Quello che secondo me molti fanatici dimenticano è che Nobuo Uematsu era un impiegato che ha avuto fortuna ed è diventato imprenditore, fondando una sua compagnia musicale.
La sua è una professione e come tale non comporta necessariamente attributi artistici. Uematsu ha sempre fatto musica per vivere, non per chissà quale ispirazione mistica.
Detto questo, trovo troppo semplicistico limitarsi a giudicare in base al solo ascolto. E se qualcuno si reputa appassionato di qualcosa, sinceramente mi aspetterei che abbia voglia di approfondirla, piuttosto che indugiare nel ruolo di astante superficiale.
Bisogna dunque tener conto che Uematsu ha esordito durante un periodo molto differente da quello contemporaneo, in cui il ruolo di un impiegato addetto alla musica o agli effetti sonori era più comodo e immediato. Insomma, si doveva lavorare direttamente sui sintetizzatori e trarne delle melodie, dato che le tecnologie di allora non consentivano un'articolazione del suono troppo complessa. E in questo Uematsu si è rivelato prolifico.
Ma col tempo s'è introdotta la necessità di cambiare metodica conformamente alla concezione dei videogiochi del nuovo millennio. Quindi se negli anni novanta la regola erano i sintetizzatori, nell'ultimo periodo si è affermata una preponderante tendenza all'assunzione di strumentisti reali.
Il problema di Uematsu con questa nuova impostazione è che lui non ha mai ricevuto una preparazione accademica, quindi non ha delle solide basi da cui attingere per comporre musica. La sua carriera fino a quel momento era basata sulla facile intuizione melodica trasfigurata in un sistema digitale. Ora invece è necessario comporre, arrangiare e registrare ciascun brano.
Ed ecco quindi che si è cominciato ad assumere arrangiatori che trascrivano per un complesso di strumenti la musica di Uematsu. Ovviamente non si può semplicemente evitare quest'ultimo e dare il lavoro ad un unico individuo che sia in grado di ricoprire tutti i ruoli richiesti, perché ormai Uematsu è un nome popolare che accresce le vendite.
Perciò è imperativo che si tenga presente che ogni brano che comprende strumenti reali è in verità trascritto a discrezione di qualcuno che, chiaramente, non è Uematsu, il quale è ormai divenuto più personalità mercenaria che artistica. Nell'ambito delle colonne sonore capita sempre più spesso, proprio come nel mercato di massa (e questa è una realtà assai avvilente, considerando che dovrebbe trattarsi di una sottocultura appartenente ad una minoranza di persone più avvedute e consapevoli).
Dato che è stata già citata in questa discussione, farò un esempio con dei brani della colonna sonora di Lost Odyssey.
In
Lost Odyssey OST - The Gun Barrel of Battle il ruolo di Uematsu è stato probabilmente molto contenuto (il brano usa estensivamente il tema principale), e le sottigliezze dell'orchestrazione sono da accreditare a Hiroyuki Nakayama, l'arrangiatore. In particolare, trovo commovente la transizione della melodia dagli archi alla tromba a 0:32.
In realtà, nei crediti viene menzionato anche un certo Satoshi Henmi, ma credo lui sia stato relegato solo alle composizioni destinate ad un organico ridotto, specialmente se inclusivo di chitarra elettrica.
Ad esempio, penso che quest'arrangiamento sia proprio suo:
Lost Odyssey OST - Dark Saint. Qui evidenzierei l'ostentazione di quelle percussioni onnipervadenti per dissimulare la carenza di varietà compositiva e d'arrangiamento.
Tra l'altro tutti quegli ostinati inutilmente plateali non giovano. Personalmente la trovo inascoltabile.
A mio avviso, i momenti migliori della colonna sonora sono questi:
Lost Odyssey OST - The Wanderer of Darkness,
Lost Odyssey OST - Great Ruins of the East e
Lost Odyssey OST - Seth's Theme. Rari attimi di trasognato raccoglimento a quanto pare troppo alieni al contesto videoludico (il terzo brano è probabilmente, almeno nella strumentazione, debitore al Rondò delle principesse dal balletto L'uccello di Fuoco di Stravinsky).
Ovviamente poi c'è il tema nelle sue altre incarnazioni:
Lost Odyssey OST - Main Theme e
Lost Odyssey OST - Prologue.
Trovo significativo che siano tutti brani orchestrali (ovvero: arrangiati da Nakayama).
In The Last Story invece, il compito di arrangiatore è stato svolto da Yoshitaka Suzuki, il quale ha evidentemente scelto una formazione tipica da rock progressivo, almeno per The One Ruling Everything.
