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Screen Contest #90

Kamikun






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Depressione: come andare avanti? - - - - -

    Fran Ryougi
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#1 Inviato 30 November 2015 - 23:16 PM

Tutto è iniziato da questa domanda che ho pubblicato negli aggiornamenti di stato: "Come posso sconfiggere il continuo senso d'inferiorità che provo verso me stessa? :("

Ho ricevuto molte risposte e vi ringrazio davvero tanto.

Siccome il discorso può estendersi molto e ampliarsi, ho deciso di aprire un topic.

(Trovate lo stato e i messaggi di risposta qui: http://www.rpg2s.net...status_id=5157)

Sinceramente al momento non so che dire.

Vorrei capire meglio il discorso di Martin e ringrazio Flame e gli altri per i consigli e per aver condiviso le proprie esperienze.

Al momento posso solo dire che il bullismo è uno dei motivi.
Bullismo abbastanza pesante (anche manesco), durato molti anni, collegato anche alla mia profonda ingenuità e sensibilità. Ma soprattutto al fatto che da piccola non chiedevo aiuto a nessuno.
Di sicuro il problema è molto più legato a me piuttosto che a persone che non vedo da anni.

    Elpropax
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#2 Inviato 30 November 2015 - 23:52 PM

Ciao,volevo dirti che anche io all'epoca ero vittima di bullismo, una volta mi ritrovai persino una matita penzolante dalla fronte con tanto di liquido rossastro che usciva fuori...comunque a parte ciò, il bullismo io l'ho sconfitto in un modo solo, crescendo. Perché solo quando si cresce si capisce di quanto ci si è scemi da ragazzini. Non sto dicendo nulla nei tuoi confronti,ma nel caso qualcuno ti cerca di intimorire,non rispondere a tono senza pensarci. Si tra noi uomini se uno non reagiva era un codardo e visto che io ero in una classe dove 15/18 erano ripetenti(non di 1 solo anno),affrontavo sempre gente più grande,prendendo schiaffi e continue frecciatine e non solo. Ciò mi ha portato a molti problemi di autostima che a volte ci sono e a volte svaniscono vanno in base ai periodi...so che potrei sembrare drastico ma l'aiuto di professionisti può darti un grande aiuto. Per il resto prova tu a combatterli con l'indifferenza o con risposte mature...poi a mali estremi estremi rimedi. L'unica cosa che resta da dire è che loro non sono migliori di te.

Ogni sogno a cui rinunci è un pezzo del tuo futuro che cessa di esistere

-Steve Jobs- :cool:


    Sieghart
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#3 Inviato 01 December 2015 - 01:17 AM

Mi dispiace sentire queste cose, la fiducia in se stessi è il primo passo per una vita piena e soddisfacente.
Lavora sull'autostima, circondati di persone che tengono a te e che ti apprezzano per come sei (ce ne sono sicuramente) e vedrai che inizierai a vedere il bicchiere mezzo pieno, piuttosto che mezzo vuoto.
Se necessario, come dice elpropax, fatti anche aiutare da uno specialista, non c'è niente di male, non è una cosa di cui vergognarsi, se può aiutarti ben venga, come dici tu sei molto sensibile, secondo me è una qualità e ne avrai sicuramente tante altre, devi apprezzarle tu per prima e circondarti di persone che le apprezzano.

Per la questione bullismo, non so quanti anni hai, se sei al liceo ti dico di stringere i denti che andrà meglio, se sei più grande ormai il peggio è passato, ora non ti resta che smaltire i segni che hanno lasciato

 


      AAARGH! COSA E' SUCCESSO
      AI TUOI PIXEL, FRATELLO!   
 
                         

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 I miei trofei! SCContest3Oct.gif   post-6-0-94738000-1390575635.png   wuepPiI.png

 

 


    Martin Ginrai
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#4 Inviato 01 December 2015 - 01:43 AM

Spiegami quello che non hai capito sugli aggiornamenti di stato, vedrò di spiegartelo con maggiore precisione...

fermi restando che io non sono uno specialista, e che ciò che dico può al massimo essere considerato come un consiglio. ^ ^'


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<<Crede che riuscirà a rispettare un marito che, forse, ha preso la più grossa cantonata scientifica di tutti i tempi?>>

.

..

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.

L'arte é la costruzione del tempio, dove lo Spirito, in virtù del simbolo, del rituale e della geometria sacra, può dimorare costantemente[...]

 

Vitriol

 

 

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- Il pandoro ci annienta...-


    alkasel
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#5 Inviato 01 December 2015 - 10:25 AM

Ciao!
anche io in passato ho avuto un periodo brutto (i primi 3 anni delle superiori, all'incirca), sia per via dell'autostima sia perchè avevo pochi amici "veri" e molta gente con cui mi trovavo male. Da questa situazione ci sono uscito nel seguente modo

- ho trovato una ragazza che era una persona più "sicura" di me e mi ha aiutato in questo senso

- ho trovato degli amici con cui mi trovavo bene

- ho iniziato a fare arti marziali, in particolare ho avuto la fortuna di trovare un posto dove c'erano tante persone brave e dove si stava proprio bene, che è diventato per me come una seconda famiglia. In più fare arti marziali, anche se non lo fai per picchiare gli altri ma solo per imparare a difenderti e perchè è "bello" (o almeno, a me piace), aiuta sul piano dell'autostima, o almeno per me è stato così.

- ho iniziato a studiare (prima studiavo poco, e questo era un ennesimo motivo di mancanza di autostima)

 

In sostanza secondo me, come è stato già detto da altre persone, può aiutare sia avere degli amici veri, con cui si sta bene e ci si può rilassare, sia fare un qualcosa che ci fa sentire parte di un gruppo (sport od altro che sia), e che è comunque un "qualcosa" che facciamo: secondo me, più cose facciamo e più ci sentiamo importanti, perchè stiamo dando un senso alla nostra vita. Ovviamente questo qualcosa deve essere fatto con persone con cui stiamo bene. E occorre, al contario, non fare TROPPE cose, sennò si rischia di non farne neppure una bene. Secondo me ad esempio (se non fai già sport o altro) dovresti provare vari sport etc, e alla fine sceglierne uno. Anche se magari all'inizio sembra che non ti piaccia, prova a continuare! è comunque un impegno, e impegnarsi anima e corpo in una cosa fa bene alla mente, secondo me.

Poi io ritengo particolarmente belle le arti marziali, ma vabè, quelli sono gusti xD e probabilmente dipende anche dal fatto che ho trovato un posto dove stavo molto bene, ma non è che accade per forza così. E non farti fuorviare: uno se pensa alle arti marziali magari pensa a gente violenta etc. In base alla mia esperienzia, è il contrario! io le persone più belle dentro e più calme le ho incontrate al corso di kung fu (che ho fatto per 8 anni, l'anno scorso poi ho cambiato per provare altro).

In conclusione, io come "cura" proporrei di rilassarsi, cercare tante (ma non troppe) cose che ti piacciono da fare (anche se non ti entusiasmano al massimo provale, la passione può anche venire non subito) (se provi qualche disciplina informatica ti consiglio di farti "consigliare" da qualcuno sul come cominciare, che lì all'inizio spesso uno non sa da dove cominciare)(fra le varie cose che fai mettici anche lo studio o quello che fai, anche quello aiuta a sentirsi soddisfatti), e accompagnati a degli amici veri.

ciao!


Obiettivo della nostra vita sia lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato.

Dietro ad ogni grande uomo c'è una grande donna
 

(non so se si vede ma mi piacciono le frasi epiche xD)
 

Chi sono?


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#6 Inviato 01 December 2015 - 10:33 AM

Io ho avuto un problema diverso. Mi sentivo solo ed emarginato perché ero l'unico che non subiva atti di bullismo. Dopo tanta fatica e impegno ce l'ho fatta, ora anch'io ho il mio bullo personale e posso lasciare la Foresta Kokiri.


In Fede,

BuddyTroller

 

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    Martin Ginrai
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#7 Inviato 01 December 2015 - 13:27 PM

Nel mentre:

 

Gli esseri umani, tutti, si sono adattati a vivere in una società, e una società funziona perchè ha delle regole:

queste regole "spaccano" gli esseri umani in due branche, quelli sani, e quelli pazzi.

 

Di norma una persona è "sana" non fin tanto che sta bene, ma fin tanto che il suo pensiero è uniforme alla società in cui è inserita e, ovviamente, ne viene da sé che più ne é distante e più viene considerata dai "sani" di quella stessa società pazza.

 

In pratica l'uomo per potersi inserire in una società necessita di rinunciare a parte delle proprie libertà, ma questo è già un atto "folle" di suo, quindi si può riassumere dicendo che gli esseri umani non sono "sani" ma vivono e coesistono fra loro a più gradi di pazzia.

 

Già su questo uno potrebbe scriverci libri interi, ma cerchiamo di non divagare troppo.

 

Ho voluto sottolineare questo per portare subito in vista un punto fondamentale, cioè che tutti, essendo inseriti in un sistema societario, abbiamo problemi, a volte ce ne rendiamo conto, altre volte meno, quando ce ne rendiamo conto potremmo diventare dei sovversivi nei confronti di quella società che ci impone delle regole che non accettiamo, così come chiuderci in noi stessi, e soffrire silenziosamente, a volte questa sofferenza è difficile da accettare e si tenta di mitigarla attraverso specialisti, o l'uso di farmaci nei casi più estremi.

 

Ora, se prendiamo un maschio come esempio, il maschio potrebbe crescere in due istituti scolastici differenti, in uno in cui vi sia la presenza di bulli, e uno in cui non vi sia questa minaccia; in pratica, all'interno della società esistono milioni di "società" minori che rispondono a delle regole a loro volta, e non è detto che il nostro esempio "maschietto" riesca a essere nel luogo a lui più adatto, non è detto che nella società di bulli riesca a vivere serenamente, così come non è detto che nella società di persone miti non diventi esso stesso un bullo.

 

Perchè succede ciò?

Esclusivamente per rispondere alla prima necessità della società stessa, la sopravvivenza.

Di riflesso sopravvivere è ciò che desidera anche l'essere umano, ma... per affrontare questi temi è forse necessario aprirsi un pò e poter credere che anche un "sistema" a proprio modo può considerarsi qualcosa di "vivo"

 

L'economia mondiale, ad esempio è un sistema che in sè non è riconoscibile come "vivo" eppure segue delle correnti, dei flussi, si adatta, si evolve e si impone, e il tutto lo fa per sopravviere... nonostante non sia affatto un sistema vivente naturale.

 

Quindi la prima questione è che chi è inserito in una società può essere più forte o meno forte e a seconda di ciò reagirà in un modo o in un altro, tuttavia lo fa unicamente per mantenere all'interno della società il proprio status quo, o la propria individualità, il ché se ci si pensa è un pò come desiderare di avere il piede in due scarpe diverse.

 

Questo che ho descritto è a grandi linee il "teatro" su cui la gente vive, ed è il luogo dove si manifestano i traumi e i problemi delle persone.

Da adesso in poi dividerò l'argomento in parti, per poter affrontare i vari temi, perchè la situazione è un pò complessa, e perchè è molto complicato riuscire a gestirla interamene con un unico discorso... e poi Flame sa perchè lo faccio XD

 

 

Parte 1: L'io del bambino e l'io dell'adulto

 

Cos'è un trauma?

Un trauma è principalmente un grosso cambiamento nel proprio Essere.

 

Vedremo poi cosa questo comporti, per ora limitiamoci ad osservare che in realtà ogni trauma ha la medesima base a sostenerlo, cioè la nostra incapacità cronica di accettare il cambiamento come qualcosa di positivo.

 

iobambioad.png

 

Lo schema qui in alto viene spesso utilizzato perchè descrive bene quel che è un essere umano dal punto di vista psichico.

Il cerchio a sinistra è quello che siamo noi dal momento del concepimento fino alla nascita; il cerchio rappresenta bene il senso dell'unità e della completezza.

