Apro un topic a riguardo, piuttosto "corposo" e questo lo scrivo alle 00:46 del 250518;
quindi in realtà non so quanto sarà lungo, ma immagino abbastanza e... Purtroppo pregno di concetti non scontati e da leggere e rileggere.
Se non si è interessanti passate oltre, non quotate per intero la cosa, e non dite mai "secondo me" perchè quando scrivo e lo faccio per i "secondo me" lo dico, per cui non serve ripeterlo;
altresì, se non lo dico, significa che potete pensare quanto vi pare che è "secondo me" ma in realtà è anche secondo voi, secondo tutti.
Poi perchè io lo scriva, beh ovvio che lo scrivo perchè "ci sta, secondo me" ma poi... I motivi sono tanti e coincidenziali o meno, non serve elencarli, ci sono, voi prendetelo così, come un vento che passa e va via,
magari insegna magari no, 'tacci vostri.
Già... uhm.
Inizia qualche giorno fa, avrete sentito di quel fatto di cronaca:
uno sbarella, ammazza la moglie, poi prende la figlia, la lancia dal cavalcavia e infine si lancia pure lui.
Nulla di così incredibile, in verità, ma eclatante per il modo in cui si è svolto e per lo sciacallaggio dei media.
Ero a tavola mentre raccontavano il fattaccio quando un eminenza della famiglia Sonozaki se ne è uscita con un "cosa dovrà succedere dentro la testa di un uomo per comportarsi così!?"
Allorchè non ho risposto e o continuato a mangiare perchè quella è un'esternazione che si sviluppa seguendo l'emozione, l'empatia, la logica, perchè...
Noi siamo così, noi ragioniamo per logica, se una cosa è fatta in un certo modo non può essere fatta in un altro, è logico,
per cui anche un comportamento all'extreme della logica diventa a quel punto qualcosa di "strano" e anche inspiegabile, sebbene in verità non sia né strano né inspiegabile:
Il punto su cui voglio aprire la questione è proprio il seguente, riusciamo a osservare le cose al di là della logica? Al di là dei "secondo me" ?
Perchè è un passo fondamentale per districare la matassa, il capire che la logica è qualcosa di cosciente, e noi non agiamo assolutamente mai sulla completa coscienza, anzi, per lo più siamo "addormentati" e in questo stato di addormentamento avviene un fenomeno psichico particolare per cui sviluppiamo quella che ci pare essere una coscienza, o un io.
E se a un certo punto togliessimo l'io?
Questa domanda non è casuale, perchè quel che accade a persone come il tizio del cavalcavia è proprio questo è la distruzione di un io,
o meglio, di alcuni elementi di quell'io, che in breve creano un vero corto-circuito, (un'esplosione più che altro)
Se, Immaginiamo, perdessi degli aspetti di te, perderesti di conseguenza la capacità di riconoscerti, e quindi la direzione da seguire.
C'entra poco la logica, certo, i tiggì parlano di depressione, ma da cosa pensate che sia portata la depressione?
Esternamente (esem-plificando) vedremo una serie di eventi che possono aver influito negativamente sulla qualità della vita di un individuo fino a ridurlo alla pazzia,
certo, perchè no?
Ma... Analizzato nel dettaglio come può un evento tipo il "perdere un lavoro" (ad esempio) portarti in un secondo momento al suicidio?
Saremo consci, (o almeno tutti d'accordo) che indipendentemente se crediamo o meno a déi di vario tipo, quella che è la nostra "coscienza di noi" è un qualcosa che si calcola attraverso ciò che contiene il cranio;
tutte le nostre azioni, volute o meno da un alicorno che siano, spero che si sia d'accordo che sono calcolate dalla testa e da cosa essa contiene.
Ebbene... La testa è a questo che serve, a calcolare, a farsi domande e darsi risposte, a ordinare dati, creare schemi ecc ecc...
Niente più né di meno di ciò che un programmatore fa quando decide che il suo personaggio deve andare dal punto C al punto J solo se lo switch W è attivato.
Ciò non presuppone che non debbano esistere cose come i sentimenti o le emozioni, sebbene queste, a certi livelli di coscienza, siano sottoposte ai calcoli della nostra testa.
Un esempio:
il nostro corpo, e noi di conseguenza, abbiamo paura quando ci veniamo a trovare in una situazione imprevista.
Allora io posso esplodere un colpo di pistola e poi minacciarti di ucciderti, e questo fa paura,
ma posso ottenere lo stesso effetto facendo scoppiare un petardo e facendoti gli auguri per il tuo compleanno.
Il tuo corpo reagisce, perchè è la tua testa a decretarlo, e richiama una serie di schemi che portano al risveglio di quell'emozione.
Poi, se abbia senso o meno aver paura in quella situazione, lo capirai quando subentrerà la coscienza, quando ti accorgerai del "perchè ho fatto scoppiare qualcosa"
ma il tuo corpo è programmato per reagire prima, attraverso uno schema.
Uno di questi schemi è legato alla coscienza di sé, per la tua testa non esiste una realtà "fuori" in cui ti muovi;
lei è tutto quel che c'è, e tutto ciò che la circonda sono dati di sé stessa che può esaminare per proprio diletto, per fare quelle cose che le piace tanto fare e che ho elencato sopra:
nello specifico "farsi domande, e darsi risposte"
Per la testa tu non esisti, esiste un corpo, che non è un corpo, ma un insieme di istemi e strumenti, esistono tutta una serie di schemi che ti rappresentano, e dato che non può auto-dimostrarsi di esistere deve "simulare" questa informazione attraverso valori esterni.
Ad esempio:
Se hai un figlio e quel figlio ti vuole bene, sei un buon padre.
Ma anche se hai un figlio e lui ti odia, questo fa di te un padre.