Risulta dunque chiaro che la personalità dell'arrangiatore è cruciale nella riuscita di un brano musicale.
Inoltre, avendo visto che si è nominato Final Fantasy XIII, non posso esimermi dall'osservare che in quel caso si è probabilmente trattato della produzione più sontuosa della storia di Square-Enix, almeno in ambito musicale.
Al compositore (Masashi Hamauzu) si sono uniti tre arrangiatori per i sintetizzatori (Junya Nakano, Mitsuto Suzuki e Ryo Yamazaki), tre orchestratori per gli strumentisti reali (Toshiyuki Omori, Toru Tabei e Yoshihisa Hirano), un arrangiatore per il brano vocale principale (tale 'Sin', ovvero Shinji Hashimoto), ben due direttori d'orchestra (uno giapponese e l'altro europeo), due orchestre ovviamente (tra cui la Filarmonica di Vienna), e un numero spropositato di esecutori, tra cantanti (tra cui moglie e figlia dello stesso Hamauzu) e quant'altro.
Ovviamente il paragone con The Last Story neanche sussiste (ed in un'altra discussione l'ho visto fare!).
Ma ci terrei a sottolineare che per me, i brani veramente memorabili (seppure come ho già detto si tratta di una produzione senza precedenti nell'ambito videoludico giapponese, non per niente non ripetuta con Final Fantasy XIII-2) sono quelli orchestrati da Yoshihisa Hirano.
Tralasciando la sua negletta carriera di compositore (che include parte di Death Note, unico lavoro per cui abbia avuto un minimo di visibilità), mi soffermerei sulle sue ineguagliate (in Giappone, s'intende!) doti di orchestratore.
Hirano aveva già collaborato con Hamauzu in Dirge of Cerberus - Final Fantasy VII, ottenendo risultati notevoli. Poi è stato assunto per orchestrare la musica di Resident Evil: The Darkside Chronicles, facendone col suo modernismo la vetta musicale di quella serie. Infine, è tornato ad assistere Hamauzu.
Quel che trovo affascinante di questo compositore è la sua vivida personalità, manifestata nei marchi che contraddistinguono la sua musica. Per quel che riguarda l'orchestrazione, si tratta ad esempio dell'uso creativo delle percussioni, l'uso estensivo di rapidi passaggi dei legni, dei glissati di trombone, delle oculate dissonanze e delle fitte armonie.
Quel che ha curato in Final Fantasy XIII è: Ragnarok, Escape, Crash Landing, Nautilus, Fighting Fate, Fang's Theme, Born Anew, Nascent Requiem ed Ending Credits (che sono gli unici brani eseguiti dall'Orchestra Filarmonica di Vienna).
Riporto solo qualcosa, ma per me è tutto materiale lodevole:
Final Fantasy XIII OST: Disc 2 - Escape (da notare i glissati entro i primi secondi, poi l'esuberanza delle folte percussioni e il rimando al tema di Lightning a 1:07),
Final Fantasy XIII OST: Disc 3 - Fighting Fate (adoro gli ottoni pruriginosi; la parte del coro da 0:22 è la stessa di Ragnarok),
Final Fantasy XIII OST: Disc 4 - Fang's Theme (la melodia del corno a 0:26, e quei timpani!),
Final Fantasy XIII OST: Disc 4 - Nascent Requiem (si potrebbe quasi considerare un concerto per pianoforte).
Insomma, l'imponenza di Hirano è secondo me superiore anche a quella di molti suoi acclamati connazionali, tra cui Joe Hisaishi e Michiru Oshima.
Concludo con una menzione speciale per l'altro arrangiatore a mio parere competente: Toru Tabei. La sua impronta non è orchestrale, ma attinge piuttosto da certa musica di derivazione etnica, cioè afroamericana e sudamericana.
Sarà evidente ascoltando questi brani:
Final Fantasy XIII OST: Disc 2 - Sazh's Theme,
Final Fantasy XIII OST: Disc 3 - Can't Catch a Break,
Final Fantasy XIII OST: Disc 4 - Chocobos of Pulse (da notare la sezione delle sole percussioni a partire da 2:22),
Final Fantasy XIII OST: Disc 4 - The Yaschas Massif (a 1:31 viene ripreso un frammento del tema di Lightning, e tra l'altro io ho un debole per il flauto).
Mai si erano uditi prima nella serie brani dalla componente così prossima al virtuosismo.
Il resto della colonna sonora è purtroppo costellato da irrilevante elettronica e poco altro.
P.S.: Mercury, adoro l'uomo nel tuo avatar (ma mica per il Clair de lune, che è la sua composizione che visito meno spesso)!
Modificato da Nomdeplume, 26 March 2012 - 12:47 PM.