Noi siamo il tutto, quello che in azzurrino è lo sfondo dello schema ha tanti nomi, ma il più comune è "al di là"

inteso proprio come "l'aldilà" cioè quell'area che non conosciamo e che sta "dopo" di noi.

 

Proprio perchè è "al di là" è una zona insondabile, ma al bambino non interessa, perchè nn la percepisce... come gli adulti, del resto, quanti possono dire di aver "visto" l'aldilà" ?

 

Il primo cerchio mostra un "io" bambino, completo e privo di limiti percepibili, mentre... il cerchio a destra rappresenta un "io" adulto.

 

Nell'io adulto avviene un fenomeno di scissione del proprio essere, per cui l'io bambino, che è rappresentato dal cerchio interno, viene indebolito e limitato. Non è quindi un altro cerchio, è lo stesso cerchio che si è rimpicciolito perdedo energia; questa seconda fase della crescita, in cui compare un "io adulto" avviene quando i genitori cercano di inserire il bambino in una società, ad esempio, una scuola materna, ad esempio dandoli delle regole (non si accettano caramelle dagli sconosciuti, non ci si comporta male con gli altri bambini) ecc...

 

E' un passaggio fondamentale perchè il bambino vive di ciò che è, rispetto all'adulto, ignorando ciò che è, eppure sfrutta quella che è la propria essenza al massimo.

Questo è possibile esclusivamente perchè il bambino non ha delle regole, e di conseguenza, al contrario dell'adulto che ne è sommerso, non ha dei reali "limiti" che possa percepire.

 

I traumi, sono lo spazio che intercorre dal confine del cerchio più grande, al confine del cerchio più piccolo, infatti... inizialmente quel piccolo cerchio non esiste e il bambino soffre totalmente dei traumi che subisce.

 

sciss.png

 

Schematizzando ecco cosa succede:

Sei nella pancia della madre e sei il cerchio giallo grande, poi vieni al mondo, ti prendono di forza e ti spingono fuori, e vieni a trovarti in una realtà nuova, devi imparare a respirare in pochi secondi, subisci uno sbalzo termico, stai malissimo, possono dirvi che la nascita è una bella cosa, ma per chi nasce, nascere è un trauma tremendo, il peggiore che ha in vita.

 

In quel caso si impara che "cambiare" fa male, ma... è solo l'inizio.

 

Il bambino viene comunque trattato come un re, non può processare da sé le informazioni che via via la sua mente raccoglie, quindi non teme nulla se non il cambiamento, e non capisce molto se non che lui è il centro del mondo, del "suo" mondo.

 

Poi si inizia a crescere magari lo portano al parco e, sempre magari, si aspetta di essere premiato (perchè esiste) con un gelato dal papà;

il papà, però non ha soldi con sé, ecco che quindi il bambino deve ridimensionare quel che conosce del mondo, e si inizia a passare nella fase della prima immagine in alto a sinistra.

 

Sull'io del bambino si viene a formare un solco, questo solco (la linea nera) è un trauma;

Nel nostro esempio è anche il primo della sua vita, ma si noti una cosa, si crea una distinzione fra quel che è al di qua del solco, e quello che è al di là del solco, e si vede nascere per la prima volta un settore "marrone"

 

Il settore marrone è in pratica un'area delle proprie possibilità che viene di colpo a essere "chiusa"

non perchè non esista, ma perchè si smette di credere che essa esista.

 

Se hai visto "Inside Out" della Disney, magari rcorderai come le isole della protagonista perdano "vita" colore, energia prima di crollare, ecco, in realtà non crolla nulla, ma l'area smette di essere a "nostra portata"

 

Molti altri traumi segono al primo, che altro non sono che continui cambiamenti nella vita, si pensa ad esempio che andare a scuola renda felice il bambino, il ché a volte è anche possibile, tuttavia la scuola è una società, una società ha delle regole, le regole sono limitazioni, anche se il bambino può affrontare i primi giorni di scuola con allegria, quel che veramente accade è che in quel luogo dovrà sotostare a regole che non gli appartengono per poter essere accettato, e questo porterà a nuovi traumi.

 

Tutto ciò che è un "trauma" è in pratica il passaggio da uno stato (che conosci) a uno che non conosci, e quindi il trauma in sé, di base, è semplicemente la paura derivante da quello che non conosci.

 

Anche da bambino esiste un universo che non conosci (l'aldilà azzurro) ma anche percependolo, hai comunque la possibilità di esplorarlo crescendo; questo è ciò che pensa il bambino, ma nel momento in cui iniziano a crearsi delle aree spente, questa possibilità si allontana, perchè si smette di percepire la "possibilità di evolvere, e la propria libertà di movimento" all'interno di noi stessi.

 

Intorno ai sei, sette anni, un pò prima per le bambine, avviene infine un fenomeno che si chiama "scissione"

il bambino, stanco di soffrire inutilmente, realizza che se vuole crescere deve diventare come gli adulti e quindi privarsi totalmente delle proprie libertà; il bambino non è d'accordo con questo, poichè corrisponde al "cambiare" e al "morire" (da moht, morte, morire / morire per cambiare) di conseguenza il cervello attua un sotterfugio per sopravvivere, crea una copia di sé e la offre agli adulti, e "nasconde" il reale sé stesso in modo che non sia più possibile raggiungerlo.

 

Nello schema in alto, l'ultima figura a destra, il cerchio giallo (l'originale) si dota di un nuovo confine invalicabile (sinaptico) l'area esterna coperta di traumi e ferite è l'area che viene offerta agli adulti.

 

L'uno è il subconscio, l'altro è la parte conscia ovvero l'ego.

 

Questo schema è lo stesso per tutti, cioè, volenti o nolenti, tutti devono passarci e tutti ci sono già passati, l'unica differenza sta nel tipo di traumi che ci sono stati causati, tuttavia... la base dei traumi, qualunque sia la loro natura, è la medesima per tutti, la paura di ciò che non conosciamo (e quindi del cambiamento da uno stato verso un altro)

E' la differenziazione di questi traumi da persona a persona a creare le sfumature caratteriali.

 

Non so se si è capito poichè l'ho sottointeso, ma ciò vuol dire che noi come individui, nel momento in cui creiamo un subconscio siamo giunti a compimento, cioè otteniamo già tutte le caratteristiche e l'umore che ci contraddistinguono rispetto agli altri, in pratica da quel momento noi possiamo solo aumentare il nostro bagaglio di conoscenza, perchè se non vengono "rimossi" i ricordi dei traumi che ci hanno plasmato, non possiamo nel modo più assoluto cambiare nemmeno un atomo di ciò che siamo.

 

La domanda da porsi è "chi siamo noi?" cioè realmente siamo l'ego... o quel bambino che piange e si dispera nei suoi confini ristretti dell'ultima immagine?

Ebbene... "noi" siamo il bambino, e l'Ego, è l'insieme di tutti i programmi automatici che ci fanno muovere e che credono di pensare.

Chi sceglie è il bambino, chi pensa è il bambino, l'ego esiste solo in quanto percezione, ma è talmente ben fatta... che è convinta di esistere.

Questa... è difficile da prendere quando ti viene semplicemente detta, bisogna farci sopra delle esperienze dirette per capirla, ma...

noi, o meglio, quel che crediamo noi di essere, quando interagiamo con gli altri, quando ci guardiamo allo specchio, quando non vediamo l'ora che esca un film o quando usciamo con il nostro partner e ci finiamo a letto...

quel noi, non esiste realmente, crede solo di essere qualcuno.

Se ci pensi è una questione che difficilmente una persona con un ego preponderante accetterebbe, più credi nel tuo ego e meno accetteresti questa realtà... appunto perchè tu sei un "ego" e questo non vuol dire affatto che "esisti" di diritto nel mondo come quell'ego.

 

Dato che è una questione delicata non prenderla alla lettera, ma ti chiedo solo di "prendere in considerazione" questa possibilità; apriti all'idea che tutto qel che sai di te, degli altri, del mondo, sia un'impressione sbagliata, e che la realtà possa essere sempre diversa dalle tue più profonde certezze.

 

 

 

 

Parte 2: L'azione del subconscio

 

Tutto ciò che in vita ci avviene, nasce dall'attrito fra ciò che desidera e ordina il subconscio, e ciò che la parte conscia o ego esegue.

 

Quando l'animo si scinde, e si crea la parte inconscia, in realtà ciò avviene con un vero e proprio programma di ripristino allegato; il bambino accetta, si, che gli adulti si divertano a crescere una copia di sé, e che questa venga modificata come vogliono, ma... lo scopo del bambino è quello di fare in modo che quella parte "conscia" sia sempre la stessa, e lo fa perchè ha l'originale su cui basarsi.

 

Quindi fa di tutto, letteralmente per riportare ogni volta la parte conscia a uno stato di equilibrio e somiglianza con ciò che realmente è il tuo animo.

Ovviamente ciò è molto semplice da giovani, ma più si prosegue nella crescita e più diventa complesso da gestire, anche per un regno talmente sconfinato come il subconscio.

 

Ad esempio, da bambini è facile avere delle intuizioni, delle idee sul "cosa farò da grande" degli indirizzi del tutto "istintivi" su quel che per noi è meglio, questo genere di informazioni che sembrano giungerci dal nulla sono per l'appunto i desideri del bambino.

Se hai visto il film "Polar Express" c'è tutta una questione legata al suono di una campanella che anticipa l'arrivo di babbo Natale, questa campanella può essere sentita solo dai bambini.

E' un'idea che torna spesso nella letteratura, i bambini vedono e sentono cose che sono recluse agli adulti, questa è una di quelle.

 

Le femmine, rispetto ai maschi sono più portate a sentire questi "richiami" per questo ciò che Flame diceva ha molto senso; c'è una parte di te, dentro di te, debole e ingenua, ma che devi accettare e curare il più possibile, perchè quella sei tu, la vera tu, e quello che esiste al di là di essa in realtà non conta, perchè qualunque cosa tu possa pensare di essere in questo momento, realmente, non esiste.

L'individuo vero, originale è lei, non ciò che nasce dopo come copia.

 

Questa necessità da parte del subconscio di "tornare" ad essere quello di un tempo nasce dalla fisiologia cerebrale, dal fatto che il subconscio non a caso è contenuto in aree della mente incapaci di comprendere lo scorrere del tempo, per il subconscio oggi è sempre il giorno in cui sei nato, che al contempo è il giorno in cui il babbo t'ha sgridata, che poi è lo stesso giorno in cui il moroso t'ha piantata ecc ecc...

 

Quando si origina un trauma particolarmente forte esistono due modi di "affrontarlo"

il primo è fingere di nulla, "domani è un altro giorno" "non può piovere per sempre" ecc

il secondo è discuterne, esternare il problema e sottoporlo al giudizio di altri "mal comune mezzo gaudio" o "una mano lava l'altra, due lavano il viso"

 

Perchè è importante comprendere questa differenziazione?

Perchè un trauma è composto da due componenti, una componente "fisica" cioè, il trauma in sé, l'evento, le reazioni, in dettaglio ciò che è accaduto e come l'abbiamo sentito; e una componente "energetica" (è a tutti gli effetti un sovraccarico elettrico nelle sinapsi)

 

La nostra mente funziona tramite l'elettricità, e dà importanza alle informazioni che il cervello contiene a seconda di gradi di importanza.

Questi gradi di importanza sono determinati dalla "conduttività" dei collegamenti fra un neurone e l'altro, più il "collegamento" è robusto e più l'informazione passerà attraverso di esso: è il "condotto" a decidere quale sarà la tua reazione rispetto a quell'evento.

 

Tali collegamenti si creano tramite il passaggio di elettricità, ma... questa elettricità viene generata da un processo chimico.

questi processi chimici sono alimentati dalle emozioni che proviamo,

quindi:

 

+emozione = +energia,= +chimica = +elettricità

 

Tale componente elettrica permane, ogni volta che il trauma si ripresenta alla nostra mente, riecco l'emozione, riecco la chimica, riecco l'elettricità, riecco i conduttori migliori.