Più elevato è il valore che la mente attribuisce a questa informazione (in realtà sto semplificando, ovviamente parliamo di miliardi e miliardi di info) e di conseguenza più quell'informazione stessa ti rappresenta.
Un altro esempio:
Ti consideri un buon lavoratore?
Un ottimo lavoratore?
Perfetto, è auspicabile, ma... e se perdi il lavoro di punto in bianco?
Quanto conta per te l'essere un buon lavoratore e quanto ti rivedi in questa condizione?
Se perdi il lavoro quell'informazione non trova più una connessione con la realtà, tu sei un ottimo lavoratore, ma se perdi il lavoro, non puoi più esserlo, e se tu avevi un valore elevato allegato a questa informazione e la tua mente basava la tua stessa coscienza di essere su questa informazione, appena quella viene a mancare, anche tu smetti di riconoscerti.
Ed è questo che porta alla depressione.
Non ci pensi di tuo, tu "sei un ottimo lavoratore" questo dici che sia perchè sei tu che sei fatto così, ma la realtà è distante, tu non sei, tu fai l'ottimo lavoratore, basterebbe rendersene conto per rendere nulla ogni magagna... ma fin tanto che parlando dici che "sei" quella cosa che "fai" vuol dire che il tuo cervello sta attribuendo valori significativi a quell'informazione.
Capirete che è un concetto, questo, non solo non facilissimo da riassumere, ma anche da "accettare" alle volte.
Soprattutto se quando ne parli tocchi informazioni a cui una persona è particolarmente legata, come la famiglia, i propri figli,
o il proprio status sociale, anche.
Se tu pensi di essere una persona "capace" non è facile venire a dirti che lo sei perchè qualcosa dentro di te funziona in un certo modo, perchè questo ti porta a dubitare di quello in cui credi, cioè quello che dal tuo punto di vista "personale e superficiale" SEI
E' come se uno ti dicesse "no no, guarda, tu nn esisti, non sei fatto così come pensi, non hai questo merito"
La reazione è:
Certo, sono una persona "capace" ma "mi sono fatto da solo" (ad esempio)
oppure "sono capace perchè sono IO"
A te in fondo interessa essere in grado di fare determinate cose, e se sai farle non ti piace che qualcuno affronti quel tema perchè questo mette in dubbio la tua posizione rispetto alla tua realtà, che... abbiamo visto sopra, è uno di quegli "specchi" che la tua mente adopera per crearsi un'immagine di sé, per auto-determinarsi.
Ma io non ti sto dicendo che non sei capace, di fare date cose, e non ti dico che non ami i tuoi figli o la tua famiglia:
Questo è difficile da far passare, io ti sto dicendo "il perchè" ciò avviene, non metto in dubbio il fatto che avvenga.
Purtroppo per motivi psicologici, legati a questi stessi schemi che cerco di destrutturare, la gente capisce l'esatto contrario.
.
..
...
Pausetta riflessiva, poi si riparte:
Quindi come abbiamo visto è complicato già per me in un forum, figurarsi farlo in un articolo da telegiornale, come fai a dirlo?
L'unica cosa che puoi dire è che quello che si butta stava in depressione, e alla gente basta questo, e non si chiede più il perchè delle cose,
sebbene, il dubbio alle volte gli rimanga, e anche questo è indiscutibile.
Se...
Riesci a cogliere (tu che leggi intendo) questa cosa, e a provare a vedere per un attimo la realtà per come funziona, per i suoi meccanismi, e per il fatto.. che questo non è "secondo me"
Allora sei già a un buon punto, e si può iniziare ad approfondire il discorso che, prometto, prima o poi arriva a parlare di noi e del making nel senso stretto,
So... Hai il coraggio di correre assieme al diavolo?
Se si, vai avanti.
Ch2 - Memory
Well... Ok, se sei qui significa che hai accettato la dura realtà, le tue azioni, i tuoi pensieri, tutto ciò che sei si basa esclusivamente sul fatto che sei composto di un certo quantitativo di dati, i quali riuniti in programmi richiamano in te in modo autonomo comportamenti, idee, abitudini... quel che sei.
E questo è ciò che siamo.
Se sei credente potresti chiederti "Ma scusa, è l'anima? Avrò pure un'anima, non sarà mica un ammasso di dati anche quello" ?
Se pongo questa domanda è solo per chiarire rapidamente che tutta questa cosa non ha niente a che vedere col senso di religiosità di nessuno.
Non c'entra con le religioni, col libero arbitrio, con gli dei o che altro. C'entra con quello che fai nella tua vita pratica, nella tua giornata.
Quante volte dici le stesse cose?
Usi le stesse parole?
Ripeti gli stessi pensieri?
La nostra testa è una specie di intricato sistema di nodi collegati fra loro, sono delle cellule (infatti così si chiamano) adibite alla sola manipolazione di dati neurali.
Detto in termini più spiccioli, sono piccole, infinitesimali, scariche elettriche che si scaricano da un nodo all'altro, creando un campo magnetico.
Uno immagina chissà che roba, ma a dirla tutta, basta pensare che il movimento del cuore genera anch'esso un campo magnetico, ed è ottanta volte maggiore di quello cerebrale, quindi stiamo parlando di voltaggi bassissimi, e il come queste scariche elettriche siano convertite in dati, ebbene, è tutt'ora un assoluto mistero di cui abbiamo giusto scalfito la punta dell'iceberg,
quindi... Risparmiatevi le ricerche su wikipedia.
Ciò che mi interessa fare in questo "capitolo" che ho giocosamente intitolato "Memory" è dare un panorama del come funziona la cosa, anche se in modo molto superficiale, perchè in realtà è infinitamente più complessa di così.
