi

 

 

...Era proprio davanti a me. A due metri da me.

Trattenevo il respiro, temendo potesse capire che ero lì, a due metri da lui.
Dietro di noi il muro della mia casa, della mia stanza. In quel momento sembrava la parete sul retro di una gabbia, con di fronte all'uscita una terribile bestia.
 
Era difficile da osservare. Più la mettevo a fuoco più svaniva alla vista, ma potevo vederla chiaramente con la coda dell'occhio. Una figura slanciata con lunghe protuberanze tubolari. Si muoveva a scatti, svanendo e riapparendo senza un filo logico.
 
Era ferma lì, a quella fissa distanza di due metri che non osavo infrangere. La porta era aldilà della creatura.
Io ero troppo terrorizzato per tentare la follia di passarle vicino.
 
Faceva gesti incomprensibili e vedevo i suoi arti snodarsi in direzioni che mi facevano impressione. Erano sbagliate. Era tutto sbagliato di quella cosa.
"Non è una creatura di questo mondo." pensavo.
Non avevo torto e lo sapevo. Era un fenomeno conosciuto già da diversi anni e gli scienziati si erano appassionati allo studio di questi esseri.
Li chiamavano "Fotogrammi viventi" e la loro teoria era che fossero tanto reali quanto intangibili. Dei fantasmi, ma inconsapevoli e per nulla legati alla morte.
Se ne vedevano di tutte le forme ultimamente, ma i più comuni erano quelli che ora mi trovavo ad osservare nella mia camera da letto.
Bipedi fatti di pezzi di tubi, alle volte sottili come legnetti, alle volte carnosi come salciccie. Non mantenevano mai la stessa dimensione, mai la stessa posizione. Non emettevano alcun suono, anche quando li vedevi serrare e urtare quelle che sembravano delle parti rigide della loro esistenza.
 
Tuttavia le storie non erano solo quelle scientifiche. C'era chi li considerava un popolo che stava lentamente conquistando il suo posto nella realtà. Alieni imprigionati da un qualche nostro eroe dimenticato che ora tornavano a mangiare, centimetro per centimetro, la realtà a cui vorrebbero appartenere, per poi ovviamente eliminarci tutti. Erano imprigionati per una ragione, in fondo.
 
Altri dicono che sono la materializzazione di una maledizione scagliata da qualcuno. Degli spettri maligni che infestano un malcapitato e ne rubano l'energia vitale.
 
Era vero, in fondo, che più di una persona aveva lamentato spossatezza in presenza di queste creature. Certo, se tutti reagivano come me, potevano anche smaterializzarsi dalla paura.
Io ero da solo in quella casa. Ero rimasto solo per quasi quindici anni senza alcun problema.
Non solo non vivevo affatto male la solitudine, che in fondo era solo domestica, ma la ricercavo apposta quando le giornate la fuori erano così cariche. L'aria stessa era carica quando arrivava l'estate.
Afosa e carica di elettricità statica.
In casa avevo fatto installare quelle spesse pareti dai colori pacati affinchè non sentissi nemmeno un crepitio dai mobili, o una scintilla dalle finestre. L'estate era una stagione insopportabile per me. Mi irritava la pelle e...
 
Mio dio!
Mio dio. Si era avvicinato!
Quando lo aveva fatto? Che sciocco! Mi raccontavo storie, rimembravo nozioni scientifiche da qualche rivista di seconda categoria ed intanto quella Cosa era più vicina.
Ora mi mancava quella finestra che avevo murato alle mie spalle. Ora mi pentivo delle mie fisime alla ricerca di un silenzio asettico e rilassante.
 
Era ancora più vicino. Non riuscivo a percepirlo muoversi verso di me, non nel senso di vedergli fare dei passi. Realizzavo solo a tratti che era, semplicemente, più vicino.
Mi appiattii al muro, mi feci sottile sottile quanto più potevo, come fossi spesso come un foglio. La cosa non sembrava guardare me. Non guardava nulla, di fatto, perchè era talmente cangiante che non capivo quale fosse la direzione del viso.
 