Chiaro è: che se hai stimolato la conduzione elettrica solo in un senso, essa fluirà sempre e solo in quella direzione, ciò vuol dire che agirai, anche, sempre allo stesso modo, perchè è quella direzione a darti, letteralmente, la direzione da seguire.

 

Puoi immaginare cosa succede quindi in presenza di un trauma con una grossa emozione, la persona rimane bloccata in un circolo vizioso in cui può andare solo e sempre in un modo.

 

Se dei bulli la picchiano,

i bulli la picchieranno sempre,

perchè l'unica "direzione" che ha ottenuto dall'esperienza è stata "prenderle"

 

A sua volta, ti riporto la mente agli schemi che prima ti ho proposto, quelli con le aree marroni, a questo punto è facile capire ciò che voglio dire:

se hai un trauma, ciò che esso causa è una limitazione della tua libertà di scelta, questa libertà di scelta contiene anche la possiilità di agire diversamente da come hai agito.

 

Inquietante... lo so.

 

Questo però è scongiurabile, come? Scaricando l'energia in eccesso.

Se infatti, noi ci si tenesse tutto dentro, l'energia, la componente elettrica tenderebbe ad accumularsi e rinnovarsi costantemente, tutto ciò che potremmo fare sarebbe agire subendo le angherie dei bulli, perchè questo abbiamo imparato.

Al contrario, parlandone, scaricando la colpa anche sull'atto di vigliaccheria degli stessi, valutando insieme ad altri nuove possibilità di azione che avresti potuto intraprendere, succede che l'informazione contenuta nel neurone deve per forza direzionarsi verso nuovi neuroni, e per farlo dovrà costruire nuovi conduttori, come? Utilizzando l'elettricità che possiede.

 

COMUNQUE il trauma c'è e rinnova la propria carica, ma... un conto è alimentare solo un conduttore o una direzione rafforzandola in modo esponenziale, un altro è invece utilizzare quell'eletricità per alimentare nuove connessioni che potrebbero "rubare" il posto di preferenza al conduttore che le ha precedute.

 

Per questo parlarne è importante, non sempre determinante, ma è in realtà l'unica vera "difesa" che una persona a corto di conoscenze di questo tipo possa attuare.

 

Se ciò va a buon fine rimarrebbe il ricordo, ma verrebbe meno l'emozione in sua presenza, e di conseguenza ci si riapproprierebbe anche dell'area "marrone" che esso ci impediva di raggiungere.

 

 

Nel caso contrario, nel caso quindi in cui si preferisca tenere dentro il trauma, subendolo e tacendo, senza espandere le possibilità, si otterrebbe l'effeto contrario, il solco nel nostro essere si inciderebbe a tal puno da rimodellare quello che siamo e crediamo di conoscere, in qualcosa di, ovviamente, più piccolo e limitato.

 

 

Il subconscio, come detto all'inizio di questa parte, vuole ripristinare quel che era stato in precedenza, per farlo esiste un solo modo, cioè il ripresentarti il problema in modo da offrirti l'opportunità di agire diversamente.

 

Questo avviene (in presenza di grossi traumi) in questo modo:

 

10%252520anni.png

 

Immagina che questa freccia in alto rappresenti lo scorrere della tua vita, a sx c'è la nascita che origina la freccia, a destra la frecia tende all'infinito e indica l'età imprecisata in cui morirai.

 

l'asta in rosso a sx rappresenta un trauma, un evento traumatico da te vissuto di cui non hai memoria, questo trauma può essere identificato da un'appartenenza specifica, questo "indirizzo di appartenenza" si rivolge a una sola di tre possibili direzioni.

 

Te

la Mamma

il Papà

 

Ogni trauma è il "timore" di qualcosa che è accaduto e che non sai ancora come è finito, quindi è una ferita aperta che non trova pace e che il subconscio rivive in ogni istante della sua esistenza.

 

Il subconscio agisce lungo tutto l'arco della tua vita, e dal momento che ha questo problema vuole risolverlo, per farlo identifica nel corso del tempo un evento che, nell'istante in cui viene vissuto, si "lega" a quel trauma che vuole risolvere.

 

Quindi immagniamo che la seconda stanghetta andando verso destra (la prima blu) sia il "subire le angherie da parte di un gruppo di bulli"

 

Quando ciò avviene la stanghetta rossa viene "rimossa" dalla memoria, nel senso che continua a esistere come evento in sé, ma tu coscientemente non ricorderai il perchè temi tanto quella situazione, ricorderai, al massimo, l'evento che lo richiama, ovvero lo scontro con i bulli.

 

C'è però un arco temporale fra il trauma in rosso e quello blu, che io ho riportato sotto con la dicitura "dieci anni"

questi dieci anni sono un "ciclo" che tende a ripetersi, in pratica ogni dieci anni rivivrai una situazione simile (ti causerai) una situazione simile pensando molto probabilmente alla sfiga, in verità te la sei fatta da sola, e hai agito in modo di cascarci dentro nuovamente perchè sei pilotata dal subconscio, il quale non desidera altro che ciò.

 

Tendenzialmente agirai come hai fatto la prima volta e hai sempre fatto, ma in realtà il motivo per cui ti succede ciò' per poter agire diversamente, imparare e cambiare il tuo punto di vista di quell'evento.

 

Non vuol dire, ovviamente che verrai picchiata da dei bulli, puoi anche soffrire per riflesso, ad esempio una persona a te cara potrebbe vivere un'esperienza simile, oppure potesti sentire di una rapina nel quale si è rischiato il malmenamento, insomma... succederà qualcosa che di riffe o di raffe (termine scientifico XD ) ti porterà in automatico a ripensare a quell'evento.

 

Il come questo avvenga è in verità ancora sconosciuto, si sa che succede ed esistono modell che spiegano il come potrebbe essere possibile per te, come essere singolo; diventa molto difficile credere che invece questo concatenamento di eventi possa venire da altre persone, magari che non conosciamo o da casi furtuiti del destino.

Questo è uno dei più grandi segreti della natura dell'universo, quindi... non troverai una risposta facilmente, tuttavia... non ci interessa sapere il "perchè" avvenga, ma il fatto che inelluttabilmente avviene, e che possiamo utilizzarlo per cambiare le carte in tavola facendoci trovare preparati.

 

Una cosa importante è comprendere che tutti i traumi hanno un ciclo, e che osservandoci possiamo iniziare anche da soli una piccola auto-indagine in quel senso, perchè... qui viene la parte meno piacevole, il subconscio se pure non percepisce il tempo, non è molto paziente.

 

La natura del subconscio è esente da regole se non quelle naturali, quindi... agisce per logica e per tentativi, se il primo non va, poco male, ci riproverà al termine del nuovo ciclo, ma lo farà ogni vola più pesantemente.

 

Quindi se la prima volta è una scazzottata fra compagni dell'asilo, da grandi si potrebbe finire facilmente all'ospedale, e tutto ciò perchè o lo si capisce con le buone, o lo si capisce con le cattive.

 

E se non lo si capisce? Verrebbe da domandarsi

E' facile, se non lo si capisce troppe volte, e si va OLTRE la possibilità di capire... allora si muore.

 

Ovviamente dipende dal trauma e, non è mia intenzione spaventare nessuno, semai dire quali sono le mie conoscenze in merito sperando che ciò si possa rendere utile, però...

ecco, ok, funzioniamo così.

 

Non è però necessario attendere sempre il compimento di un ciclo per avere la nostra possibilità di migliorare cambiando modo di agire rispetto al passato, questo è possibile farlo in qualunque momento, il subconscio gradisce molto questo atteggiamento, e se noi iniziamo a pensare a voler fare qualcosa in questo senso ci si metterà di impegno per venirci incontro...

 

il chè può voler dire anche il farci cascare in situazioni simili prima del dovuto, ma... una cosa bella della nostra mente è che in realtà di essere malmenata fisicamente o malmenata solo a parole, non capisce la differenza, per il cervello quel che puoi immaginare è reale tanto quanto quello che tocchi.

 

Per cui, il parlare del proprio problema con gli altri non vuol dire per forza di cose con delle persone in carne ed ossa, ma possiamo farlo con noi stessi, immaginando soluzioni diverse, ricollocando la nostra percezione in merito attraverso semplici esercizi di visualizzazione.

E il vivere un'esperienza uguale o simile non significa viverla, può voler dire anche solo sognarla vividamente.

 

Ovviamente, ognuno ha la propria vita e la propria esperienza, per alcuni, con resistenze minori al cambiamento, è più facile che per altri riappropriarsi della propria libertà attraverso anche solo una meditazione guidata, ad esempio, ma... non vale per tutti, è bene tener presente questo aspetto; come non per tutti basta la sola volontà, anche perchè spesso l'atto di volontà è rivolto non al cambiamento interiore ma all'uscire da una situazione.

 

 

In tutto ciò l'aspetto più interessante è che noi viviamo nel presente, samo senz'altro rivolti al futuro e plasmati dal passato, ma... siamo entità vive solo nel presente.

 

Tutto ciò di cui si è parlato fino a qui è un "gioco" di scatole mentali, un trauma è un evento, si, ma il modo in cui lo si vive è pura immaginazione, la fantasia non può alterare una struttura fisica, in pratica...

noi nel primo schema che ho presentato in alto siamo e restiamo sempre, indipendentemente da quel che ci accade, il primo cerchio, quello unico e totale... tutto quel che viene a seguire non esiste se non come fantasia, basterebbe vedere questo, capirlo, per risolvere all'istante tutti i problemi che ci possono affliggere.

 

Il problema grosso di chi vuole superare dei traumi è il credere di non avere nulla di strano in sé, ebbene... il trauma lo vivi tu, è un problema tuo, significa che hai decodificato un evento della tua vita in un modo anzichè un altro, e quel modo non si è rivelato molto utile... di conseguenza va rivisto.

 

L'auto-stima non funziona nel momento in cui vada ad alimentare l'ego: spesso le persone confondono le due cose, per non dire sempre; l'auto-stima significa sopravvalutare l'ego, cioè sopravvalutare una struttura che in sé non esiste, alimentare il nulla.

A meno che il nostro desiderio non sia rassomigliare a quel "nulla" o restare quel "nulla" l'auto-stima non è qualcosa da utilizzarsi in questo senso.

La psicoterapia negli ultimi anni ha fatto largo uso dell'auto-stima, salvo ravvedersi nel'ultimo decennio, perchè in seguito alle nuove scperto s'è compreso che alimenta una finizione, e che spesso questa finzione è in sé lo stesso problema che si cerca di curare.

 

L'ego è parte del trauma, sempre e comunque, se i bulli mi picchiano picchiano me, non la mia anima, picchiano l'ego, e non ciò che sono interiormente, che sono stato e che sempre sarò.

 

Di conseguenza risolvere un trauma porta a una modifica dell'atteggiamento o di ciò che crediamo essere, ed è normale, perchè la parte di noi che pensa di essere qualcosa in realtà non è nulla... fa strano dirlo, ma è l'unica verità, risolvere il trauma non cambia quel che il subconscio pensa di sé, è fondamentale apprendere questo aspetto di come siamo fatti.

 

Altra cosa, l'uomo comprende le cose solo perchè può paragonarle al loro "opposto" se c'è un aspetto, quindi non può esservi l'altro.

L'opposto non è inteso come noi intendiamo gli opposti, è una collocazione diversa che si è scoperta attraverso decenni di studi e approfondimenti.

L'opposto della libertà è la gioia, meno sei libero e meno sarai felice, quindi ad ogni tua limitazione, imposta o auto-imposta segue la tristezza, ed è fisiologico.

 

Chi è triste di conseguenza è limitato e non può agire in completa libertà... riflettere su questo spiega moltissime cose.

 

Shiki, se non vuoi ricorrere a specialisti esistono alternative, però non sono sempre valide per tutti.

Quella per me più interessante e in verità più efficace (lo dico su base personale) è utilizzare delle tecnice di ricollocazione emotiva.