Ogni cellula neurale è infatti collegata alle altre attraverso una serie di ramificazioni, il loro nome è "dendriti"
Così vanno a crearsi dei "grappoli" di cellule collegate tra loro, quando questi gruppi asservono a uno scopo vengono definiti "strutture neurali"
Esistono a prescindere, e ne possediamo miliardi; come curiosità l'uomo ne ha di più della donna, ma dato che il loro potenziale è pressoché infinito per la durata media di una vita... di fatto è come se fossero uguali.
Quel che differenzia un cervello da un altro è il come si sono evolute queste strutture, quali informazioni veicolano e il come.
"come si sono evolute" perchè per l'appunto "cambiano" nel tempo, crescono insieme a noi, in base a quelle che sono le nostre esperienze. Sono strutture che di fatto vengono attraversate costantemente da impulsi elettrici, e ciò le rafforza inspessendole e permettendo loro di divenire conduttori sempre più efficaci col trascorrere degli anni.
Cosa significa ciò?
Significa semplicemente che non possiamo scegliere noi come l'informazione verrà gestita.
Quel che sviluppa l'evento è l'esperienza esterna che viviamo in prima persona, ma poi questo evento deve essere processato, preso attraverso gli organi di senso, trasformato in segmenti di informazioni e trasformato in chimica ed elettrica per poter essere "letto" e processato attraverso questo sitema.
Un esempio semplice:
Vediamo un cane di pelo corto, e dobbiamo decidere se ci piace di più il cane dal pelo corto da quello con pelo lungo.
l'informazione entra immediatamente, diventa il "problema" e parte una ricerca interiore:
ma a un certo punto questo impulso di "ricerca" arriva a una cellula dove i dendriti contendono le informazioni sui colori del cane.
A quel punto l'informazione verrà processata esclusivamente attraverso i dendriti che negli anni hanno ricevuto più "passaggi" di informazioni, si saranno inspessiti, e saranno dei conduttori migliori.
Non saremo noi a decidere che il cane a pelo lungo ci piace di più di quello a pelo corto, è un'informazione che già è dentro di noi, e che non possiamo controllare.
L'esempio del cane è un esempio basilare, ma bisogna considerare che questo è il modo in cui ogni essere vivente processa le informazioni, e di conseguenza è quel sistema che decreta in ogni istante della tua vita cosa farai e il come lo farai;
non sei mai tu a scegliere, perchè sceglierai solo quello che nelle tue esperienze precedenti hai registrato come "positivo" per te, gli impulsi elettrici sceglieranno sempre il percorso su cuihai più esperienza, quello con più conduttività.
Questo è un bene?
Senz'altro ti mantiene in vita, e mantiene in vita la maggioranza delle specie del pianeta... Ma...
sottolineo un aspetto: "non sei tu quello che fa quella scelta"
Sarai tu ad agire, a pensare che è per il tuo bene, che ti fa bene, che non avevi scelta, o a seconda della situazione ti farai un'dea personale del perchè hai fatto quella scelta.
Ma non sei tu a farla, mentalmente non puoi farla.
E' come per la paura, il tuo corpo reagisce PRIMA e la coscienza arriva POI
Quindi fai la scelta, e appena arriva la coscienza dice "ci sono solo io qui, quindi quella scelta l'ho fatta io"
Ma è un'illusione.
Chiaramente... gran parte di questo sistema è tutt'altro che "irrecuperabile"
Oggi ti piace il rosso, domani magari passi al verde; questo anche perchè le informazioni non sono: "cane" "pelo" "colore"
sono miliardi associate ad altri miliardi i dendriti non smettono mai di crescere e di conseguenza anche noi possiamo per molte cose provare ad esercitare una scelta.
E' molto complicato però... Perchè non puoi mai sapere se quella scelta la fai tu, o pensi solo di farla tu.
Ti rende meno vivo saperlo? (c'è chi teme questo)
No, affatto: Ti può rendere più consapevole, consapevole degli automatismi che ti governano, e questo per varie ragioni è importante:
la prima ragione, è perchè senz'altro impari ad osservarti e magari a essere anche più onesto con te stesso;
capisci i tuoi limiti, o parte di essi, e perchè non puoi aspirare davvero a nulla di "grande" se ti fai comandare dagli altri.
E la seconda ragione importantissima è che... Intorno a te ci sono persone che sanno già dei tuoi automatismi, e li sfruttano per farti fare le cose.
In questo modo non sarai mai libero, libero di scegliere, ma anche libero di essere qualcuno che non è quello che pensano loro.
e probabilmente nemmeno quello che pensi tu in questo momento.
Io sono un esoterista, e per me la vita, direbbe un tale è "un enigma dell'esoterismo"
questa non è un'uscita gratuita, è solo per introdurre un ulteriore schema comportamentale a questa già lunga e complicata questione:
Il primo passo da compiersi come esoteristi, infatti, è per l'appunto prendere atto di questi "automatismi" per liberarsene.
Cosa affatto nuova per un esoterista, ma immagino del tutto estranea, o aliena, e perfino risibile, per chi non lo è.
Un esercizio da novizi è ad esempio il seguente:
"Passa sotto una porta e ricordati che stai passando sotto una porta"
"sali o scendi delle scale e ricordati che stai praticando delle scale"
Sembrano esercizi mentali di poco conto, ma in realtà soprattutto il primo è un tema caro alla nostra psicologia occidentale.
Non è facile, e vi invito a provare, se non credete, riuscire a reggere un esercizio così facile per un'intera giornata.
"passi sotto una porta e ricordati che ci stai passando"
tradotto, "fai caso, che stai passando sotto una porta"
Non è semplice perchè la nostra mente non processa il "mondo" tutto in una volta.
Fisicamente noi entriamo in una stanza e abbandoniamo un altro ambiente, ma questo solo esternamente,
per quel che concerne la processione di informazioni interna, la nostra mente "genera" in uno spazio una ricostruzione dell'ambiente in cui ci troviamo.
