Almost Blue
Sì, è un po' di pubblicità, ma in realtà questo è il gioco a cui più ho voluto bene. E' stato il primo in cui ho sperimentato con una grafica ad alto contrasto e realistica (fumetto all'italiana, che fino ad allora non mi sognavo di poter provare a riprodurre).
Almost Blue è il gioco più breve e più intimo che abbia mai creato, è una dichiarazione d'amore alla jazz era, un mini gioco che prova a ridurre all'essenza tutti i capisaldi dell'immaginario: la malinconia (blue significa gergalmente "triste", e all'epoca era usato frequentemente in molti film e canzoni popolari), l'abbandono, la musica, l'amore per i propri simili (un cane ferito!) e la notte silenziosa.
Aspetto tecnico: era ancora l'era in cui non ero ferratissimo a mano, quindi tutto fu disegnato in digitale con una piccola e fedele Wacom. Ho prima creato dei collage urbani da vere fotografie degli Stati Uniti del primo 900, poi ho ricalcato e inventato dove serviva.
Se dovessero chiedermi "cosa vuoi esprimere con il progetto Emptyworld?" risponderei sicuramente che l'ho già espresso con l'anima noir di Almost Blue (che non disdegnerei di rifare disegnato a mano, sarebbe anche coerente con lo stile!).
L'unico peccato è non poter spingere troppo questo piccolo gioco, perché è (ovviamente) pieno e strapieno di brani famosi della golden-era of jazz, e anzi, i brani stessi sono all'interno di un importante enigma centrale per raggiungere il finale!
Mi ero proprio sbizzarrito in fantasia, e ne sono molto fiero ^_^
C'è davvero di tutto!
Ricordo di gioventù...
Non scorderò mai quando creai il bau bau con l'eco, che risuona nelle strade finché non interagisci con lui.
Una telefonata?
Il PRIMO disegno mai fatto per il progetto. Per me è iconico.
Grazie di essere arrivati fin qui. Mi piace poter raccontare delle storie sulla creatività, e questo showcase privato serve anche a questo: condividere non solo immagini ma anche le emozioni che ci stanno dietro.