La più conosciuta (e gratis) è la EFT di Gary Craig, in italia diverse personalità la portano avanti e la migliorano, una di queste è l'improbabile Andrea Fredi.

 

Ti lascio un link da cui puoi iniziare il tuo percorso qualora tu sia interessata alla questione.

Non credere a ciò che ti dicono ciecamente, sperimenta semplicemente, se funziona non importa sapere il perchè, l'importante è che possa aiutarti.

 

 

Ti posso assicurare che funziona, forse non per tutti, e forse non per tutto, ma provarla non costa assolutamente nulla.

Per me, e per i dolori articolari... è meglio del voltaren.

Buon Tapping! XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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<<Crede che riuscirà a rispettare un marito che, forse, ha preso la più grossa cantonata scientifica di tutti i tempi?>>

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L'arte é la costruzione del tempio, dove lo Spirito, in virtù del simbolo, del rituale e della geometria sacra, può dimorare costantemente[...]

 

Vitriol

 

 

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#8 Inviato 01 December 2015 - 13:45 PM

Martin, smettila di parlare dell'essere umano ricorrendo a schemini.


In Fede,

BuddyTroller

 

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#9 Inviato 01 December 2015 - 15:04 PM

La mia ragazza soffre della sindrome di Bordellain (<-Non ho la più pallida idea di come si scrive e mi secca cercarlo).
Soffre di crisi di ansia che le fanno palpitare il cuore forte e veloce e se ciò non bastasse si vede sempre brutta, inferiore ed incapace rispetto al mondo intero. 
In passato, quando ancora non stavamo insieme, (ancora non la conoscevo) ha abusato di se stessa. Prima Mangiando in maniera spropositata, fino a sfiorare l'obesità, poi digiunando e a perdere peso in maniera eccessiva. Mi racconta sempre che giunse ad un certo punto nel credere di non provare più alcun dolore. 
Pertanto provava a procurarselo da se, ferendosi. Ad oggi, continua ad avere ben visibili le cicatrici dei propri sbagli, e continua a vergognarsene. 
. . .
Vi sto raccontando una cosa così nuda e cruda, per farvi riflettere. 
. . .
E' da un anno che stiamo insieme e devo dire che all'inizio è stata dura scardinare in lei il pensiero di essere inferiore rispetto a chiunque. Qualche volta ha delle ricadute ma sono sempre più rare.  Però con pazienza e costanza, le sto vicino e la riporto su. 
Eppure non capisco. Obbiettivamente parlando, lei non è brutta. Non lo dico solo perché sono il suo ragazzo, perché obbiettivamente lo è. (nel senso che spesso devo risolvere delle questioni di tipi che si sventano le idee e li devo mettere apposto xD) eppure lei si vede sempre brutta e se ne vergogna. 
Poi è pure una ragazza forte. Per quello che ha passato ne è comunque uscita in piedi. Rispetto magari a quelle altre persone che magari lei reputava meglio, ma che non sono riusciti a maturare e oggi sono ancora nel tugurio. 
Bella è bella. Forte è forte, eppure lei non lo vede. 
Ha un orecchio assoluto.

Nel senso che è in grado di riprodurre una melodia sentendola una o due volte, e questo fa si che è una brava pianista.

Crea quadri dal nulla e sono pure bellissimi. Eppure nonostante tutto ciò, si reputa un'incapace e ne soffre. 
. . .
Non volevo vantarmi della mia ragazza, ma vi ho detto anche queste cose, per condividere con voi una mia riflessione, ovvero che spesso chi si crede inadeguata rispetto al mondo intero, spesso nega l'evidenza dei fatti. 
. . . 
Ora come si può ovviare?
Secondo me la si risolve così:
Per esempio Shiki, se ci stanno tutti o qualcuno (ne basta anche uno) che ti conoscono e che valorizzano le tue qualità e magari tu ti vedi allo specchio e sei convinta/o che non è così ma invece è tutto l'opposto. Stai sicura/o che quelle persone lì non ti vogliono vedere a terra, grassa o secca, in ansia e male. 
Magari per te non fa differenza. Ma per loro è importante vederti serena/o. 

Quindi alla luce di ciò, dovresti considerare il fatto che forse non hanno tanto torto. Una volta resoti conto di tal cosa. Inizia a fare una vera e propria lista delle cose positive (per te e per gli altri) che sai fare, in generale. E se non te ne ricordi qualcuna fatti aiutare da chi ti vuole più bene, loro lo sapranno sicuro. Perfetto quelle sono le tue qualità. 

Ora come vedi anche tu le possiedi. Come tutti noi dentro questo forum e fuori da questo internet. Non sei diversa/o da qualcuno. Eccelli magari in qualcosa e in qualcos'altro no, ma tutti quanti noi in linea di massima siamo combinati così. Quindi..  :smile:



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#10 Inviato 01 December 2015 - 15:43 PM

C'è solo una cosa che non condivido del tuo discorso, gin. Assomigli a mio fratello, e quando facevamo questi discorsi alla fine c'era una profonda spaccatura tra il vedere le esperienze come cose Negative o Positive.

 

Parole come Privazioni, Traumi, Inganni e Cloni danno un'idea di fondo che tutto questo è, di per se, sbagliato. Questo, secondo me, non è istruttivo perchè crea un rifiuto o induce a creare un rifiuto che, quando si è particolarmente giù, non ci fa bene.

 

Inanzitutto non bisogna mai dare per scontato che la propria visione sia assoluta, perciò a titolo informativo ti dico che da bambina io mi divertivo a seguire le regole perchè mi facevano crescere e di molto la mia autostima. Ritenevo folli e strani coloro che vi si ribellavano. Sarà perchè a me non interessava la regola In Sè, ma cosa di positivo poteva generare quella regola. Se mi dicevano "non gettare la carta per terra", io provavo ad immaginare cosa accadeva se il mondo intero trasgrediva contemporaneamente alla regola. Vedevo un mondo coperto di cartacce e mi faceva schifo, ergo ritenevo la regola giusta e la seguivo, e mi sentivo figa per questo. (elementari, mica medie o superiori.)

Questo è suggerito dalla mia indole che, di per se, ritiene l'esistenza inutile SE non è protratta al miglioramento della propria specie. Quindi ciò che migliorava il mondo per me o per il prossimo "me", era del tutto in linea con il mio essere.

 

Contemporaneamente, me ne fregavo DEL TUTTO di quelle regole che per me erano troppo lontane, astratte o ingiustificate, dove non vedevo alcun problema a trasgredirle se non un mero "non farlo" di cui, onestamente, me ne fregavo altamente. Lì mi ribellavo, ci piangevo, litigavo o facevo la gnorri, perchè ritenevo la cosa illegittima. (Nel mio mondo di perfezione, se mi viene suggerita una regola semplicemente splendida, la accolgo. Se mi viene imposta una regola priva di utilizzo reale, la calpesto. Sono una fottuta egocentrica e faccio le cose come le voglio io, semplicemente la fortuna vuole che ritengo splendide le regole di convivenza, così non mi sono mai trovata grossi nemici nonostante il mio egocentrismo.)

 

Dico questo solo perchè se rileggi il tuo post, è tutto catastrofista. Quel che dici ha senso e oggettivamente ogni cambiamento è un trauma, ma non è affatto vero che i cambiamenti sono rappresentati dalla società o dalle regole per tutti, e per tutti traumatici.

Inanzitutto significa ignorare che, senza società, la natura stessa ci insegna delle "regole" che per noi sono traumatiche, quali un mozzico o un calcio dalla nostra madre lupa perchè le rompevamo le scatole, fino ai dolori addominali perchè non abbiamo mangiato. Sono traumi anch'essi e ci "obbligano" a plasmare noi stessi in funzione di regole alle quali non possiamo ribellarci (se non vogliamo morire), eppure non han nulla a che vedere con la società, quindi il tuo discorso di addossare alla società le colpe di ogni male come se noi esseri umani fossimo nati per non avere regole, è discutibile e del tutto opinionabile, perchè parrebbe proprio il contrario.

Volendo fare un collegamento terra terra, sembrerebbe che siamo nati per APPRENDERE regole, e che, tramite i traumi, le impariamo molto bene ed in pochi mesi di vita.

Che poi la signora natura è la cosa più a caso che esista, e quindi possono uscire i peggio sgorbi, è del tutto "naturale"! Qui la coscienza di se aiuta enormemente a sistemare i "bug" e siamo splendidi proprio perchè abbiamo un cervello più complesso. XD

 

I miei più seri traumi sono stati causati da coloro che le regole NON le rispettavano, proprio perchè io invece mi ci trovavo da dio. XDD

 

 

Inoltre, onestamente, il tuo discorso è completamente privo di tatto e spesso è privo di "So di star parlando con una persona che in questo momento necessita di determinate attenzioni, e non sto parlando con un ciocco di legno."

Se shiki è solo un quinto impicciata di come ero impicciata io tempo addietro, del tuo discorso avrei colto solo gli aspetti terroristici, fatalisti, tendenzialmente nichilisti, piuttosto che le quattro parole centellinate sugli aspetti positivi, che però sono espressi in maniera scientifica e quindi risultano asettici e ancora nichilisti, o addirittura in maniera esoterica, che quindi danno per scontato che quel che hai detto è vero per dogma ed annulli la possibilità di Shiki di crearsi una sua dimensione di idee.

 

 

Diciamo che capisco l'impegno ed il tentativo, ma temo che ti sei concentrato di più sullo spiegare le tue idee ed a volte dichiararle uniche ed inappellabili, piuttosto che accompagnare quelle di Shiki.

 

Se è indebolita dal suo trauma, è il modo perfetto per sostituirsi al suo ego in quanto ora è privo di punti di riferimento. 'nsomma, non è proprio una genialata, si potrebbe ritrovare da qui ad un po' di tempo ad aver fatto e scelto o pensato cose solo per riflesso e non perchè lo credeva.

 

 

----

 

 

Comunque Shiki, mi farebbe piacere sapere qualcosa di più di te. Il discorso generale di scavare dentro di te e scoprire chi sei sin dall'origine (quindi proprio ancor prima che ti bullassero) è valido, perchè ti aiuterebbe a capire come mai un episodio di bullismo si è trasformato in trauma.

E... parti dal presupposto, imponitelo, che il fatto che si sia trasformato in un trauma è LEGITTIMO. Se anche dovessi realizzare che eri lagnosa, pretenziosa, magari egocentrica o chenesoio che sembrano tutte connotazioni negative, sappi che quando si è "puri", SI E' anche negativi. Semplicemente non esiste nulla di negativo di per se, esistono delle caratteristiche che, se non sono troppo eccessive, hanno sempre degli aspetti positivi.

 

Se uno è egoista, è stronzo. Se invece uno è egoista e il suo egoismo è della quantità giusta per avere cura di se (perchè tiene di più a se che agli altri), è salutare sia per se che per gli altri, perchè farà si che gli altri avranno sempre serenità nel sapere che lui non si starà sacrificando troppo, perchè sa avere il giusto egoismo per fermarsi.

Quindi Egoismo non è Male. Egoismo è Caratteristica che, se dosata bene, è salutare.

Lo stesso vale per ogni altra emozione/caratteristica immaginabile e possibile. (Nulla è fatto a caso, siamo inanzitutto animali i quali atomi servono per sopravvivere e farsi del bene.)

 

Questo era solo per dire che, quando guarderai te stessa (in quanto non puoi cambiare gli altri, quindi è d'obbligo che tu ti concentri su ciò che è nelle tue possibilità, ossia te stessa) dovrai farlo pronta ad accettare il "bene ed il male" che siamo, e nulla di questo "bene e male" è sbagliato e vano. Tutto ti è utile per essere te stessa.

Poi ci pensi dopo, col raziocinio, a dare importanza a caratteristiche che vuoi evidenziare ed a tenere a bada aspetti che in piccole dosi son salutari ma in eccessi ti fanno del male. Essere senzienti serve a questo, alla fine, quindi nessuna paura. Ciò che siamo davvero è sempre degno di rispetto.