In pratica crea una stanza mentale, non è... Uguale a quella vera, può anzi soffrire di infiniti gap, ma ne è una copia più o meno fedele e coerente col nostro modo di conoscere, esperenziare e vedere la realtà che ci circonda.
Così... Restando seduto e dando le spalle all'armadio, io senza guardare posso dire cosa questo contiene, e questa informazione è immedata perchè è contenuta nel "pacchetto" di informazioni che sto processando in quel momento.
Se ora mi alzo ed esco, la copia della mia stanza mentale viene "trascinata" nella memoria breve, o memoria "di lavoro"
cioè una memoria di breve durata, che contiene informazioni che di lì a poco possiamo dimenticare perchè non più importanti.
E in quello spazio mentale dove risiedeva la nostra stanza mentale, viene rievocata la nuova stanza in cui fisicamente poi ci andremo a muovere.
Questo non vuol dire che "sempre" la stanza mentale contenga un solo "ambiente"
si chiama "stanza" ma è un termine improprio, e può contenerne diverse, così come ambienti all'aperto, parchi, giardini...
E' il modo che ha trovato la natura per uploadare il mondo, anzichè caricare il mondo e rallentare come un disco rigido troppo pieno, ne uploada piccole porzioni utili solo in quel momento.
In genere il "segnale" di questo cambio di dati viene dato inconsciamente nel passaggio sotto un arco, una porta...
Per cui capita spesso che dobbiamo magari, fare qualcosa in quella stanza,
usciamo sovrappensiero senza farla,
e una volta fuori ci ricordiamo che dovevamo fare qualcosa... Ma c'è un attimo in cui dobbiamo pensarci perchè non ci è del tutto chiaro cosa dovevamo fare, o le motivazioni.
E' un sintomo di questo "shift" mentale, nemmeno tanto raro.
E' una cosa naturalissima, e di cui non serve spaventarsi, tuttavia abbiamo ancora un "programma" che agisce per noi, e noi non lo sappiamo.
Perchè ricordarti di te sotto una porta ti libera di questo automatismo?
Perchè è tutto inconscio, quando tu passi non ci pensi, ma lo fai.
L'accorgerti che sei lì, è un'alterazione nel sistema:
Non è previsto dalla psiche che tu in quel momento sappia cosa stai facendo, non è previsto che ci pensi, è una nuova informazione, un nuovo comportamento che inizia lentamente ad alterare il precedente.
Così, (e solo così) sapendo chi sei, e dove sei, in ogni momento, e senza farti coinvolgere dalle emozioni, provandole ma rendendoti conto dei loro automatismi, rendendoti consapevole di chi sei e di come ragioni, del perchè in quel modo, in quell'istante puoi esercitare una scelta cosciente forzando nuovi percorsi neurali.
Ma solo così, tutto il resto è automatico, e tu sei né più Nè meno che una macchina che esegue gli ordini motori di un computer, e un computer che computa le informazioni attraverso dei programmi da sé installatosi.
Questo so che è "pesante" ma non lo dico io, non è un "secondo me" noi funzioniamo così, e chiaramente... non c'è alcun interesse da parte di nessuno nel dirti che tu sei così, perchè se smetti di esserlo... Beh puoi diventare un problema.
Non per te, ma per "loro" cioè... per la società in cui vivi.
Ch3 - La Terra
Iniziamo a parlare di quel che è il senso del topic:
Perchè se poi parlo di "loro" sembro un complottista... Ma no, in verità è molto più semplice.
Queste informazioni (e molte altre) non sono così "misteriose" o "nascoste" sta tutto nel "quanto una persona sia interessata all'argomento" poi trovarle è davvero una cosa alla portata di chiunque.
Non scrivo questo per portare nessuno a ricordarsi di sé sotto gli stipiti come novelli Gurdjieff, voglio solo far capire che è una questione reale, e il potenziale di quanto può essere "pericolosa" in un certo senso.
Vorrei semplicemente che più persone si accorgessero non tanto quando questi automatismi si attivano in loro, quanto quando altre persone li cercano di risvegliare in noi.
E succede di continuo.
"loro" è un termine che non si rivolge a nessuno in particolare se non a quello che ti circonda.
Loro sono "gli altri" in particolare chi cerca di venderti qualcosa o di portarti a fare qualcosa facendoti però credere di desiderarlo; chi, in pratica, senza che tu abbia diritto di replica, installa in te nuovi programmi.
Come?
Boh è facile, metto una ragazza semi nuda sopra a una macchina, ti vendo la macchina, ma tu vuoi portarti a letto la macchina o la ragazza?
Non te ne accorgi oppure puoi pensare "ah hanno messo qui una ragazza così da indurmi a pensare al sesso" ma non ha importanza che tu lo pensa, perchè l'informazione ormai è già passata.
Se io faccio sorridere la ragazza, la tua testa per processare quell'informazione dovrà cercare nei tuoi ricordi tutto quello che è legato al sorriso... e che cos'è?
Il buon umore, il benessere,
e di conseguenza quella macchina inizierà, più volte la vedrai, ad accrescere in te due desideri fondamentali "sesso" e "benessere"
Non serve che tu veda miliardi di volte uno spot, basta una, poi è la tua testa che ripete le informazioni e le processa e le rielabora all'infinito.
La tua ragazza ti sorride? E inconsciamente quella macchina è sempre più vicina.
Pongo da bravo occidentale il muso della macchina verso destra, il culo a sinistra, magari inquadrata da dietro mentre si allontana.
Noi occidentali poniamo l'informazione "futura" alla nostra destra, il passato a sinistra.
Ti sto suggerendo l'idea che la macchina non sarà lì sempre ad aspettarti, è un momento ora in cui ti è disponibile, se ne sta andando, devi correre prima di perderla.
Compererai la macchina alla fine?
