Element of chaos è il seguito diretto di Death
fantasia, un gioco targato 2003 che vedeva protagonista Ariel, una
giovane vampiretta alle prese con la sua prima notte di caccia in
solitario... ... Leggi tutto
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Shadow di Blackbird immerge il giocatore nelle tetre atmosfere
della cittadina di Kedwardville, i cui abitanti sono da tempo
tormentato da un sinistro spirito su cui non si sa nulla. Nei panni di
Angel, medium che da quando ha avuto un'operazione agli occhi da bambino
è in grado di parlare coi fantasmi, il giocatore è chiamato a
investigare sulla faccenda e risolvere il mistero.
Ma le indagini lo porteranno a scoprire, più che qualcosa sulla città, qualcosa di importante su sé stesso.
Fin dai primi minuti di gioco ciò di cui ci si accorge subito è la
fortissima atmosfera: la cittadina di Kedwardville sembra quasi urlare
dalla disperazione. Angel si ritrova immerso nella nebbia, dalla quale
emergono indistinti contorni di persone, corvi, carcasse di animali; e
come se tutto ciò non bastasse, a un comparto grafico notevole si
aggiungono suoni da far accapponare la pelle. I corvi gragghiano, ma non
solo: l'ululato del vento è terribile, e non raramente si sentono i
brividi, tanto Blackbird è capace di immergere il giocatore
nell'atmosfera da lui sapientemente creata.
Il giocatore è chiamato a investigare sulla situazione della città,
parlando coi cittadini e incontrando strani personaggi. Il gioco è una
sorta di action puzzle, nel quale si è quasi esclusivamente costretti a
risolvere enigmi (non mancano piccoli minigiochi di abilità qua e là).
Enigmi che possono apparire semplici, ma si sanno rivelare in molti casi
davvero complessi, costringendo il giocatore a usare buona quantità
della propria materia grigia per venirne a capo. Per la risoluzione di
alcuni di essi, tuttavia, tutto si riduce a un continuo spostare da un
punto all'altro, che può risultare frustrante.
Una grande pecca, da questo punto di vista, è che si sente che il
gioco è stato realizzato nel 2004, periodo nel quale il ritmo narrativo
dei titoli realizzati con rpg maker era generalmente più dilatato
rispetto ai titoli di oggi: Angel e i vari protagonisti risentono di una
forte lentezza nei movimenti, che spingerà il giocatore a odiare i
numerosissimi tragitti dal bosco a Kedwardville, che inevitabilmente
sarà costretto a fare. D'altro canto, i dialoghi scorrono anch'essi
lentamente, chiedendo da un lato al giocatore di immergersi gradualmente
ma completamente nell'atmosfera agghiacciante del gioco di Blackbird,
dall'altro di portare pazienza e non essere frettoloso. E chi ama la
grammatica si accorgerà facilmente dei piccoli errori ortografici, in
aggiunta all'eccessivo uso dei punti di sospensione.
Shadow non è quindi un gioco per chi ha fretta: vuole essere
giocato con delicatezza, pazienza, e qualora lo si faccia, è capace di
regalare un'immersione in un'atmosfera viva e convincente, fatta di urla
di donne, vetri rotti, incubi e orrori.
Dal punto di vista della programmazione Blackbird fa un lavoro
ottimo, regalando un eccellente menu personalizzato e diverse sequenze
di gioco notevoli, per quanto, come già detto, lente. Quando Angel
incontra altri personaggi importanti ai fini della trama, delle sequenze
e delle immagini su schermo portano chi gioca in una dimensione
introspettiva, nella quale l'interiorità dei personaggi, con tutte le
loro ansie e confusioni, è messa a nudo.
In conclusione, Shadow è un gioco d'impatto, assolutamente
incisivo per quanto riguarda grafica, atmosfera e sonoro, ma che risente
di alcuni problemi legati alla sua data di pubblicazione, chiedendo
quindi al giocatore di giocare pazientemente per arrivare a immergersi
completamente e apprezzare fino in fondo la nera favola di Blackbird.