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#11 Inviato 01 December 2015 - 15:51 PM

Martin, smettila di parlare dell'essere umano ricorrendo a schemini.


La vita è fatta a schemi c'è chi li scende e chi le sale, aspetta non era cosi vero?


Nel mentre:
 
Gli esseri umani, tutti, si sono adattati a vivere in una società, e una società funziona perchè ha delle regole:
queste regole "spaccano" gli esseri umani in due branche, quelli sani, e quelli pazzi.
 
Di norma una persona è "sana" non fin tanto che sta bene, ma fin tanto che il suo pensiero è uniforme alla società in cui è inserita e, ovviamente, ne viene da sé che più ne é distante e più viene considerata dai "sani" di quella stessa società pazza.
 
In pratica l'uomo per potersi inserire in una società necessita di rinunciare a parte delle proprie libertà, ma questo è già un atto "folle" di suo, quindi si può riassumere dicendo che gli esseri umani non sono "sani" ma vivono e coesistono fra loro a più gradi di pazzia.
 
Già su questo uno potrebbe scriverci libri interi, ma cerchiamo di non divagare troppo.
 
Ho voluto sottolineare questo per portare subito in vista un punto fondamentale, cioè che tutti, essendo inseriti in un sistema societario, abbiamo problemi, a volte ce ne rendiamo conto, altre volte meno, quando ce ne rendiamo conto potremmo diventare dei sovversivi nei confronti di quella società che ci impone delle regole che non accettiamo, così come chiuderci in noi stessi, e soffrire silenziosamente, a volte questa sofferenza è difficile da accettare e si tenta di mitigarla attraverso specialisti, o l'uso di farmaci nei casi più estremi.
 
Ora, se prendiamo un maschio come esempio, il maschio potrebbe crescere in due istituti scolastici differenti, in uno in cui vi sia la presenza di bulli, e uno in cui non vi sia questa minaccia; in pratica, all'interno della società esistono milioni di "società" minori che rispondono a delle regole a loro volta, e non è detto che il nostro esempio "maschietto" riesca a essere nel luogo a lui più adatto, non è detto che nella società di bulli riesca a vivere serenamente, così come non è detto che nella società di persone miti non diventi esso stesso un bullo.
 
Perchè succede ciò?
Esclusivamente per rispondere alla prima necessità della società stessa, la sopravvivenza.
Di riflesso sopravvivere è ciò che desidera anche l'essere umano, ma... per affrontare questi temi è forse necessario aprirsi un pò e poter credere che anche un "sistema" a proprio modo può considerarsi qualcosa di "vivo"
 
L'economia mondiale, ad esempio è un sistema che in sè non è riconoscibile come "vivo" eppure segue delle correnti, dei flussi, si adatta, si evolve e si impone, e il tutto lo fa per sopravviere... nonostante non sia affatto un sistema vivente naturale.
 
Quindi la prima questione è che chi è inserito in una società può essere più forte o meno forte e a seconda di ciò reagirà in un modo o in un altro, tuttavia lo fa unicamente per mantenere all'interno della società il proprio status quo, o la propria individualità, il ché se ci si pensa è un pò come desiderare di avere il piede in due scarpe diverse.
 
Questo che ho descritto è a grandi linee il "teatro" su cui la gente vive, ed è il luogo dove si manifestano i traumi e i problemi delle persone.
Da adesso in poi dividerò l'argomento in parti, per poter affrontare i vari temi, perchè la situazione è un pò complessa, e perchè è molto complicato riuscire a gestirla interamene con un unico discorso... e poi Flame sa perchè lo faccio XD
 
 
Parte 1: L'io del bambino e l'io dell'adulto
 
Cos'è un trauma?
Un trauma è principalmente un grosso cambiamento nel proprio Essere.
 
Vedremo poi cosa questo comporti, per ora limitiamoci ad osservare che in realtà ogni trauma ha la medesima base a sostenerlo, cioè la nostra incapacità cronica di accettare il cambiamento come qualcosa di positivo.
 
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Lo schema qui in alto viene spesso utilizzato perchè descrive bene quel che è un essere umano dal punto di vista psichico.
Il cerchio a sinistra è quello che siamo noi dal momento del concepimento fino alla nascita; il cerchio rappresenta bene il senso dell'unità e della completezza.
Noi siamo il tutto, quello che in azzurrino è lo sfondo dello schema ha tanti nomi, ma il più comune è "al di là"
inteso proprio come "l'aldilà" cioè quell'area che non conosciamo e che sta "dopo" di noi.
 
Proprio perchè è "al di là" è una zona insondabile, ma al bambino non interessa, perchè nn la percepisce... come gli adulti, del resto, quanti possono dire di aver "visto" l'aldilà" ?
 
Il primo cerchio mostra un "io" bambino, completo e privo di limiti percepibili, mentre... il cerchio a destra rappresenta un "io" adulto.
 
Nell'io adulto avviene un fenomeno di scissione del proprio essere, per cui l'io bambino, che è rappresentato dal cerchio interno, viene indebolito e limitato. Non è quindi un altro cerchio, è lo stesso cerchio che si è rimpicciolito perdedo energia; questa seconda fase della crescita, in cui compare un "io adulto" avviene quando i genitori cercano di inserire il bambino in una società, ad esempio, una scuola materna, ad esempio dandoli delle regole (non si accettano caramelle dagli sconosciuti, non ci si comporta male con gli altri bambini) ecc...
 
E' un passaggio fondamentale perchè il bambino vive di ciò che è, rispetto all'adulto, ignorando ciò che è, eppure sfrutta quella che è la propria essenza al massimo.
Questo è possibile esclusivamente perchè il bambino non ha delle regole, e di conseguenza, al contrario dell'adulto che ne è sommerso, non ha dei reali "limiti" che possa percepire.
 
I traumi, sono lo spazio che intercorre dal confine del cerchio più grande, al confine del cerchio più piccolo, infatti... inizialmente quel piccolo cerchio non esiste e il bambino soffre totalmente dei traumi che subisce.
 
sciss.png
 
Schematizzando ecco cosa succede:
Sei nella pancia della madre e sei il cerchio giallo grande, poi vieni al mondo, ti prendono di forza e ti spingono fuori, e vieni a trovarti in una realtà nuova, devi imparare a respirare in pochi secondi, subisci uno sbalzo termico, stai malissimo, possono dirvi che la nascita è una bella cosa, ma per chi nasce, nascere è un trauma tremendo, il peggiore che ha in vita.
 
In quel caso si impara che "cambiare" fa male, ma... è solo l'inizio.
 
Il bambino viene comunque trattato come un re, non può processare da sé le informazioni che via via la sua mente raccoglie, quindi non teme nulla se non il cambiamento, e non capisce molto se non che lui è il centro del mondo, del "suo" mondo.
 
Poi si inizia a crescere magari lo portano al parco e, sempre magari, si aspetta di essere premiato (perchè esiste) con un gelato dal papà;
il papà, però non ha soldi con sé, ecco che quindi il bambino deve ridimensionare quel che conosce del mondo, e si inizia a passare nella fase della prima immagine in alto a sinistra.
 
Sull'io del bambino si viene a formare un solco, questo solco (la linea nera) è un trauma;
Nel nostro esempio è anche il primo della sua vita, ma si noti una cosa, si crea una distinzione fra quel che è al di qua del solco, e quello che è al di là del solco, e si vede nascere per la prima volta un settore "marrone"
 
Il settore marrone è in pratica un'area delle proprie possibilità che viene di colpo a essere "chiusa"
non perchè non esista, ma perchè si smette di credere che essa esista.
 
Se hai visto "Inside Out" della Disney, magari rcorderai come le isole della protagonista perdano "vita" colore, energia prima di crollare, ecco, in realtà non crolla nulla, ma l'area smette di essere a "nostra portata"
 
Molti altri traumi segono al primo, che altro non sono che continui cambiamenti nella vita, si pensa ad esempio che andare a scuola renda felice il bambino, il ché a volte è anche possibile, tuttavia la scuola è una società, una società ha delle regole, le regole sono limitazioni, anche se il bambino può affrontare i primi giorni di scuola con allegria, quel che veramente accade è che in quel luogo dovrà sotostare a regole che non gli appartengono per poter essere accettato, e questo porterà a nuovi traumi.
 
Tutto ciò che è un "trauma" è in pratica il passaggio da uno stato (che conosci) a uno che non conosci, e quindi il trauma in sé, di base, è semplicemente la paura derivante da quello che non conosci.
 
Anche da bambino esiste un universo che non conosci (l'aldilà azzurro) ma anche percependolo, hai comunque la possibilità di esplorarlo crescendo; questo è ciò che pensa il bambino, ma nel momento in cui iniziano a crearsi delle aree spente, questa possibilità si allontana, perchè si smette di percepire la "possibilità di evolvere, e la propria libertà di movimento" all'interno di noi stessi.
 
Intorno ai sei, sette anni, un pò prima per le bambine, avviene infine un fenomeno che si chiama "scissione"
il bambino, stanco di soffrire inutilmente, realizza che se vuole crescere deve diventare come gli adulti e quindi privarsi totalmente delle proprie libertà; il bambino non è d'accordo con questo, poichè corrisponde al "cambiare" e al "morire" (da moht, morte, morire / morire per cambiare) di conseguenza il cervello attua un sotterfugio per sopravvivere, crea una copia di sé e la offre agli adulti, e "nasconde" il reale sé stesso in modo che non sia più possibile raggiungerlo.
 
Nello schema in alto, l'ultima figura a destra, il cerchio giallo (l'originale) si dota di un nuovo confine invalicabile (sinaptico) l'area esterna coperta di traumi e ferite è l'area che viene offerta agli adulti.
 
L'uno è il subconscio, l'altro è la parte conscia ovvero l'ego.
 
Questo schema è lo stesso per tutti, cioè, volenti o nolenti, tutti devono passarci e tutti ci sono già passati, l'unica differenza sta nel tipo di traumi che ci sono stati causati, tuttavia... la base dei traumi, qualunque sia la loro natura, è la medesima per tutti, la paura di ciò che non conosciamo (e quindi del cambiamento da uno stato verso un altro)
E' la differenziazione di questi traumi da persona a persona a creare le sfumature caratteriali.
 
Non so se si è capito poichè l'ho sottointeso, ma ciò vuol dire che noi come individui, nel momento in cui creiamo un subconscio siamo giunti a compimento, cioè otteniamo già tutte le caratteristiche e l'umore che ci contraddistinguono rispetto agli altri, in pratica da quel momento noi possiamo solo aumentare il nostro bagaglio di conoscenza, perchè se non vengono "rimossi" i ricordi dei traumi che ci hanno plasmato, non possiamo nel modo più assoluto cambiare nemmeno un atomo di ciò che siamo.
 
La domanda da porsi è "chi siamo noi?" cioè realmente siamo l'ego... o quel bambino che piange e si dispera nei suoi confini ristretti dell'ultima immagine?
Ebbene... "noi" siamo il bambino, e l'Ego, è l'insieme di tutti i programmi automatici che ci fanno muovere e che credono di pensare.
Chi sceglie è il bambino, chi pensa è il bambino, l'ego esiste solo in quanto percezione, ma è talmente ben fatta... che è convinta di esistere.
Questa... è difficile da prendere quando ti viene semplicemente detta, bisogna farci sopra delle esperienze dirette per capirla, ma...
noi, o meglio, quel che crediamo noi di essere, quando interagiamo con gli altri, quando ci guardiamo allo specchio, quando non vediamo l'ora che esca un film o quando usciamo con il nostro partner e ci finiamo a letto...
quel noi, non esiste realmente, crede solo di essere qualcuno.
Se ci pensi è una questione che difficilmente una persona con un ego preponderante accetterebbe, più credi nel tuo ego e meno accetteresti questa realtà... appunto perchè tu sei un "ego" e questo non vuol dire affatto che "esisti" di diritto nel mondo come quell'ego.
 