So già che molti diranno "figurati, non la compero la macchina se non mi serve"
e si sentiranno dei vincenti liberi dai loro automatismi... beh, si sbagliano.
L'informazione è dentro, è già stata inviata, non vuol dire che compereranno tutti quella macchina, ma avrai installato dei programmi che... fidati, li hai già dentro anche tu che leggi.
Su miliardi di persone molti cadranno, se tu non cadi ora non c'è problema, ma magari in estate troverai che il gelato pubblicizzato da una fiqua che sorride in bikini sia migliore di quello pubblicizzato coi pisquelli che costruiscono un razzo di cartone.
Non saprai il perchè, non puoi sempre sapere tutto, ma quella macchina c'entrava.
La pubblicità è subdola, ed è anche affascinante, non nego quanto mi piaccia, e ogni giorno nuovi pubblicitari ideano nuovi schemi per installare in te nuovi programmi, perchè col tempo la società evolve e i programmi "troppo" abusati, non è che non funzionano più, o che perdino efficacia, ma se tu inventi qualcosa di nuovo, avrai dalla tua il fascino del nuovo.
Avete presente la banca "conto arancio?"
Uno dice "non è la mia banca" ma questo non ha importanza, però ogni volta che tu vedrai il colore arancio dentro di te partirà, che tu lo voglia o meno e che tu lo sappia o meno, anche l'informazione legata a quella banca.
S'è visto prima come funziona questo processo, i dendriti veicolano l'informazione, più sono stimolati e più crescono, quindi non oggi, forse nemmeno domani, o mai, ma può benissimo essere che un giorno anche tu sia col conto arancio.
Penserai che è una tua scelta, ma non c'è una scelta, ti hanno fregato.
Parlare di fregatura... non è del tutto corretto, infatti il mondo va avanti con la pubblicità, ma che cos'è la pubblicità se non "un'apparenza?"
Non ti vendo una macchina, io ti vendo delle emozioni... ma io davvero posso vendertele?
Io possiedo le emozioni che ti vendo? O manipolo quelle già esistenti in te?
Questo è il punto, la società oggi è sempre più rivolta all'apparenza, fenomeno che si è ben dimostrato e sviluppato attraverso la diffusione dei social network.
E questo, non per tutti, certo, ma può diventare un grosso problema.
I nostri programmi hanno bisogno di essere usati per esistere e continuare a esistere, il loro scopo infatti non è solo preservare la nostra esistenza, ma farlo raccogliendo emozioni ed esperienze.
Non a caso l'emozione è il "vettore" più potente per incidere e registrare in modo indelebile un'informazione.
Ecco perchè tu mi vendi un'auto ma mi parli di sesso e di belle sensazioni, perchè altrimenti io l'auto non te la compero.
Lo stesso per un cellulare, per un vestito, un profumo... ecc...
Oggi noi vediamo uno che ammazza la famiglia e si suicida e ci chiediamo il perchè, le motivazioni dietro al gesto,
ma se scatta qualcosa di sbagliato dentro di noi, potremmo esserci noi appesi al cavalcavia.
Questo fa paura e non è così impensabile che succeda.
In realtà quel che mantiene integro e sano questo sistema è la costante raccolta di informazioni.
La nostra mente è avida di informazioni, ma qui c'è il problema, tali informazioni non sono fini a sé stesse, servono a fare esperienze.
Noi cresciamo attraverso le esperienze.
Se il cane nero mi fa le feste e quello bianco mi ringhia, al colore e al cane, associerò l'emozione data dalla mia personale esperienza, ed è questo che rende il pacchetto di dati più importante dell'altro.
Se togli l'esperienza... ecco che perdi la crescita del neurone. Se togli l'emozione non c'è più esperienza.
In korea, fino a un certo anno (non ricordo le date) non si erano mai verificate dimenticanze di minori in automobile.
Sapete, no?
Ogni tanto capita e lo senti, anche l'altro giorno, quella lì va a un colloquio col figlio, dimentica il figlio in macchina, torna e lo trova morto.
Allora tutti ne fanno la questione di stato, e "la vita frenetica" "troppe cose da fare, ci dimentichiamo di quelle importanti" e cose così:
Ma è l'esatto contrario, non è "troppe cose da fare e ti dimentichi"
più cose fai e più impari,
più impari più espandi la tua memoria
più aumenti le informazioni in tuo possesso, e più sai usarle a tuo vantaggio.
Non ti dimentichi del figlio in macchina perchè hai troppe cose da fare, te ne dimentichi perchè non sei abituato a pensare a così tante cose.
Non sei più abituato a manipolare le informazioni che contieni.
Ma... Sei progettato per esserne in grado, questo è quello che spaventa, il fatto che sei un'anomalia nel sistema.
Qualcosa nella tua testa non ha funzionato come doveva, un figlio non può starsene nella memoria di lavoro, nessun animale tiene i cuccioli nella memoria di lavoro, sono la sua priorità.
Sono state fatte svariate ricerche su questo genere di fenomeni, che comunque hanno interessato in particolare la korea, il brasile e posti tecnologicamente poco "evoluti" (sto parlando di focolai di eventi, non eventi singoli)
La cosa interessante è che l'ncremento di queste dimenticanze, va di pari passo con l'evoluzione tecnologica.
Ciò non è legato tanto alla frenesia della vita, quanto a tutto ciò che l'avvento tecnologico in una certa area geografica a "digiuno" porta in secondo piano rispetto alle priorità dei singoli individui o di una società nella sua interezza.
Questo fenomeno si chiama "demenza digitale" ed è riconosciuto a livello medico come una delle principali cause future di diffusione delle malattie mentali legate al deterioramento precoce dei tessuti nervosi.
Cioè...
Lo sanno già che in futuro si va verso questa prospettiva, ma non possono fare nulla per arginarla perchè è una cosa su scala mondiale, e che cozza con l'influenza di poteri forti.