Il cuore si fermò quando chiusi gli occhi per un istante e nel riaprirli la trovai di fronte al mio viso. Senza più distanza tra me e lui.
Non riuscivo a vedere altro, se non la figura frenetica e mutevole. Era il mio orizzonte.
Era la mia fine.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel silenzio e nel buio, una lampada schioccò. Elettricità statica. Anche con le mura più isolate, qualcosa passava sempre.
Aprii gli occhi.
 
Non c'era nulla.
Li avevo chiusi, avevo spento ogni mia sensazione, avevo reso la mia stessa esistenza qualcosa di quantistico, improbabile. Ero fuggito al meglio che potevo da quella situazione, annullandomi rannicchiato in un angolo.
Quando riaprii gli occhi, non c'era nulla di strano nella mia stanza.
 
Così come era avvenuto il tutto, era svanito. All'improvviso.
L'anomalia era svanita.
 
Respirai, dato che era da un po' che non lo facevo. Respirai e sentii le mani tremanti, il corpo spossato ma ancora attaccato al mio nucleo.
Proprio come avevano detto gli scienziati. Esistono, ma non esistono. E proprio come avevano detto i testimoni, si restava sfiancati quando si avvicinavano troppo.
Pretendono di spiegarci cosa sono, quegli esaltati scienziologi.
"Sono creature così lente che la loro realtà è solo un'impressione, un fotogramma di luce. Poterle percepire è una coincidenza di vari fattori, un eccitante fenomeno in pieno studio. Potremmo considerarli degli esseri di un altro piano di esistenza che si sovrappone al nostro."
Avevano anche dei nomi, quelle cose.
 
Li chiamavano Umani.

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#2 Inviato 05 July 2016 - 11:36 AM

Ho sempre pensato che tu avessi il talento per scrivere libri. Questo piccolo racconto ne è la dimostrazione.

Scorre molto bene. L'italiano finalmente qualcuno lo usa come si deve!

 

Sono rimasto solo un po' deluso dal finale. XD Forse non l'ho capito a fondo. Perché hai scelto che quelle "creature" dovessero essere degli "umani"?


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#3 Inviato 03 August 2016 - 20:36 PM

Il contenuto è interessante e ben studiato  :smileright:

Non cadi mai nel banale ma, se proprio devo trovare imprecisioni, mi sposterei sulle primissime pause che rendono la lettura troppo "spezzettata" mentre poteva esser ancor più fluida; questo riguarda solo il primo pezzettino (che pignolo :gne:) dato che continuando trovo che tu abbia usato pause tattiche e anch'esse ben studiate.

Mi riferisco a questo pezzo:

Dietro di noi il muro della mia casa, della mia stanza. In quel momento sembrava la parete sul retro di una gabbia, con di fronte all'uscita una terribile bestia.

 
Era difficile da osservare. Più la mettevo a fuoco più svaniva alla vista, ma potevo vederla chiaramente con la coda dell'occhio. Una figura slanciata con lunghe protuberanze tubolari. Si muoveva a scatti, svanendo e riapparendo senza un filo logico.

 

Ed anche queste cosette...

...Era proprio davanti a me. A due metri da me.

Trattenevo il respiro, temendo potesse capire che ero lì, a due metri da lui..

Potevi evitare di specificare nuovamente che stesse a due metri poiché già evidenziato sopra... personalmente avrei scritto:

 

Era proprio davanti a me, a due metri.

Trattenevo il respiro temendo potesse capire che ero lì.

 

Da qui sorge un altro problema  :tongue:...

Trattenevo il respiro, temendo potesse capire che ero lì, a due metri da lui.

Dietro di noi il muro della mia casa, della mia stanza. In quel momento sembrava la parete sul retro di una gabbia, con di fronte all'uscita una terribile bestia.
 
Era difficile da osservare. Più la mettevo a fuoco più svaniva alla vista, ma potevo vederla chiaramente con la coda dell'occhio. Una figura slanciata con lunghe protuberanze tubolari. Si muoveva a scatti, svanendo e riapparendo senza un filo logico.

 

Dato che l'hai soprannominata "bestia" dovresti continuare ad usare il femminile ^^


Modificato da leooo0010, 03 August 2016 - 21:36 PM.

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