Dato che è una questione delicata non prenderla alla lettera, ma ti chiedo solo di "prendere in considerazione" questa possibilità; apriti all'idea che tutto qel che sai di te, degli altri, del mondo, sia un'impressione sbagliata, e che la realtà possa essere sempre diversa dalle tue più profonde certezze.
 
 
 
 
Parte 2: L'azione del subconscio
 
Tutto ciò che in vita ci avviene, nasce dall'attrito fra ciò che desidera e ordina il subconscio, e ciò che la parte conscia o ego esegue.
 
Quando l'animo si scinde, e si crea la parte inconscia, in realtà ciò avviene con un vero e proprio programma di ripristino allegato; il bambino accetta, si, che gli adulti si divertano a crescere una copia di sé, e che questa venga modificata come vogliono, ma... lo scopo del bambino è quello di fare in modo che quella parte "conscia" sia sempre la stessa, e lo fa perchè ha l'originale su cui basarsi.
 
Quindi fa di tutto, letteralmente per riportare ogni volta la parte conscia a uno stato di equilibrio e somiglianza con ciò che realmente è il tuo animo.
Ovviamente ciò è molto semplice da giovani, ma più si prosegue nella crescita e più diventa complesso da gestire, anche per un regno talmente sconfinato come il subconscio.
 
Ad esempio, da bambini è facile avere delle intuizioni, delle idee sul "cosa farò da grande" degli indirizzi del tutto "istintivi" su quel che per noi è meglio, questo genere di informazioni che sembrano giungerci dal nulla sono per l'appunto i desideri del bambino.
Se hai visto il film "Polar Express" c'è tutta una questione legata al suono di una campanella che anticipa l'arrivo di babbo Natale, questa campanella può essere sentita solo dai bambini.
E' un'idea che torna spesso nella letteratura, i bambini vedono e sentono cose che sono recluse agli adulti, questa è una di quelle.
 
Le femmine, rispetto ai maschi sono più portate a sentire questi "richiami" per questo ciò che Flame diceva ha molto senso; c'è una parte di te, dentro di te, debole e ingenua, ma che devi accettare e curare il più possibile, perchè quella sei tu, la vera tu, e quello che esiste al di là di essa in realtà non conta, perchè qualunque cosa tu possa pensare di essere in questo momento, realmente, non esiste.
L'individuo vero, originale è lei, non ciò che nasce dopo come copia.
 
Questa necessità da parte del subconscio di "tornare" ad essere quello di un tempo nasce dalla fisiologia cerebrale, dal fatto che il subconscio non a caso è contenuto in aree della mente incapaci di comprendere lo scorrere del tempo, per il subconscio oggi è sempre il giorno in cui sei nato, che al contempo è il giorno in cui il babbo t'ha sgridata, che poi è lo stesso giorno in cui il moroso t'ha piantata ecc ecc...
 
Quando si origina un trauma particolarmente forte esistono due modi di "affrontarlo"
il primo è fingere di nulla, "domani è un altro giorno" "non può piovere per sempre" ecc
il secondo è discuterne, esternare il problema e sottoporlo al giudizio di altri "mal comune mezzo gaudio" o "una mano lava l'altra, due lavano il viso"
 
Perchè è importante comprendere questa differenziazione?
Perchè un trauma è composto da due componenti, una componente "fisica" cioè, il trauma in sé, l'evento, le reazioni, in dettaglio ciò che è accaduto e come l'abbiamo sentito; e una componente "energetica" (è a tutti gli effetti un sovraccarico elettrico nelle sinapsi)
 
La nostra mente funziona tramite l'elettricità, e dà importanza alle informazioni che il cervello contiene a seconda di gradi di importanza.
Questi gradi di importanza sono determinati dalla "conduttività" dei collegamenti fra un neurone e l'altro, più il "collegamento" è robusto e più l'informazione passerà attraverso di esso: è il "condotto" a decidere quale sarà la tua reazione rispetto a quell'evento.
 
Tali collegamenti si creano tramite il passaggio di elettricità, ma... questa elettricità viene generata da un processo chimico.
questi processi chimici sono alimentati dalle emozioni che proviamo,
quindi:
 
+emozione = +energia,= +chimica = +elettricità
 
Tale componente elettrica permane, ogni volta che il trauma si ripresenta alla nostra mente, riecco l'emozione, riecco la chimica, riecco l'elettricità, riecco i conduttori migliori.
Chiaro è: che se hai stimolato la conduzione elettrica solo in un senso, essa fluirà sempre e solo in quella direzione, ciò vuol dire che agirai, anche, sempre allo stesso modo, perchè è quella direzione a darti, letteralmente, la direzione da seguire.
 
Puoi immaginare cosa succede quindi in presenza di un trauma con una grossa emozione, la persona rimane bloccata in un circolo vizioso in cui può andare solo e sempre in un modo.
 
Se dei bulli la picchiano,
i bulli la picchieranno sempre,
perchè l'unica "direzione" che ha ottenuto dall'esperienza è stata "prenderle"
 
A sua volta, ti riporto la mente agli schemi che prima ti ho proposto, quelli con le aree marroni, a questo punto è facile capire ciò che voglio dire:
se hai un trauma, ciò che esso causa è una limitazione della tua libertà di scelta, questa libertà di scelta contiene anche la possiilità di agire diversamente da come hai agito.
 
Inquietante... lo so.
 
Questo però è scongiurabile, come? Scaricando l'energia in eccesso.
Se infatti, noi ci si tenesse tutto dentro, l'energia, la componente elettrica tenderebbe ad accumularsi e rinnovarsi costantemente, tutto ciò che potremmo fare sarebbe agire subendo le angherie dei bulli, perchè questo abbiamo imparato.
Al contrario, parlandone, scaricando la colpa anche sull'atto di vigliaccheria degli stessi, valutando insieme ad altri nuove possibilità di azione che avresti potuto intraprendere, succede che l'informazione contenuta nel neurone deve per forza direzionarsi verso nuovi neuroni, e per farlo dovrà costruire nuovi conduttori, come? Utilizzando l'elettricità che possiede.
 
COMUNQUE il trauma c'è e rinnova la propria carica, ma... un conto è alimentare solo un conduttore o una direzione rafforzandola in modo esponenziale, un altro è invece utilizzare quell'eletricità per alimentare nuove connessioni che potrebbero "rubare" il posto di preferenza al conduttore che le ha precedute.
 
Per questo parlarne è importante, non sempre determinante, ma è in realtà l'unica vera "difesa" che una persona a corto di conoscenze di questo tipo possa attuare.
 
Se ciò va a buon fine rimarrebbe il ricordo, ma verrebbe meno l'emozione in sua presenza, e di conseguenza ci si riapproprierebbe anche dell'area "marrone" che esso ci impediva di raggiungere.
 
 
Nel caso contrario, nel caso quindi in cui si preferisca tenere dentro il trauma, subendolo e tacendo, senza espandere le possibilità, si otterrebbe l'effeto contrario, il solco nel nostro essere si inciderebbe a tal puno da rimodellare quello che siamo e crediamo di conoscere, in qualcosa di, ovviamente, più piccolo e limitato.
 
 
Il subconscio, come detto all'inizio di questa parte, vuole ripristinare quel che era stato in precedenza, per farlo esiste un solo modo, cioè il ripresentarti il problema in modo da offrirti l'opportunità di agire diversamente.
 
Questo avviene (in presenza di grossi traumi) in questo modo:
 
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Immagina che questa freccia in alto rappresenti lo scorrere della tua vita, a sx c'è la nascita che origina la freccia, a destra la frecia tende all'infinito e indica l'età imprecisata in cui morirai.
 
l'asta in rosso a sx rappresenta un trauma, un evento traumatico da te vissuto di cui non hai memoria, questo trauma può essere identificato da un'appartenenza specifica, questo "indirizzo di appartenenza" si rivolge a una sola di tre possibili direzioni.
 
Te
la Mamma
il Papà
 
Ogni trauma è il "timore" di qualcosa che è accaduto e che non sai ancora come è finito, quindi è una ferita aperta che non trova pace e che il subconscio rivive in ogni istante della sua esistenza.
 
Il subconscio agisce lungo tutto l'arco della tua vita, e dal momento che ha questo problema vuole risolverlo, per farlo identifica nel corso del tempo un evento che, nell'istante in cui viene vissuto, si "lega" a quel trauma che vuole risolvere.
 
Quindi immagniamo che la seconda stanghetta andando verso destra (la prima blu) sia il "subire le angherie da parte di un gruppo di bulli"
 
Quando ciò avviene la stanghetta rossa viene "rimossa" dalla memoria, nel senso che continua a esistere come evento in sé, ma tu coscientemente non ricorderai il perchè temi tanto quella situazione, ricorderai, al massimo, l'evento che lo richiama, ovvero lo scontro con i bulli.
 
C'è però un arco temporale fra il trauma in rosso e quello blu, che io ho riportato sotto con la dicitura "dieci anni"
questi dieci anni sono un "ciclo" che tende a ripetersi, in pratica ogni dieci anni rivivrai una situazione simile (ti causerai) una situazione simile pensando molto probabilmente alla sfiga, in verità te la sei fatta da sola, e hai agito in modo di cascarci dentro nuovamente perchè sei pilotata dal subconscio, il quale non desidera altro che ciò.
 
Tendenzialmente agirai come hai fatto la prima volta e hai sempre fatto, ma in realtà il motivo per cui ti succede ciò' per poter agire diversamente, imparare e cambiare il tuo punto di vista di quell'evento.
 
Non vuol dire, ovviamente che verrai picchiata da dei bulli, puoi anche soffrire per riflesso, ad esempio una persona a te cara potrebbe vivere un'esperienza simile, oppure potesti sentire di una rapina nel quale si è rischiato il malmenamento, insomma... succederà qualcosa che di riffe o di raffe (termine scientifico XD ) ti porterà in automatico a ripensare a quell'evento.
 
Il come questo avvenga è in verità ancora sconosciuto, si sa che succede ed esistono modell che spiegano il come potrebbe essere possibile per te, come essere singolo; diventa molto difficile credere che invece questo concatenamento di eventi possa venire da altre persone, magari che non conosciamo o da casi furtuiti del destino.
Questo è uno dei più grandi segreti della natura dell'universo, quindi... non troverai una risposta facilmente, tuttavia... non ci interessa sapere il "perchè" avvenga, ma il fatto che inelluttabilmente avviene, e che possiamo utilizzarlo per cambiare le carte in tavola facendoci trovare preparati.
 
Una cosa importante è comprendere che tutti i traumi hanno un ciclo, e che osservandoci possiamo iniziare anche da soli una piccola auto-indagine in quel senso, perchè... qui viene la parte meno piacevole, il subconscio se pure non percepisce il tempo, non è molto paziente.
 
La natura del subconscio è esente da regole se non quelle naturali, quindi... agisce per logica e per tentativi, se il primo non va, poco male, ci riproverà al termine del nuovo ciclo, ma lo farà ogni vola più pesantemente.
 
Quindi se la prima volta è una scazzottata fra compagni dell'asilo, da grandi si potrebbe finire facilmente all'ospedale, e tutto ciò perchè o lo si capisce con le buone, o lo si capisce con le cattive.
 
E se non lo si capisce? Verrebbe da domandarsi
E' facile, se non lo si capisce troppe volte, e si va OLTRE la possibilità di capire... allora si muore.
 
Ovviamente dipende dal trauma e, non è mia intenzione spaventare nessuno, semai dire quali sono le mie conoscenze in merito sperando che ciò si possa rendere utile, però...
ecco, ok, funzioniamo così.
 
Non è però necessario attendere sempre il compimento di un ciclo per avere la nostra possibilità di migliorare cambiando modo di agire rispetto al passato, questo è possibile farlo in qualunque momento, il subconscio gradisce molto questo atteggiamento, e se noi iniziamo a pensare a voler fare qualcosa in questo senso ci si metterà di impegno per venirci incontro...
 
il chè può voler dire anche il farci cascare in situazioni simili prima del dovuto, ma... una cosa bella della nostra mente è che in realtà di essere malmenata fisicamente o malmenata solo a parole, non capisce la differenza, per il cervello quel che puoi immaginare è reale tanto quanto quello che tocchi.
 