Gli studi sono tutt'ora in corso ben lungi dal portarsi a compimento, in quanto l'impennata della diffusione dei computer nel mondo è un fenomeno relativamente nuovo rispetto alle conseguenze e al loro sviluppo.
Qualcosa di simile si è vissuto con la diffusione delle prime tv, ad esempio, ma una tv è qualcosa di ben più limitato di un computer e soprattutto all'inizio poco diffuso.
In soldoni, funziona così:
usare un social network ti fa conoscere persone, ma spesso, questo "contatto" lo vivi esclusivamente attraverso un monitor,
per cui sei privato di tutta la parte esperenziale di cui il tuo cervello si ciba.
Quelle sinapsi saranno di conseguenza molto deboli, anche se andrai su facebook ogni giorno, o incontrerai quelle persone di tanto in tanto di persona, non puoi sopperire alla mancanza del contatto diretto che coinvolge tutti i sensi e che puoi vivere ogni giorno in un bar con gli amici, o a scuola coi tuoi compagni.
I computer evolvono in modo spaventoso, corrono, ma altrettanto non fa la mente.
Certo noi evolviamo costantemente, ma lo facciamo in tempi naturali, non digitali.
Spesso sento gente dire che è "multi tasking e sa fare e seguire più cose in contemporanea"
ebbene... E' meglio sapere che è solo un'illusione personale.
Non mettiamo in dubbio che certi individui possano crederci o sentirsi tali, tuttavia la nostra testa può fare "UNA" cosa alla volta, può processare a velocità impensabili per un medernissimo computer da sei a nove informazioni alla volta, ma...
Da sei a nove, se ne fai nove sei già una cima.
Oltre ciò non puoi provare più di un'emozione alla volta, e se non c'è emozione, non stai viendo un'esperienza, per cui non stai vivificando una struttura sinaptica come vorrebbe la natura.
Non vuol dire che l'uomo non si adatterà mai ai computer, ma che gli serve tempo, centiniaia di anni e poi forse ci riucscirà.
Purtroppo questa fase è critica dal momento che stiamo vivendo un'espansione della diffusione informatica attraverso internet e i social,
e non solo, anche attraverso la tv, e i videogame.
Il problema di ciò non è nella quantità di informazioni e quindi del "troppe cose da pensare" quanto dall'incapacità di trasmettere un'esperienza attraverso quei dati.
In germania si è visto come i bambini ottenessero voti peggiori in classi "informatizzate" rispetto alle classi dove veniva loro insegnato alla vecchia maniera.
Non puoi imparare a scrivere attraverso una tastiera, una lettera è un'esperienza, è un simbolo ed è qualcosa di personale:
la "W" che tracci tu non è uguale a nessun'altra "W" sulla terra, ognuno scrive a proprio modo con la propria calligrafia perchè quella è il risultato delle sue esperienze che si tramutano in una nuova esperienza ogni volta che scrive qualcosa di suo pugno.
Ogni volta che scrivi il tuo nome, il tuo cervello per farlo deve riportare una parte di sé a rivivere nello stesso istante ogni singola volta che tu hai scritto il tuo nome di tuo pugno.
Il ché fa già paura e impallidire qualunque computer, ma, andando più a fondo... Quando hai imparato a scrivere ci sono state tante altre cose insieme, tipo l'elogio del maestro,
l'orgoglio dei tuoi genitori,
la comodità della sedia,
il suono della campanella,
l'odore della classe,
il sorriso dei compagni ecc ecc...
Ogni volta che scrivi tutto questo senza che tu lo sappia viene rivivificato e rinforzato rendendo di conseguenza le strutture neurali più "forti" più "durature"
Ma se digti il tuo nome, perdi tutto questo perchè non c'è altra esperienza se non quella legata alla sfera sensoriale.
La mente ha bisogno del contatto diretto con le cose, altrimenti non ne trae beneficio.
Certo, tu guardi il monitor e vedi delle lettere, ed è normale, ti sei auto addestrato a questo, ma per la tua mente non sono lettere sono cellette luminose, puntini, cose che niente hanno a che vedere con l'esperienza di qualcosa che nasce dal nulla sul tuo foglio.
Si sente quando scrivo così che trovo questo tutto molto romantico, ma,
è che la scienza te lo dice, non io.
Noi ci adattiamo ai computer perchè vogliamo farlo, ma non vuol dire che la nostra mente lo faccia altrettanto bene, e infatti... non lo fa, non ci riesce a questi ritmi.
Le malattie legate alla distrofia, l'helzeimer, sono dovute spesso a questo stesso "clima" cioè al fatto che la tua mente non è "forte"
i computer non sostituiscono l'esperienza personale, e non rafforzano la mente, quindi indeboliscono la razza umana.
Col tempo ci adatteremo, ma ne cadranno tanti prima che questo avvenga.
E' interessante come queste informazioni siano state accolte dalla comunità scientifica, ma rifiutate dai grandi colossi che distribuiscono materiale informatico.
La korea, come il brasile, sono stati paesi in cui i colossi informatici si sono pubblicizzati con progetti gratuiti per la diffusione dei computer nelle scuole.
Il risultato è stato, d'apprima l'abbassamento delle medie scolastiche, e in secondo tempo della diffusione di patologie di deterioramento mentale che sono state definite "demenze digitali"
Ovviamente uno dei fenomeni principali è stato l'incremento della pornografia.
E' tutto collegato.
L'idea era che l'avvento del computer in paesi così "arretrati tecnolgicamente" sia stato un colpo forte e che non sia stato del tutto assorbito dalla società creando più danni che vantaggi ma che i paesi più civilizzati non corressero questo rischio.
In verità, però, la questione è diversa, nei paesi più moderni infatti il computer si è sviluppato in modo differente, non sono arrivate d'un botto delle nuove tecnologie complicatissime, si sono evolute lentamente e questo ha permesso alle persone di accoglierle più facilmente.
Ma è solo uno sgabbello... siamo solo più in alto del livello degli altri paesi, man mano l'acqua sale, e non puoi sopperire con la tecnologia a quello che la natura di suo non ti ha dato ancora, prima o poi l'acqua ti toccherà le caviglie, e anche tu affonderai.
Ch4 - Museum
In questi anni, sono cambiate un'infinità di cose, ma in particolare la società ha rivalutato e rivitalizzato il concetto di apparenza.
Non solo v'è stato un aumento della pubblicità, ma un miglioramento della stessa sfruttando i trigger subliminali e i meccanismi automatizzati di cui è fatta la nostra psiche.
Questo ci ha condotto a cambiare col tempo molte nostre abitudini:
non è raro alzarsi dal letto e guardare il tempo metereologico sul cellulare quando ti basterebbe alzare la tapparella e affacciarti alla finestra.
La seconda è un'esperienza completa, la prima... è un dannato flip su uno schermo.
E' molto importante questo, perchè ogni giorno quel passare col dito sul monitor lo facciamo centinaia di volte.
Se avete capito quel che ho scritto fino ad ora, potete facilmente immaginare cosa ciò comporti:
la tua esperienza non è altro che un flip sullo schermo, è a quel flip che leghi tutte le informazioni che seguono.
Ogni volta fai flip... E inconsciamente crei un programma che lega a quel flip un'infinita di informazioni, non supportate da abbastanza esperienze per sostenere una vificazione delle sinapsi.
Una volta incontravi gli amici a casa loro, mangevate qualcosa, un rinfresco, facevate un doppio a street fighter sul divano, c'erano suoni, odori, emozioni, coinvolgimenti a tutto tondo con altri individui, cioè con altri pacchetti di dati talmente vasti che la nostra mente non può desiderare altro.
Ora fai flip... e più flippi e più fai punti.
E' giocare questo?
Si usano stratagemmi come colori, suoni, per alterare la percezione cerebrale dell'esperienza.
Un pò come gli scampanellii incessanti dei bumpers nei flipper, che servono a stordire i sensi e sono progttati per farlo.
Le luci, per coglierti di sorpresa creando una interruzione nel tuo schema comportamentale, spiazzarti e quindi inserire nuovi programmi.
Quali?
Flip col dito, farai punti e starai bene.
Flip col dito, vincerai le medaglie a cui non te lo diciamo ma ai tuoi amici non frega una sega.
Flip col dito, per vincere fantastiche nuove skin per il tuo personaggio che non approfondiscono assolutamente o differenziano l'esperienza di gioco.
Flip col dito, perchè crederai di avere un'esperienza, mentre l'unica sinapsi che stai rinforzando è quella legata alla dipendenza del flip col dito.
E a un certo punto non puoi rifiutarti, prenderai il cellulare anche se non hai un cazzo da vederci, e per il puro dubbio di vedere se si accende se fai flip col dito, farai quel maledetto movimento.
Mangerai col cellulare accanto al piatto e flipperai anche se sei del tutto fuori contesto.
Non voglio che pensiate che io la stia facendo drastica, ma in effetti è una cosa che fa paura se conosci il meccanismo che la alimenta e del come non possa alimentare allo stesso modo te.
Scrivo ciò per tante ragioni, ma anche perchè se ne parlava l'altra sera col mio partner, oggi i videogiochi non sono più "videogiochi" sono trappole per creare dipendenza patologica.
Ed esistono a quello scopo ma la cosa più brutta, e lo dico da apassionato, vero, di videogiochi, è che siamo talmente assorbiti da questo nuovo sistema digitale che i nostri pensieri, soprattuttutto per i più giovani o per chi fa videogame perchè vuole vendere quel videogame un giorno, vertono a sviluppare la stessa merda digitale che ha gli stessi effetti collaterali sulla nostra psiche e natura umana, alimentando il motore che fa girare questa macchina auto-distruttiva.
E questo è triste...
Una volta usciva un videogame, nei 16 bit, ma anche nei 36... quel videogame aveva un'idea di fondo e un'interpretazione personali di un genere.
Ultimamente ho giocato e terminato Ecco the dolphin, che è un incubo, e non lo auguro a nessuno, ma...
Mi ricordo quando uscì e lo pubblicizzavano in tv, mi ricordo lo stupore da bambino di vedere una specie di acquario con dei colori meravigliosi, profondi, e alla fine...
E' solo un cazzo di platform, dove non corri, non salti, nuoti.
Era tutto lì,qualcuno s'è detto "Sai che c'è? Facciamo un platform!"
"Ah, ma ce ne sono troppi, non vende, come facciamo a renderlo unico?"
"lo facciamo tutto sott'acqua"
Bam
Venduto.
Ed è la storia, questa, di centinaia di titoli; prendi Metal slug, è un'evoluzione di Contra, prendi In the hunt, è un'evoluzione di Gradius, ma possiedono quel "quid" che fa di loro selle esperienze uniche.
Esperienze perchè non era un flip col dito, dovevi imparare gli schemi, prova te oggi a giocare a castlevania o a megaman senza memorizzare prima la posizione dei pericoli sulla mappa, non fai due passi che sei morto.
Dovevi imparare, dovevi sviluppare dei riflessi, dovevi creare un'esperienza per poter superare il gioco, o vincerlo.
A volte da solo, a volte con gli amici...
Monkey Island, Zak Mc Kracken, ricordo ancora che ci si vedeva a scuola e ci si diceva cosa prendere, come usarlo per progredire, la sensazione di felicità che ti pervadeva ad ogni nuova schermata, perchè era costata intelletto, non flip col dito.