Per cui, il parlare del proprio problema con gli altri non vuol dire per forza di cose con delle persone in carne ed ossa, ma possiamo farlo con noi stessi, immaginando soluzioni diverse, ricollocando la nostra percezione in merito attraverso semplici esercizi di visualizzazione.
E il vivere un'esperienza uguale o simile non significa viverla, può voler dire anche solo sognarla vividamente.
 
Ovviamente, ognuno ha la propria vita e la propria esperienza, per alcuni, con resistenze minori al cambiamento, è più facile che per altri riappropriarsi della propria libertà attraverso anche solo una meditazione guidata, ad esempio, ma... non vale per tutti, è bene tener presente questo aspetto; come non per tutti basta la sola volontà, anche perchè spesso l'atto di volontà è rivolto non al cambiamento interiore ma all'uscire da una situazione.
 
 
In tutto ciò l'aspetto più interessante è che noi viviamo nel presente, samo senz'altro rivolti al futuro e plasmati dal passato, ma... siamo entità vive solo nel presente.
 
Tutto ciò di cui si è parlato fino a qui è un "gioco" di scatole mentali, un trauma è un evento, si, ma il modo in cui lo si vive è pura immaginazione, la fantasia non può alterare una struttura fisica, in pratica...
noi nel primo schema che ho presentato in alto siamo e restiamo sempre, indipendentemente da quel che ci accade, il primo cerchio, quello unico e totale... tutto quel che viene a seguire non esiste se non come fantasia, basterebbe vedere questo, capirlo, per risolvere all'istante tutti i problemi che ci possono affliggere.
 
Il problema grosso di chi vuole superare dei traumi è il credere di non avere nulla di strano in sé, ebbene... il trauma lo vivi tu, è un problema tuo, significa che hai decodificato un evento della tua vita in un modo anzichè un altro, e quel modo non si è rivelato molto utile... di conseguenza va rivisto.
 
L'auto-stima non funziona nel momento in cui vada ad alimentare l'ego: spesso le persone confondono le due cose, per non dire sempre; l'auto-stima significa sopravvalutare l'ego, cioè sopravvalutare una struttura che in sé non esiste, alimentare il nulla.
A meno che il nostro desiderio non sia rassomigliare a quel "nulla" o restare quel "nulla" l'auto-stima non è qualcosa da utilizzarsi in questo senso.
La psicoterapia negli ultimi anni ha fatto largo uso dell'auto-stima, salvo ravvedersi nel'ultimo decennio, perchè in seguito alle nuove scperto s'è compreso che alimenta una finizione, e che spesso questa finzione è in sé lo stesso problema che si cerca di curare.
 
L'ego è parte del trauma, sempre e comunque, se i bulli mi picchiano picchiano me, non la mia anima, picchiano l'ego, e non ciò che sono interiormente, che sono stato e che sempre sarò.
 
Di conseguenza risolvere un trauma porta a una modifica dell'atteggiamento o di ciò che crediamo essere, ed è normale, perchè la parte di noi che pensa di essere qualcosa in realtà non è nulla... fa strano dirlo, ma è l'unica verità, risolvere il trauma non cambia quel che il subconscio pensa di sé, è fondamentale apprendere questo aspetto di come siamo fatti.
 
Altra cosa, l'uomo comprende le cose solo perchè può paragonarle al loro "opposto" se c'è un aspetto, quindi non può esservi l'altro.
L'opposto non è inteso come noi intendiamo gli opposti, è una collocazione diversa che si è scoperta attraverso decenni di studi e approfondimenti.
L'opposto della libertà è la gioia, meno sei libero e meno sarai felice, quindi ad ogni tua limitazione, imposta o auto-imposta segue la tristezza, ed è fisiologico.
 
Chi è triste di conseguenza è limitato e non può agire in completa libertà... riflettere su questo spiega moltissime cose.
 
Shiki, se non vuoi ricorrere a specialisti esistono alternative, però non sono sempre valide per tutti.
Quella per me più interessante e in verità più efficace (lo dico su base personale) è utilizzare delle tecnice di ricollocazione emotiva.
La più conosciuta (e gratis) è la EFT di Gary Craig, in italia diverse personalità la portano avanti e la migliorano, una di queste è l'improbabile Andrea Fredi.
 
Ti lascio un link da cui puoi iniziare il tuo percorso qualora tu sia interessata alla questione.
Non credere a ciò che ti dicono ciecamente, sperimenta semplicemente, se funziona non importa sapere il perchè, l'importante è che possa aiutarti.
 

 
Ti posso assicurare che funziona, forse non per tutti, e forse non per tutto, ma provarla non costa assolutamente nulla.
Per me, e per i dolori articolari... è meglio del voltaren.
Buon Tapping! XD


Si ci sono riuscito l'ho letto tutto! Ho dovuto prendermi delle ferie dalle ferie ma ci sono riuscito e devo dire che concordo con te per quello che hai detto (scritto) della società ed è vero che la società dice "o sei come dico che devi essere o ti distruggo" e condivido l'idea della limitazione della libertà personale che la società impone su un individuo ma non sono d'accordo con te per quanto riguarda la parte dei genitori che vogliono creare i figli a loro immagine e somiglianza "o almeno non tutti la pensano cosi" allora una cosa normale in un nucle familiare (normale nei miei concerti di normalità) è il seguente:

Il genitore normalmente tenta di trasmettere la propria esperienza al figlio per impedirgli di commettere i suoi stessi errori e non tenta di creare un "minime (cit.)" ma è la società che imponendo le sue regole al bambino cerca di trasformarlo come desidera. (non so' se mi sono spiegato bene :b)

Per il resto potresti farmi un disegnino? (no scherzo ho capito a grandi linee cosa intendevi dire ^^)
If you can dream it, you can do it! ^^
 

Leggete  :biggrin:
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#12 Inviato 01 December 2015 - 16:06 PM

Mi spiace shiki! Segui le riflessioni e i consigli che ti stanno dando ricordando sempre che spesso la vita che continua ti regala rivincite che neanche immagini!

Forza Shiki, a modo suo, ognuno non è mai inutile, siamo tutti piccoli campioni!


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#13 Inviato 01 December 2015 - 16:25 PM

Ora che Flame me lo ha fatto notare lei ha ragione a differenza del genere la percezione delle cose è differente da persona e persona e per aiutare qualcuno si devono tenere conto del carattere della persona che si vuole aiutare e di cosa e come l'ha percepito da questo deduco che abbiamo fatto tutto tranne sugerirgli direttamente una soluzione allora il problema da lei esposto è un senso di inferiorità che la fa sentire a disaggio e deprimere ora l'unica cosa che posso fare è sugerirgli di:

1. Analizza il problema (senso di inferiorità)
2. Valutare la gravante (da cosa scaturisce questo senso di inferiorità [in cosa si sente inferiore])
3. Valutare oggettivamente quanto è veramente grave è il problema.
4. Intervenire per risolvere il problema (cercare una soluzione e attuarla)


Ora non mi trovo nella posizione di poter dire a qualcuno cosa fare e quando farlo anche perchè non ho la conoscenza necessaria per suggerire a qualcuno una soluzione diretta non essendo io direttamente coinvolto nella storia.

Ma una cosa posso farla e posso dirla, mi raccomando non buttarti giu e non farti buttare giu dagli idioti che anche se ora non lo vedi posso dirti che sei una magnifica persona e saperti triste per colpa di un senso di inferiorità magari anche illusorio mi rattrista molto, soprattutto perchè penso che anche se tu non le vedi hai mille ottime qualità e scommetto che se ti rilassi e provi a pensarci mi darai ragione quindi mi raccomando non buttarti giu! ^^
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#14 Inviato 01 December 2015 - 16:44 PM

E nel caso quel che leggerai, detto da chiunque, ti suonerà "buono perchè sono tutti buoni, ma non mi conoscono realmente quindi non riesco a dare loro credito", allora, sempre sulla logica che ogni emozione può essere anche positiva, sfrutta il tuo senso di inferiorità per accettare che noi, se diciamo che hai delle qualità, ALLORA LE HAI.

Dopotutto deriva solo dal fatto che nemmeno impegnandosi, qualcuno non ha qualità.

 

Quali, poi, lo devi scoprire te, perchè si basa sul "cosa TU ritieni qualità e cosa non".

 

Si. E' sofismo, ma te lo dico perchè i primi a ritenerci scemi siamo noi stessi, mica gli altri. A volte "sospendere il proprio giudizio" su se stessi ci aiuta a vedere più genuinamente noi stessi, senza quella morbosa autocritica che fa bene solo se moderata, e ci uccide se fuori controllo.


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#15 Inviato 01 December 2015 - 17:56 PM

Date un boccale di birra a quel folletto! xD
Questo è parlare!



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#16 Inviato 01 December 2015 - 19:27 PM

Comunque un consiglio. Se ti dicono "Prima di andare dallo psicologo fai questo che funziona sicuramente"...

..beh, non farlo, proprio perchè te l'ha presentato così.

 

Magari funziona. Ci sono migliaia di cose belle che ci fanno bene nel mondo.

Ma ritenere che una persona che si è fatta una vita di studi al solo scopo di aiutare un'altra persona a pensare a se stessa, ossia lo psicologo (e non lo psichiatra), sia da "usare secondariamente" e dare priorità a cose che "funzionano ma non si sa perchè" è una gravissima forma di sfiducia negli altri ed un credo non oggettivo che l'auto-cura sia meglio. Cure psicologiche o fisiche dettate da persone a caso, possono avere risultati TOTALMENTE CASUALI da persona a persona, e in quanto casuali non hai idea se saranno positivi o negativi, ne se sarai in grado di capirlo prima o dopo che han ti han segnato o fatto perdere tempo.

 

Un conto è parlare, discutere, aprirsi, esprimersi. Anche se arriverà il pirla di turno a dire una battuta (e magari invece di infastidire farò ridere, va a caso pure questo), in media sono più le persone che ti danno attenzioni di quelle che ti danno fastidio, quindi è sempre una buona idea aprirsi con gli altri. Magari non una persona sola, che se ti va di sfiga poi ci rimani malissimo.

Lì vige la regola della quantità (se non sei certo di aver già trovato la Qualità in un'amicizia fidata). XD

 

 

 

Io dallo psicologo non ci sono andata. Avrei dovuto, ipoteticamente, ma quando Non Vuoi, non c'è ragione di andarci perchè egli può solo aiutarti in ciò che Vuoi, quindi sarei stata completamente sorda a qualsiasi parola.

Ma non ho mai pensato che gli psicologi sono da evitare o sono "secondari" o peggio, sono individui che ti ficcano in testa idee sbagliate.

Chiariamo una cosa. Il lavoro dello psicologo è Chiedere. Non Dire.

Chiedendo, ti fa parlare a TE di TE, e quindi TU vedi TE. Lui è solo un tramite per capire quali punti sono da approfondire e velocizzare quello che a volte è un lavoro di auto critica che ci facciamo da soli. L'auto critica però funziona quanto NOI funzioniamo.

Se noi ci inceppiamo, serve qualcuno che sa come funziona l'essere umano (o che ha i mezzi e tanta tanta esperienza, per intuire quel che siamo) e ci può AL MASSIMO aiutare. Non fa il lavoro per noi, perciò non può fare danno (se non ti costringono ad andarci, il che di per se è una cosa che fa male alla propria autostima, ma perchè non vanno usati come cartucce risolvi-rogne in cui ficcarci quando siamo rognosi. Non è felice lui che sa di star facendo un lavoro controcorrente, ne noi che siam lì di malavoglia. XD)

 

 

Ritengo molto pericolosi i discorsi che screditano la psicologia a favore della scienza citata a tratti e dell'esoterismo. I percorsi esoterici (di cui l'uomo ha bisogno e in un modo o nell'altro ha sempre la propria dimensione esoterica, persino quando è ateo) vanno scoperti da sè e non vanno esposti proprio quando si è indeboliti e dunque vulnerabili.