Oggi chiamano adventure una schermata statica dove devi scovare (cliccando, ovviamente, sia mai che fai più fatica) gli oggetti elencati in una lista a bordo schermo.
Una volta se non capivi di dover suonare un kazoo per svegliare un autista stronzo, invece, non andavi avanti.
Negli anni l'esperienza è sparita e non è rimasto altro che il "guadagno" anche se dovremmo dire "l'illusione del guadagno"
e soprattutto tanta e tanta apparenza.
Oggi, non è più esperienza di gioco, è dipendenza dal gioco;
nemmeno "abitudine" perchè l'abitudine è più malleabile di una dipendenza, ma quando sei al bar e chatti con quello che hai di fronte anzichè parlarci direttamente, c'è qualcosa che non funziona.
Quando interrompi il lavoro o lo studio davanti ai colleghi o al prof per guardare il cellulare, c'è qualcosa che non funziona.
Pokémon Go, nasce come esperimento per socializzare con gli altri, ma alla fine la socializzazione lascia il tempo che trova e tutta l'esperienza diventa un collezionismo sfrenato a tutti i costi e in tutti i luoghi...che a ben pensarci non porta assolutamente a nulla.
Quindi, e parlo per conto mio, ma credo di parlare a nome di tanti, e se non di tutti, almeno di un altro sicuro...
io non farò mai nulla per ampliare il panorama di videogame di questo tipo.
Perchè sono deleteri, si, ma uno può fregargliene come no, ma
perchè a scanso di quanto uno anche ci si può essere impegnato per farli, non sono videogame, non mi trasmettono nulla, e ai miei occhi non fanno che aumentare la pila di merda di giochi da cellulare e tablet che non vanno da nessuna parte dove la cosa più impegnativa è "toccare" uno schermo a tempo, se ti va di culo...
Altre volte puoi toccare anche fuori tempo, e vinci uguale.
L'industria del videogame, si basa oggi su questo modo di intendere, ma non è perchè io sia un dinosauro che penso che sia sbagliato, è perchè fa male a tutti tranne che per chi intasca la grana, e per farlo usa qualunque mezzo, lecito o no, ti regala pacchetti di roba che non ti serve a nulla se non a darti l'impressione che prima o poi troverai quelle robe che ti servono a te per migliorare il tuo personaggio... E comunque la tua esperienza di gioco, anche spendendo quattrini veri non varierà di un cazzo di niente.
No, non farò mai videogame di questo tipo, penserò a sparattutto, picchiaduro, racing game, platform, adventures, puzzle, e cercherò di vendere, o comunque produrre un'esperienza che valga la pena da ricordare.
Forse non ci riuscirò mai...
Ma non mi abbasserò a rimpinzare un mercato già saturo, in cui l'unico nesso comune è mettertela nel culo, perfino quando chi li sviluppa, è uno che magari è come me, e vuole provare a fare un videogiochino.
Mi dispiace per lui, ma pensa a questo solo perchè è circondato da questo.
Io cito contra, sonic, mario, Ecco che è una merda ma lo cito uguale... E c'è gente che mario lo conosce solo in 3d.
Se uno vuole parlarmi di fare videogame, allora queste cose non le deve solo conoscere, deve imparare a capirle e carpire da loro i loro segreti.
Cosa rendeva quel livello così elettrizzante?
Non flip col dito, touch... ma di che cazzo parliamo?
Io come Maker, e mi ci considero tale, amo i videogame, ma questi non sono candy crush saga, lanciatori di pennuti, non sono quella pletora di cloni di puzzle boubble dove non puoi proseguire oltre un tot di livelli perchè non hai abbastanza punti, e quindi dovresti comperare potenziamenti (ma non ti preoccupare che prima di arrivare a non riuscire più a progredire nei livelli con le tue sole forze, la dipendenza dallo stesso videogame te l'abbiamo già regalata)
I veri videogame sono dietro, sono la storia, e se si vuole parlare di videogame, bisogna parlare della loro storia.
Che non ha nulla a che vedere con la dipendenza, o l'alienismo, avevano certo anche loro dei piccoli stratagemmi persuasivi, ma dal qui all'essere progettati per creare dipendenza o l'essere progettati inconsciamente come modelli per creare dipendenza...
E' proprio un altro pianeta.
Sono voluto partire da una base di psicologia e neurologia spicciole per spiegare queste cose, ma per me non andrebbero nemmeno spiegate.
E' chiaro, basta guardare la strada o le piazze, che i rapporti tra le persone si allontanano anzichè avvicinarsi e che tutti oggi swappano sul cellulare centinaia di volte senza rendersene conto anche per i motivi più futili e nei momenti meno opportuni.
Questo fa male, non servono la psicologia, o le neuroscienze, neppure lo spettro nemmeno tanto lontano di una malattia degenerativa legata all'utilizzo della tecnologia, sono cose che si dovrebbero capire da sole.
Senza poi contare che chi si dice "apassionato o amante" dei videogame, dovrebbe vederlo da solo che questi di oggi non sono videogame.
La mano è fatta per impugnare le cose, per stringerle e manipolarle, per conoscerle attraverso la temperatura e il tatto... non per strisciare con il pollice o l'indice su un monitor.
Il monitor non contiene l'esperienza della parola, non contiene nulla.
Se vuoi sapere cosa si prova ad accarezzare un delfino vai all'acquario e lo accarezzi, anche se leggi che è ruvido, o gommoso, non è la stessa cosa, alla tua testa non basta e non lo impari se ti limiti a quello.
Per quel che mi riguada dopo aver finito Ecco dopo due settimane di inferno con quei granchi maledetti e i blocchi di ghiaccio assassini, per me al tatto il delfino è suppergiù
molto simile
ma non uguale, solo simile
però diciamo che ci si avvicina molto
...
..
alla merda.
Modificato da Martin Ginrai, 26 May 2018 - 10:33 AM.