Non è salutare.


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#17 Inviato 01 December 2015 - 20:46 PM

Io ho praticamente lo stesso problema di Shiki, senza il bullismo. Superarla non è nemmeno facilissimo. Ho già provato a vedere uno specialista, ma non servono a nulla, mangiano solo soldi. Purtroppo non è facile uscirne. I medicinali ti catapultano fuori dal mondo, servono per far finta di star bene. lol


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#18 Inviato 01 December 2015 - 23:55 PM

L'iter sarebbe che prima vai dallo psicologo. Dopo molto tempo, è lo psicologo ad assegnarti ad uno psichiatra se ritiene che il problema è anche fisico, e lo psichiatra, dopo MOLTE analisi, ti assegna medicine.

 

Se qualcosa in questa catena viene saltato... pretendetela.


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#19 Inviato 02 December 2015 - 00:35 AM

Allora, per prima cosa:

Propongo di bannare Enom la prossima volta che mi quota per intero, a parte che io non smetterei di scrivere tanto quando necessito di scrivere tanto... ma davvero quotarmi per intero è da pazzi.

 

Ah ma siamo tutti pazzi, lol...

 

No ok... Mi avete frainteso, soprattutto Enom con quella questione sui figli a immagine e somiglianza dei genitori, cioè...

non ho capito per me stava leggendo un sito e pensava fossi io, dove cazz l'hai letta quella Enom? XD

 

Non serve a niente quotarmi se poi citi roba a spropos... vabbè...  XD lol

 

No ok, dicevo, credo di essere stato frainteso, perchè il mio post non ha assolutamente la priorità di consigliare a Shiki un modo per uscirne, il mio intero post si riferisce a quello che avevo "promesso" negli aggiornamenti di stato, in particolare, si riferisce a questo:

 

 

Enom, te lo spiego e glielo spiego SE aprite un topic [...]

 

Quindi no, niente emozioni, è molto diverso ciò che ho fatto con te Flame quando avevi i tuoi problemi, lì mi sono aperto diversamente, qui... qui no, qui non mi sono neppure aperto si può dire.

 

Quel che ho scritto a te l'altra volta è stato qualcosa di molto emotivo, e che poteva essere interpretato attraverso quello che non diceva, più ché attraverso quello che esponevo, lo scopo di quei messaggi era indirizzarti a riflettere su questioni che forse in quel momento non riuscivi a focalizzare, vista la crisi.

 

But!...

 

Nel caso del post attuale, al contrario, non c'è niente di "inespresso" o "nascosto" fra le righe, è tutto lì, è solo un'analisi correlata da appunti psicologici e scientifici, infatti non è scritta SOLO per Shiki, in quanto anche Enom richiedeva una spiegazione, e io non ho fatto altro che darla a entrambi.

 

Poi è palese anche a me che alla gente non piace sentirsi "rinchiudere" in schemi pre-impostati, ma che non si fraintenda anche ciò, uno psicologo deve ricorrere a quegli schemi, perchè non c'è un altro modo...

è un pò riduttivo, infatti, credere che il lavoro di uno psicologo si limiti al "chiedere" lo psicologo deve anche "consigliare" e nelle miglior ipotesi "risolvere" e.. come conferma anche Semi, non è affatto una cosa semplice, tant'è che gli psicologi che facciano questa cosa per vera passione in giro sono molto pochi.

 

E' facile dire "in realtà sei tu che ti permetti di guarire" infatti, l'idea di base è per l'appunto che per ottenere qualche risultato devi essere tu a decidere di affidarti a uno psicologo, ma... questo non perchè lo psicologo in sé non intervenga su di te, semmai, è perchè LA TUA MENTE, (non il tuo ego) percepisce lo psicologo come un'estensione di sé.

 

E lo stesso vale per me, per te, per Semiramide, perfino per Enom o Buddy, agli occhi di Shiki possiamo essere utenti, rompicoglioni, amici, sconosciuti... qualunque cosa, ma per la sua mente, cioè

per il modo in cui una mente, qualunque mente, riesce a vedere il mondo, siamo solo estensioni di sé stessa.

 

Così come i genitori, i fratelli, i figli, la casa, gli alberi, le foglie, il sole, i mimimmi.

 

Certo, ciò si riferisce unicamente a come una mente vede le cose, non come le vede una persona, ma questo è sottointeso, e insomma, siamo abbastanza intelligenti spero da sapere che ognuno di noi interpreta le persone e gli oggetti che compongono il suo microcosmo dando a loro significati e valori molto "umani", è nella nostra natura in fondo.

 

Oltre ciò posso dirti:

che un bravo psicologo per poter ottenere dei risultati concreti nel proprio paziente necessita di creare in esso un particolare stato di "rilassamento" e "apertura" chiamato "rapport" (in pratica crea la sensazione nel paziente di una fiducia reciproca)

 

Ecco... non puoi creare questo stato se vedi il tuo paziente solo come un tizio che paga per un consulto, potrei spiegarti il perchè, ma sarebbe lungo e forse inutile per i fini del topic, tuttavia ti basti sapere che se non c'è un reale rapporto di sincerità (non simulato) fra terapeuta e paziente, il paziente non ottiene proprio nessun beneficio.

Prova a pensare... anche se non è il tuo lavoro qui si parla di rapporti umani, chiediti quindi, con quante persone riesci a essere totalmente sincera, senza mai dire o fare qualcosa per rigirarteli e ottenere qualcosa in cambio?

Ecco, ora hai un'idea.

 

Infine, non significa essere "amiconi" lo psicologo deve evitare, invece, di essere un amicone, perchè, e ciò magari la possono approfondire quelli che non riescono a credere a un tale abominio della natura, i traumi non si possono risolvere tramite la "magia dell'amicizia"

 

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...proprio così Twili, per risolvere un trauma realmente serve infatti una componente che nessuno qui ha considerato... e tale componente è "l'autorità"

 

Se il paziente si sente al livello del terapeuta la mente del paziente non riesce a distinguere sé stessa dalla propria "estensione" non le attribuise più potere.

Serve insomma, che creda di avere a che fare con una "periferica" potente, serve l'autorità che un camice bianco, o la cultura, il carisma, o l'atteggiamento della persona da cui ci si reca possono dare.

 

Tutte doti che possono ritrovarsi anche in persone vicine a noi, certo... ma che non tutti sanno come usare in quello specifico caso, poichè non sono in grado di inquadrare la vita di una persona al di là di un semplice "come soffre, poverina"

Quindi... si, gli schemi servono, probabilmente al paziente non piacciono, ma... non hai idea in realtà di quanti pazienti finiscono con l'interessarsi al lavoro che il terapeuta esercita su di loro, perchè della loro vita e del loro benessere si parla;

sia che si passi attarverso la consolazione dei rapporti umani, sia che lo si faccia attraverso i freddi schemi di un laboratorio che sono stati studiati appositamente per poter aiutare le ersone come te.

 

Infine, non ho detto a Shiki, "vieni ti fo le carte" l'unica cosa che gli ho proposto è una tecnica innocua dicendole che "per me ha funzionato"

 

Se vuole provarla è a sua discrezione, ma non gli ho insegnato come si esegue un'operazione alla milza in casa, esistono infatti anche tecniche semplici e che è stato possibile diffondere proprio perchè in sé sono innocue; è certo, è palese, che se eseguite nella presenza di un esperto le cose sono molto diverse (ricordi? Rapport, Autorità) ma in mancanza di quello, non è detto che noi, in rapporto a quel nostro trauma, non si sia già ben disposti naturalmente al superamento.

 

Il problema è che non mi sono inventato le cose che ho scritto, anche se può sembrarlo, ogni timore, paura trauma origina dalla paura di non sapere a cosa ci porterebbe il cambiamento, in pratica.. siamo ignoranti rispetto alla natura delle cose, tendiamo a dare tutto per scontato e pensiamo che ogni giorno nuovo ci caschi addosso come per magia, perchè?

Perchè lo diamo per contato, respiriamo? Perchè? Perchè lo diamo per scontato, il nostro sangue ha una temperatura costante perchè? Perchè lo diamo per scontato, appena qualcosa sembra stridere cadiamo nel panico... ovvio... non ci siamo mai fermati a farci due domande in merito, ma... anche in una situazione difficile c'è sempre la posibilità di guardarla dall'alto, di analizzarla e di capire che i traumi sono più causati da ciò che pensiamo possano essere, ché da ciò che realmente sono.

 

E' facile? No, mai detto questo,

E' impossibile? Nemmeno, è alla portata di tutti, e si vive in funzione di ciò.

 

Riguardo alle liti con tuo fratello Flame, stai vedendo nel mio discorso cose che io non ho scritto, non ho mai affermato che qualcosa sia giusto o sbagliato, quella sei tu... e devo dire che è una cosa interessante da osservare, tuttavia... non era mia intenzione e nemmeno penso che esista un giusto e uno sbagliato, qui come altrove, il ché...

non signifca non provare a cuore in qualche modo la situazione di Shiki, tutt'altro, qualcuno sta male e mi dispiace, ma come tu stessa hai affermato "non si sa molto della sua situazione" in fondo per poterla analizzare e poterla consigliare davvero,

però ecco... io non glielo chiedo, perchè...

nessuno risolve nulla se lo psicologo gli dice "dai che ti sistemo" deve essere una sua volontà e spontanea, e ciò... l'ho scritto anche negli aggiornamenti di stato, se ce se ne ricorda.

 

Oltre questo...

...

ok Enom con la storia dei genitori-figli, ok mi sono fatto due risate (ma niente di personale Enom, è che alle volte fatico a starti dietro ^ ^') ma la questione sull'esoterismo... io ho parlato di fisiologia, psicologia, e cerebro-anatomia, potrei dire al massimo che indicando un video di EFT potrei aver sfociato appena appena nella medicina tradizionale cinese, sebbene la EFT sia nata in occidente e sia stata realizzata da un matematico.... al massimo che l'etimologia di "Moht" sia giusto giusto un piccolo appunto di filologia... ma a parte questo...

davvero di esoterico (qualunque sia il significato che si attribuisce arbitrariamente al termine) in ciò che ho detto non c'è proprio nulla.  : (

 

 

 


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<<Crede che riuscirà a rispettare un marito che, forse, ha preso la più grossa cantonata scientifica di tutti i tempi?>>

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L'arte é la costruzione del tempio, dove lo Spirito, in virtù del simbolo, del rituale e della geometria sacra, può dimorare costantemente[...]

 

Vitriol

 

 

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- Il pandoro ci annienta...-


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#20 Inviato 02 December 2015 - 08:53 AM

Quello che serve sono 300 grammi di farina, 150 di burro, 100 di zucchero, del cacao in polvere e un uovo.

 

Taglia il burro a pezzetti e mescolalo con lo zucchero finchè non hai una deliziosa palla appiccicosa. Fai una montagnetta con la farina e il cacao, se vuoi aggiungici pure un po' di zenzero e cannella e aprici dentro l'uovo e mescola anche quelli con le mani, dopodichè aggiungici il burro e lo zucchero e impasta vigorosamente, sulle prime si sfarinerà molto, ma continua a darci dentro e ti ritroverai con una pasta bella liscia. Avvolgila nella pellicola trasparente e lasciala in frigo una mezz'ora, intanto guardati una puntata della ta serie Marvel preferita di Netflix.

 

Tirala fuori, stendila con un mattarello, taglia le forme che vuoi tu e inforna a 180 gradi per 30-40 minuti.

 

 

 

Sembra un'idea stupida, lo so. Ma quando non si riesce a creare la soluzione migliore a volte è creare qualcos'altro. È un processo che impegna corpo e mente e alla fine ti dà la soddisfazione dei risultati. E anche se non funziona tanto bene, almeno alla fine avrai dei biscotti.


Mensola dei trofei:

Spoiler

 

Creazioni varie:

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